Tempo limite

Tutti gli esseri viventi hanno una data di scadenza, che ignoriamo ma è inevitabile. Un tempo limite. Le infermità del Papa e di Berlusconi ce lo hanno ricordato con forza. Sono due personaggi che non hanno nulla in comune, salvo l’età. Ottantasei anni non sono di questi tempi la vecchiezza estrema, ma sono comunque moltissimi. Le forze fisiche sminuiscono drasticamente, ogni giorno si scende un gradino in più nella scala della vita. Il corpo risponde sempre meno, anche se la mente resta lucida.

Penso che chi ha raggiunto quell’età dovrebbe avere il buon senso e la dignità di ritirarsi dalla vita attiva e rinunciare a incarichi che richiedono pienezza di vigore fisico. Ma ben pochi lo fanno, come ha avuto il coraggio di farlo Benedetto XVI, ma preferiscono restare aggrappati al potere che sfugge loro. Così, Papa Francesco si trascina sulla sedia a rotelle e il suo volto si scava a mostrare la crescente debolezza. Debolezza che si riflette anche nei suoi sermoni, che mancano di quella forza, direi di quella virilità, che distingueva Pio XII e il Giovanni Paolo II dei tempi migliori; anche le sue invocazioni alla pace suonano purtroppo deboli, quasi querule.

Quanto a Berlusconi, tiene la scena come ha fatto per decenni, con la sua infermità che occupa i titoli della stampa, in una misura, a mio avviso francamente esagerata. Con tutto quello di grave e pericoloso che succede nel mondo, non riesco davvero a palpitare per i suoi bollettini medici e mi rifiuto di raccogliere preziosamente quello che dicono i suoi amici e parenti; tutti, ahimè, insieme ai suoi fans. Ma loro e lui dovrebbero accettare il fatto che il suo tempo (spero non la sua vita) è finito.

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