Romano (PI): Decreto Terra dei fuochi e nuovo Governo

Non coltivare più terreni contaminati, valutare la qualità di sostanze nocive, esentare dal ticket sanitario i residenti delle aree con sversamenti illegali e creare un registro dei tumori. Sono i punti salienti del Decreto sulla Terra dei fuochi (convertito recentemente in Legge) fortemente voluto dal senatore Lucio Romano – tra i fondatori di Popolari per l’Italia e Capogruppo al Senato – che spiega a Futuro Europa l’importanza del provvedimento. Medico campano e Dirigente ginecologo all’Università degli Studi di Napoli Federico II, Lucio Romano è presidente dell’associazione Scienza e Vita dal 2012, fa parte della Commissione straordinaria Diritti umani ed è relatore della Commissione Igiene e Sanità al Senato; è da sempre impegnato nella battaglia per la bonifica e la prevenzione sanitaria nella Terra dei fuochi, la vasta area tra Napoli e Caserta interessata dallo sversamento di rifiuti tossici.

Senatore Romano, cosa cambierà con il decreto sulla Terra dei fuochi?

“Anzitutto il Decreto prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro (per il biennio 2014-15, ndr) per effettuare prevenzione sanitaria sulla popolazione che risiede in Campania e Puglia. Cinquanta milioni sono uno stanziamento iniziale comunque significativo. Vorrei premettere però che questi stanziamenti non devono essere distribuiti a pioggia, ma devono essere finalizzati in modo puntuale, proprio per essere efficaci. A questo fine ho presentato un parere alla Commissione Igiene e Sanità che lo ha approvato all’unanimità”.

Lei è relatore della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il decreto ha messo d’accordo tutte le forze politiche?

“Il parere che ho presentato in Commissione è stato anche trasformato in Ordine del Giorno e accolto dal Governo che si impegna ad adottare ulteriori misure. Si prevede: analizzare la composizione geo-chimica del suolo agrario in aree a potenziale rischio; determinare il livello di biodisponibilità degli elementi tossici; definire i tassi di assorbimento, da parte delle varie tipologie di colture vegetali, dei diversi contaminanti chimici presenti nei suoli e nelle acque. In sostanza, necessita determinare con parametri certi la qualità dei suoli agricoli e delle acque d’irrigazione. Il fine è di escludere che i terreni che risultino non idonei alla produzione agroalimentare siano usati per l’agricoltura, valutando al contempo la qualità, la quantità, la persistenza dei contaminanti e le ripercussioni effettive degli stessi sulla sicurezza alimentare”.

Come stanno andando le audizioni dopo l’approvazione del decreto e quali evidenze scientifiche mostrano?

“La commissione Igiene e Sanità del Senato sta effettuando audizioni per realizzare un’indagine conoscitiva relativa agli effetti dell’inquinamento sulla popolazione dal titolo: “Istituzione indagine conoscitiva in merito a incidenza tumori, malformazioni feto-neonatali ed epigenetica conseguenti a inquinamento ambientale”. La finalità di questa indagine, che ho promosso e della quale sono relatore, è l’approfondimento di una tematica particolarmente dibattuta e conflittuale che caratterizza alcune regioni d’Italia. Il metodo che abbiamo definito è quello del confronto e del dialogo: a tutt’oggi abbiamo ascoltato medici, operatori delle Asl e associazioni, in un’ottica interdisciplinare. Sono previste ulteriori audizioni di società scientifiche nazionali, ricercatori riconosciuti a livello internazionale, esperti in ambito ambientale”.

Il nuovo governo proseguirà l’impegno per ripulire la Terra dei fuochi?

“Mi auguro di sì. Per quanto riguarda l’ambiente confido nell’attività governativa che verrà svolta dal neo ministro Gianluca Galletti. Nell’ordine del giorno cui facevo riferimento prima, si auspica l’introduzione dello studio dei meccanismi di regolazione dell’espressione genica per micro aree a rischio che – considerando come molti dei processi legati all’esposizione ambientale di inquinanti inizi ben prima della nascita – rende possibile l’identificazione del ‘profilo epigenetico’  individuale, alla base anche dell’insorgenza e progressione dei tumori, con la determinazione di ‘indicatori’ molto sensibili”.

