Terra e libertà (Film, 1995)

Ken Loach scrive uno dei film più ideologici della sua carriera, raccontando la guerra civile spagnola con il doppio meccanismo del flashback prolungato e della narrazione in soggettiva. Tutto comincia in Inghilterra, nel giorno del funerale di nonno David, quando la nipote scopre i ritagli sulla guerra civile spagnola alla quale aveva preso parte e le lettere spedite dal fronte alla compagna. Il racconto deriva dalla lettura dei documenti, procede spedito illustrando la partenza di David Carr, operaio di Liverpool iscritto al partito comunista, deciso ad abbandonare la fidanzata per andare a combattere una rivoluzione internazionalista che dovrebbe liberare la Spagna dai franchisti.

Il film è ispirato dalla lettura di Omaggio alla Catalogna di George Orwell ed è incentrato sulle vicende che riguardano una piccola formazione partigiana, la milizia del Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM), di matrice trozkista, avversata dalle Brigate Internazionali di stampo stalinista. Il regista fa emergere tutte le contraddizioni di una rivoluzione persa soprattutto per dissidi e contrasti interni, fin dal giorno in cui le due diverse fazioni rivoluzionarie – divise sulla collettivizzazione della terra e sui metodi di combattimento – cominciarono a farsi la guerra tra loro invece di combattere i fascisti. David lotta al fianco della milizia, finisce per innamorarsi di Blanca (una compagna catalana), che nelle ultime scene belliche viene uccisa da un ufficiale delle Brigate Internazionali.

Stupendo e altamente metaforico il legame tra la scoperta dei ricordi e il racconto, segnato da un foulard rosso nel quale David aveva conservato un po’ di terra collettivizzata, dove venne sepolta Blanca. L’ultima sequenza del film vede la nipote versare il contenuto del foulard sulla bara del nonno, prima che venga ricoperta con la terra del cimitero, salutandolo con le lacrime agli occhi e il pugno chiuso in alto, insieme agli altri familiari.

Terra e libertà è il motto anarchico dei guerriglieri di Zapata, come nel film spesso si pronuncia l’espressione No pasaran!, che verrà usata anche nella Rivoluzione Cubana, infine sentiamo intonare l’Internazionale, accompagnato dai canti rivoluzionari spagnoli come A las barricadas e Si me quieres escribir.

Tra gli attori da segnalare la rivelazione della catalana Rosana Pastor (1960), conosciuta nel mondo per questo ruolo, che dopo si è limitata a fare televisione e a continuare un’attività politica in sintonia con il suo lavoro più importante. Giovanna la pazza (2001) di Vincente Aranda la vede nei panni di Elvira ed è un altro ruolo convincente per cui viene ricordata. Il protagonista, invece, è l’attore britannico Ian Hart (1964), bravo e diligente, professionale in un’interpretazione senza sbavature, al suo quinto film in carriera. Paul Laverty interpreta un membro della milizia, ma dal film successivo (La canzone di Carla) sarà lo sceneggiatore di fiducia di Ken Loach.

Il film è scritto in maniera lineare, quasi didascalica, il suo peggior difetto è quello di essere un film a progetto, nel quale si vuol dimostrare una tesi preconfezionata. Difetto che può essere visto come pregio, perché la pellicola non risente degli anni trascorsi ed è tuttora il miglior documento possibile – più di tanti libri – per comprendere il motivo del fallimento rivoluzionario spagnolo. Fotografia iberica perfetta con grandi scenografie di terre desertiche bruciate dal sole e paesini antichi in mezzo alle campagne dove si nascondono i rivoluzionari. Parte bellica credibile e ben girata, che si alterna a momenti di vita quotidiana e a (forse) troppe sequenze verbose di discussioni politiche, assemblee di stampo comunista, momenti in cui si prendono decisioni importanti. Ottima l’idea di mantenere le lingue originali dei personaggi (l’inglese viene tradotto in italiano) con gli attori che si esprimono in spagnolo e in catalano, sottotitolato. Produzione britannica, ma ci sono anche Italia, Francia, Spagna e Germania per dare vita a una pellicola di grande valore storico. Visto su Rai 5, ciclo Ken Loach, senza pubblicità. Da recuperare su Rai Play.

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Regia: Ken Loach. Soggetto: George Orwell (Omaggio alla Catalogna, ispirato a). Sceneggiatura: Jim Allen. Fotografia: Barry Ackroyd. Montaggio: Jonathan Morris. Effetti Speciali: Reyes Abades. Musiche: Juan Ignacio Cuadrado Bueno, George Fenton, Christianus Geyter Petrus, Mabel Wayne. Scenografia: Martin Johnson. Costumi: Ana Alvargonzáles. Trucco: Annie McEwan. Produttore: Rebecca O’ Brien. Produttori Esecutivi: Ulrich Felsberg, Gerardo Herrero, Sally Hibbin. Case di Produzione: BBC Films, British Screen Productions, Canal+, Degeto Film, Diaphana Film, BIM Distribuzione, Eurimage, TVE – Televisione Spagnola, Polygran Filmed Entertainment, Road Movies Dritte Produktionen, Nessidor Films, Parallax Pictures, European Coproduction Fund, Filmstiftung Nordrhein-Westfalen. Distribuzione (Italia): BIM Distribuzione. Titolo Originale: Land and Freedom. Lingue Originali: Inglese, Spagnolo, Catalano. Paesi di Produzione: Regno Unito, Spagna, Germania, Italia, Francia, 1995. Durata: 109’. Interpreti: Ian Hart (David Carr), Rosana Pastor (Blanca), Frédéric Pierrot (Bernard), Tom Gilroy (Lawrence), Icíar Bollaín (Maite), Marc Martínez (Vidal).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog La Cineteca di Caino”]

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