La pistola che sparò al Papa

Si è svolta lunedì al Museo Criminologico di via del Gonfalone a Roma, una piccola, ma significativa, cerimonia che ha visto il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Giovanni Tamburino consegnare in prestito temporaneo a Monsignor Dariuzs Ras, direttore della Casa famiglia di Karol Wojtyla a Wadowice , l’arma con cui Ali Agca sparò a Giovanni Paolo II il 13 Maggio del 1981.

Moltissimi media polacchi erano presenti alla conferenza stampa, visibilmente coinvolti in un evento che non ha precedenti: la Browning HP calibro 9 Parabellum è ancora considerata una prova. Ma come ha spiegato Monsignor Ras, “questa pistola è un oggetto che racconta una storia terribile, ma alla fine testimonia la vittoria della vita sulla sofferenza del Papa. Nel museo di Wadowice verrà esposta come oggetto emblematico con grandissimo valore storico: mai nessuno aveva sparato ad un Papa. Oggi, fa parte della Storia dell’umanità”, conclude il Monsignore.

Significative le parole pronunciate dal Presidente Tamburino: “un oggetto di violenza e di morte che può raccontare la lotta per la vita e diventare segno del perdono”. Qui troviamo il significato del “prestito” che avrà una durata di tre anni. “La Storia – prosegue Tamburino – va conservata e deve costituire un momento di riflessione, anche nei suoi aspetti negativi, perché l’uomo progredisca ed eviti di ricadere negli stessi errori e nella banalità del male”. “C’è un rapporto di grande affetto e amicizia tra Italia e Polonia”, ha tenuto sottolineare il Capo del DAP.

Presente alla cerimonia anche Simonetta Matone, Capo Dipartimento Affari di giustizia, il cui contributo nella fase di ricerca dell’arma e soluzione dei problemi burocratici è stato fondamentale. “Non è stato semplice ritrovare il reperto tra tanti corpi di reato custoditi, come semplice non è stato recuperare e prestare un corpo di reato, soprattutto quando si tratta di un’arma”. Matone ha ringraziato il giornalista Franco Bucarelli che “ ha chiesto aiuto alla persona giusta” perché grazie alla posizione che occupa è a diretto contatto con gli uffici giudiziari. Importante la collaborazione di Mario Bresciano, Presidente del Tribunale di Roma. “Ora, dopo una lunga trafila burocratica, l’arma, che era confiscata, quindi acquisita al patrimonio italiano, è stata donata e trasferita al Museo criminologico di Roma che ne è attualmente il proprietario” ha precisato la Matone. “L’iniziativa encomiabile, la santità e la forza di carattere di Papa Giovanni Paolo II hanno fatto sì che venisse concesso il prestito.”

L’Ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede Piotr Nowina Konopka, ricorda il momento particolare che stava  vivendo la Polonia 33 anni fa con Solidarnosc. L’attentato ha destato una sorta sbalordimento in tutto il Paese, emotivamente coinvolto per le sue lotte politiche e per la sua grande devozione alla Chiesa. “I polacchi  dopo 33 anni vogliono ancora  ringraziare gli italiani che hanno sempre dimostrato loro simpatia ed empatia, e che sono stati per 27 anni la casa del Papa polacco. Il gesto che condividiamo oggi è la prova della continuità di questa empatia”. L’Ambasciatore ha ricordato che per i polacchi questo museo è sentito come fosse casa loro ed ha sottolineato quanto importante fosse la successione degli eventi in queste settimane: prestito dell’arma, inaugurazione del museo a Wadowice (9 Aprile), canonizzazione Papa Giovanni Paolo II (27 Aprile).

Molto si deve a Franco Bucarelli che è stato il tramite tra la Polonia e l’Italia nella gestione di questa difficile organizzazione. Bucarelli è anche un noto vaticanista e ha dato, con la sua testimonianza, una nota emozionante alla cerimonia di consegna. Racconta il giornalista: “questa pistola veniva da un armaiolo di Zurigo del quale Ali Agca non ha mai rivelato il nome. Il Lupo Grigio avrebbe dovuto mirare alla testa del Pontefice, ma in quel momento il Papa prese in braccio una bambina e Agca perse secondi fondamentali. Allora decise di puntare l’arma allo stomaco, perché sapeva che una vota colpito, la morte sarebbe giunta nel giro di 3 minuti.”  Bucarelli ha lavorato in questo periodo di febbrili “trattative” a stretto contatto con la Assunta Borzacchiello, direttrice del Museo Criminologico di Roma. Al Museo di Wadowice andrà anche un altro dono, che arriva dalla Direzione del Policlinico Gemelli. Mario Guizzardi, direttore del Gemelli e Giorgio Meneschincheri, responsabile relazioni esterne, hanno annunciato la donazione definitiva degli arredi completi della stanza dell’ospedale dove fu ricoverato il Papa polacco per ben cinque volte.

Sull’attentato del 13 Maggio di 33 anni fa rimane un grande punto interrogativo, ma di Storia ne è passata da quel giorno e quello che sappiamo per certo è che il 27 Aprile, Carol Wojtyla sarà proclamato Santo.

©Futuro Europa®

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