L’esenzione del ticket sanitario per i residenti nelle aree con sversamenti illegali è un primo passo per creare un registro dei tumori?

“Esenzione ticket e registro tumori sono tematiche differenti. Evidentemente l’esenzione ticket è da riferire a tutte le procedure finalizzate alla prevenzione e alla diagnosi precoce di patologie a maggior rischio per alcuni territori. Per quanto riguarda il Registro dei Tumori, l’impegno della Commissione è di favorirne la costituzione in tutto il territorio nazionale. Secondo i dati dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori, ndr), a tutt’oggi, la copertura per macro aree è la seguente: Nord Ovest 41 per cento; Nord Est 69 per cento; Centro 26 per cento; Sud e Isole 32 per cento. Dal punto di vista scientifico, nonché per l’attuazione di rigorose politiche ambientali e sanitarie,  è assolutamente necessaria la realizzazione dei Registri Tumori su tutto il territorio nazionale, così da poter definire l’incidenza (quanti nuovi casi in un anno), la prevalenza (quanti italiani convivono con il tumore), la sopravvivenza (quanto si sopravvive), la mortalità, il trend (se i tumori aumentano o diminuiscono rispetto agli anni precedenti), oltre ai confronti tra i registri (se l’impatto della malattia è lo stesso in tutte le aree del Paese) e i confronti internazionali (se si sta meglio o peggio rispetto al resto del mondo). Senza una memoria collettiva scientificamente fondata non è possibile fare delle comparazioni. Il Registro serve appunto a far sì che le rilevazioni siano non più frutto di dubbi o di inquietudini, ma di un atteggiamento oggettivo e scientifico”.

Matteo Renzi ha un programma di governo preciso: nuova legge elettorale, riforme costituzionali, riforma del lavoro, semplificazione e fisco più leggero. E’ la ricetta giusta?

“Per valutare il programma del presidente del Consiglio credo occorra aspettare un po’ di tempo. Anche perché nel suo discorso per chiedere la fiducia alle Camere il premier Renzi ha citato alcuni punti di quel che intende fare. In ogni caso, per quanto riguarda la legge elettorale, siamo convinti che debba essere affrontata unitamente alle riforme costituzionali. Non avrebbe senso cambiare il modo con cui si vota senza modificare altri assetti come ad esempio il Titolo V e il bicameralismo perfetto o paritario. Ma per far questo occorrono tempi e modi dovuti. Per quanto riguarda il lavoro, la semplificazione e il fisco, chi non è d’accordo per creare posti di lavoro, per ridurre le tasse e per rendere gli adempimenti più lievi? Occorre però capire come arrivarci”.

Quali sono, quindi, le misure più urgenti che il prossimo governo dovrà affrontare?

“Le nostre priorità sono tre: la comunità, il lavoro e le regole. Vogliamo rilanciare la comunità, secondo logiche solidali e inclusive. Proponiamo alcune iniziative per la famiglia (nomina responsabile nel Governo con delega specifica, un fisco amico della famiglia), per l’inclusione sociale (partendo dal reddito di sostegno per la riqualificazione professionale per arrivare alla stabilizzazione del 5 per mille), favorendo il sostegno all’economia civile e al terzo settore, promuovendo l’occupabilità con percorsi di formazione, riformando la legge sulla cittadinanza”. 

Ecco appunto, la disoccupazione è il vero dramma del Paese…

“Per quanto riguarda il lavoro, ovviamente vogliamo rilanciarlo sostenendo il Made in Italy, il tessuto produttivo delle Piccole e medie imprese, introducendo una nuova fiscalità, con il graduale passaggio dalla tassazione dei redditi a quella dei capitali. Abbattere il cuneo fiscale sul lavoro può rilanciare l’occupazione e la competitività. Infine, sostenere l’economia del mare e contrastare l’evasione fiscale”.

©Futuro Europa®

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