Criptovalute e normativa UE

L’esplosione del fenomeno delle criptovalute ha comportato una grande confusione nelle persone per la definizione e la comprensione di questo mezzo finanziario, generando dubbi e provocando disorientamento nei consumatori. L’Unione europea intende promuovere lo sviluppo di tali tecnologie e il loro utilizzo a livello europeo, puntando inoltre alla protezione gli utenti; se è vero che la possibilità di effettuare transazioni semplici e sicure senza il bisogno intermediari e l’assenza di un registro centrale, rendono attraenti le criptovalute, questo ha generato la necessità di una nuova legislazione dell’UE per aumentare la protezione contro rischi sostanziali. I nuovi regolamenti mirano ad affrontare vari rischi rappresentati dai cripto-asset, nell’uso delle criptovalute, le persone non sono coperte dalle norme dell’UE sulla protezione dei consumatori e spesso non sono ben informate dei rischi, il che potrebbe significare perdite di denaro. Le Cripto-attività sono risorse digitali utilizzabili sia come mezzo di scambio o che come investimenti, ma siccome, a differenza del sistema bancario tradizionale, non necessitano un registro centrale, basandosi solo su una tecnologia del registro distribuito. Sono di natura privata; ossia non vengono emessi o garantiti da una banca centrale o da un’autorità pubblica e sono protetti da crittografia.

Le prime criptovalute ad essere introdotte sul mercato sono stati i bitcoin, lanciati nel 2008 come criptovaluta; un metodo di pagamento alternativo alle valute emesse dalle banche nazionali. Nel 2020 si contavano già 5.600 tipi diversi di criptovalute, per un valore globale stimato in 250 miliardi di euro (che rappresenta ancora una proporzione relativamente modesta del valore monetario totale). Questo tipo di criptovaluta, generalmente non è supportata da attività con valore intrinseco e il loro valore è spesso piuttosto volatile, il che ne limita l’uso pratico, trasformandoli in una forma di investimento rischiosa piuttosto che un’utile valuta.

L’uso diffuso di criptovalute senza regolamentazione potrebbe causare instabilità finanziaria, manipolazione del mercato e potente strumento per la criminalità organizzata, considerando che le transazioni sono in gran parte anonime. Sulla scia della guerra in Ucraina, i paesi dell’UE hanno limitato il commercio di criptovalute da utilizzare in Russia e con soggetti russi. Le criptovalute rappresntano anche un forte problema ambientale, la tecnologia utilizzata per l’elaborazione della moneta richiede quantità di elettricità enormi, con un conseguente impatto elevato ai fini della sostenibilità. Si calcola che il consumo energetico del bitcoin è pari a quello di un Paese di piccole dimensioni, per questo si vuole arrivare a ridurre l’impronta di carbonio delle criptovalute attraverso le disposizioni contenute nel regolamento MiCA, che obbligano i principali fornitori di servizi di cripto-asset a divulgare il loro consumo di energia.

Il Markets in Crypto-Assets (MiCA o mercati delle cripto-attività) è un accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio che è stato raggiunto nel giugno 2022. Ad aprile 2023 è stato formalmente approvato dal Parlamento e a maggio 2023 è stato approvato da parte dei Paesi UE in Consiglio, ultima fase della procedura legislativa. Le nuove norme puntano a fornire certezza del diritto, sostenere l’innovazione, proteggere i consumatori, gli investitori, nonché a garantire la stabilità finanziaria, al fine di incoraggiare lo sviluppo e l’uso di tali tecnologie. Attraverso una regolamentazione delle offerte pubbliche di criptovalute, le norme garantirebbero la stabilità finanziaria, la trasparenza, l’informativa, l’autorizzazione e il controllo delle operazioni. Gli eurodeputati auspicano che l’emissione di alcuni token (gettoni) venga controllata dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati e dall’Autorità bancaria europea. Le aziende che si occupano di criptovalute dovranno informare meglio i consumatori su rischi, costi e oneri e adeguare l’informativa su rischi, costi e oneri.

Nel marzo 2022 il Parlamento ha approvato nuove norme per supportare la sperimentazione della tecnologia del registro di contabilità distribuita come le blockchain per il commercio di criptovalute. Tali tecnologie consentono la registrazione delle interazioni e il trasferimento di criptovalute. L’obiettivo di questa legislazione è incoraggiare lo sviluppo di soluzioni per il trading di criptovalute, preservando un elevato livello di stabilità finanziaria, trasparenza e integrità del mercato. Nell’ottobre 2022, il Parlamento ha chiesto ai paesi dell’UE di coordinarsi meglio sulla tassazione delle criptovalute, affermando che devono essere soggetti a una tassazione equa, trasparente ed efficace, ma che le autorità dovrebbero prendere in considerazione un trattamento fiscale semplificato per i commercianti occasionali o di piccole dimensioni e le piccole transazioni. I membri hanno affermato che la blockchain potrebbe facilitare un’efficace riscossione delle tasse. Nell’aprile 2023, il Parlamento ha approvato anche le norme che consentono il tracciamento e l’identificazione dei trasferimenti di criptovalute, per prevenirne l’uso nel riciclaggio di denaro, nel finanziamento del terrorismo e in altri reati. La nuova normativa consente anche il blocco delle transazioni sospette. Le norme riguardano le transazioni di cripto-asset superiori a € 1000 e questo nuovo provvedimento è stato formalmente approvato dal Consiglio nel maggio 2023. Le idee per un futuro sviluppo delle criptovalute in modo sicuro, vede l’introduzione di nuove forme e tipologie, come i

Tokens (it.gettoni), recente evoluzione delle criptovalute. Consistono in rappresentazioni digitali di interessi o diritti su determinate risorse. In genere vengono emessi per raccogliere capitali per nuove iniziative. Altra novità potrebbero essere gli stablecoins (valute digitali ancorate a attività di riserva stabili), che andrebbero a costituire un metodo di pagamento più stabile, dal momento che il loro valore è supportato da beni reali, offrendo nuove possibilità di innovazione e utilizzo su scala più ampia.

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