Spiro Agnew, meteora nella politica USA

Gerald Ford è passato alla storia per essere stato, ad oggi, il solo Presidente degli Stati Uniti mai passato per il voto popolare. Quando, infatti, Richard Nixon fu costretto a dimettersi per lo scandalo del Watergate, avrebbe dovuto prendere il suo posto alla Casa Bianca, Spiro Agnew, il vicepresidente che era stato scelto da Nixon già nella corsa elettorale del 1968.

In quelle elezioni, caratterizzate dall’assassinio di Robert Kennedy pochi mesi prima, il tandem repubblicano Nixon-Agnew si impose nei confronti della coppia democratica Humphrey-Muskie mentre, in quelle successive del 1972 letteralmente trionfò contro i rivali McGovern e Shriver. Stava però già montando lo scandalo Watergate con le sue intercettazioni e Agnew si dimise dalla carica di Vicepresidente degli Stati Uniti il 10 ottobre 1973, in seguito a un’accusa di evasione fiscale e di ricezione di tangenti.

Era stato accusato di aver ricevuto tangenti mentre era Governatore del Maryland e già vicepresidente, in particolare durante il suo mandato come governatore dal 1967 al 1969. Le accuse riguardavano ovviamente il periodo precedente al suo incarico di vicepresidente, ma l’attenzione su di lui si intensificò nel contesto dello scandalo Watergate.

Per evitare un possibile arresto e per porre fine alle speculazioni che già coinvolgevano il presidente Nixon, Agnew decise di dimettersi dalla sua carica. A seguito di ciò, Gerald Ford fu nominato e confermato come nuovo vicepresidente, occupando la carica lasciata vacante. Questo evento portò Ford a divenire il 38º presidente degli Stati Uniti dopo le dimissioni di Nixon nel 1974.

Spiro Theodore Agnew era nato da genitori greci in Maryland, e lì iniziò la sua carriera come avvocato e divenne attivo in politica locale divenendo noto a livello nazionale quando fu eletto Governatore dello Stato nel 1966. Durante il suo mandato di Governatore, si concentrò su questioni di ordine pubblico e questioni legate al welfare e all’istruzione.

Agnew fu noto per la sua posizione decisa a favore della legalità e dell’ordine in un momento particolarmente turbolento per gli Stati Uniti. Affrontò le crescenti preoccupazioni sulla criminalità e la protesta sociale, sostenendo politiche più rigide contro i disordini civili.

Divenne, in particolare, famoso per i suoi discorsi in cui parlava della “Maggioranza Silenziosa”, un termine da lui coniato. Questa era una visione secondo cui la maggior parte degli americani moderati e conservatori che non partecipavano alle proteste erano in realtà una maggioranza silenziosa. Agnew utilizzò questo concetto per criticare coloro che erano coinvolti in movimenti di protesta e per sostenere la linea politica del governo Nixon.

Inoltre, anche se il ruolo del Vicepresidente in questioni di politica estera non è sempre così prominente come quello del Presidente, Agnew partecipò a diverse missioni diplomatiche e rappresentò gli Stati Uniti in alcune occasioni all’estero. Divenne noto anche per la sua retorica assertiva e talvolta polemica, specialmente quando rispondeva alle critiche rivolte al governo o ai conservatori. Questo gli guadagnò elogi da parte dei sostenitori ma anche feroci critiche da parte degli oppositori.

Come quella di Nixon, la sua figura rimane controversa e la sua eredità è stata inevitabilmente offuscata dagli scandali che hanno portato alle sue dimissioni. Il suo coinvolgimento in pratiche illegali ha portato a un giudizio negativo sulla sua figura e ha spesso relegato la sua importanza storica a quella di un politico che ha lasciato l’incarico in disgrazia senza tenere conto del ruolo che ebbe in politica interna dove in molti riconoscono il suo contributo alle politiche repubblicane dell’epoca.

Nonostante la carica non si distinse molto nelle vicende economiche di una presidenza caratterizzata, tra l’altro, dall’abbandono del Gold Standard ed è più ricordato per come sostenne l’uso dell’autorità federale per intervenire in caso di disordini civili. Ad esempio, durante le proteste anti-guerra e altri movimenti sociali dell’epoca, Agnew appoggiò l’intervento delle forze dell’ordine per preservare la stabilità governativa.

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