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Nanoparticelle, diagnosi e trattamento malattie

Le nanoparticelle stanno rivoluzionando la diagnosi e il trattamento delle malattie in modi che erano inimmaginabili solo pochi anni fa. La loro dimensione nanometrica (generalmente tra 1 e 100 nanometri) conferisce loro proprietà uniche che le rendono estremamente promettenti per applicazioni biomediche.

Nella diagnosi possono contribuire al rilevamento Precoce e Sensibile essendo progettate per legarsi selettivamente a biomarcatori specifici di malattie (come proteine, acidi nucleici o cellule tumorali) presenti anche in piccolissime quantità. Questo permette una diagnosi molto più precoce e sensibile rispetto ai metodi tradizionali. Le nanoparticelle funzionalizzate possono agire come agenti di contrasto altamente efficaci in diverse tecniche di imaging (risonanza magnetica, tomografia computerizzata, imaging ottico, ultrasuoni). Possono migliorare la risoluzione e la specificità dell’immagine, permettendo di visualizzare tumori o altre anomalie che altrimenti sarebbero difficili da rilevare. Le nanoparticelle vengono integrate in biosensori miniaturizzati per rilevare rapidamente e in modo affidabile patogeni, tossine o biomarcatori di malattia in campioni di sangue, urina o saliva, spesso anche in punti di cura (point-of-care).

Un nuovo campo di azione per le nanoparticelle è la diagnostica “Theranostica”, un campo emergente che combina la diagnostica e la terapia in un’unica piattaforma. Le nanoparticelle theranostiche possono diagnosticare una malattia e, una volta rilevata, rilasciare un farmaco o attivare un trattamento specifico.

Nel trattamento possono provvedere alla consegna mirata di farmaci, uno dei vantaggi più significativi. Le nanoparticelle possono essere progettate per incapsulare farmaci (chemioterapia, farmaci biologici, acidi nucleici) e trasportarli direttamente alle cellule malate o ai tessuti target, minimizzando gli effetti collaterali sui tessuti sani. Questo è particolarmente importante nella chemioterapia per ridurre la tossicità sistemica. Le nanoparticelle posso adempiere al superamento delle barriere biologiche, dove molti farmaci non riescono a raggiungere i loro bersagli a causa di barriere biologiche (ad esempio, la barriera emato-encefalica). Le nanoparticelle possono essere ingegnerizzate per attraversare queste barriere, aprendo nuove possibilità per il trattamento di malattie del cervello e di altri organi difficili da raggiungere.

Le nanoparticelle stanno portando alla creazione di terapie innovative, quali la Terapia Fototermica, dove nanoparticelle (come quelle d’oro o di bismuto) possono assorbire la luce laser e convertirla in calore, distruggendo selettivamente le cellule tumorali. La Terapia Fotodinamica attraverso nanoparticelle caricate con fotosensibilizzatori possono generare specie reattive dell’ossigeno quando esposte alla luce, che uccidono le cellule malate. La Terapia Genica dove nanoparticelle virali e non virali sono vettori promettenti per la consegna mirata di geni o acidi nucleici (come siRNA, miRNA) per la terapia genica. Nell’immunoterapia le nanoparticelle possono modulare la risposta immunitaria, ad esempio presentando antigeni ai linfociti T o fornendo co-stimolazione per rafforzare la risposta immunitaria antitumorale.

Nonostante l’enorme potenziale, ci sono ancora sfide da affrontare, quali assicurarsi della non tossicità, ovvero le nanoparticelle siano biocompatibili e non tossiche per l’organismo. La Biodistribuzione e Clearanc, in modo da controllare come le nanoparticelle si distribuiscono nel corpo e come vengono eliminate in modo sicuro. Arrivare ad una produzione su larga scala sviluppando metodi di produzione scalabili e riproducibili per l’uso clinico. È necessario arrivare ad una regolamentazione stabilendo quadri normativi chiari per l’approvazione e l’uso di prodotti a base di nanoparticelle.

Nonostante queste sfide, la ricerca e lo sviluppo nel campo delle nanomedicina stanno avanzando rapidamente e si prevede che le nanoparticelle avranno un ruolo sempre più centrale nella medicina del futuro, portando a diagnosi più precise e trattamenti più efficaci e meno invasivi per una vasta gamma di malattie, dal cancro alle malattie neurodegenerative, alle infezioni e oltre.

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