Spagna, in vigore l’autodeterminazione di genere

Madrid – Il Parlamento spagnolo ha approvato la “Ley Trans” con 191 voti favorevoli, 60 contrari e 91 astensioni. Si tratta di una Legge che modifica i diritti delle persone transgender dando loro la possibilità di scegliere anagraficamente il sesso che più le rappresenta.

La legge permette, in questo senso, l’autodeterminazione di genere, la possibilità cioè di riconoscere la propria identità di genere attraverso una manifestazione personale e senza bisogno di previe diagnosi mediche o psicologiche, facendo in questo modo perdere alla transessualità il concetto di “patologia”, attribuitogli dalle precedenti leggi.

La proposta di Legge è stata inizialmente avviata cinque anni fa dal PSOE (il Partito socialista spagnolo), ma poi ripresa ed approvata grazie a Podemos, che da sempre si batte per i diritti LGBTI. Una grande sostenitrice del movimento è Irene Montero, attuale Ministra dell’uguaglianza nel Governo Sanchez.

Ma, concretamente, cos’è cambiato con l’approvazione di questa Legge? Fino a pochi giorni fa, in base ad una legge del 2007, le persone transgender in Spagna dovevano, per poter cambiare di genere anagraficamente, fornire un diagnostico che attestasse la loro disforia di genere (ossia un’intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso) e dimostrare di essere sotto trattamento ormonale da almeno due anni.

Oggi, invece, questi due requisiti non sono più necessari ed il procedimento, quindi, sarà strutturato nel seguente modo: 1 – i maggiori di 16 anni avranno piena libertà di scelta, e potranno richiedere la modifica dei loro documenti senza necessariamente essere maggiorenni; 2 – la fascia che va dai 14 ai 16 anni, invece, potrà cambiare di genere con l’approvazione di ambedue i genitori; 3 – dai 12 ai 14 anni sarà invece necessaria anche l’approvazione giudiziaria. Il procedimento comunque sarà caratterizzato da una doppia domanda, ripetuta dopo i tre mesi dalla prima richiesta. Probabilmente, un modo per confermare la decisione presa qualora vi fossero potenziali dubbi.

I socialisti inizialmente sostenevano la nuova legge poiché intenzionati a garantire una più ampia “sicurezza legale e giuridica” a chiunque avesse la necessità di voler affrontare un cambiamento di genere. Ma avevano anche proposto, originariamente, che il procedimento dovesse svolgersi almeno con la presenza di un certo numero di testimoni; ma poi sono scesi ad un compromesso ed hanno accettato il concetto di autodeterminazione di genere senza la presenza dei testimoni.

L’ala conservatrice del Congresso, però, non ha esitato a manifestare il suo dissenso accusando la Ministra Montero di fomentare ed incentivare la transessualità e a spingere i minori a mutilare i loro corpi, distruggendo così, per sempre, la vita di intere famiglie.

Comunque, la legge sulla transessualità prevede, oltre alla possibilità di cambiare di sesso, una serie di altre misure, quali: l’abolizione dell’obbligo di matrimonio per coppie femminili che intendono crescere i propri figli, proibizione delle terapie di conversione, protocolli per persone transessuali ed intersessuali in ambito sanitario, obbligo per le aziende con più di 50 dipendenti di promuovere piani di uguaglianza LGTBI e la promozione di studi e ricerche riguardanti la condizione delle persone LGTBI.

In concomitanza con questa Legge è stata approvata anche una riforma, sempre riguardante i diritti civili, che prevede la possibilità per le ragazze maggiori di 16 anni di ricorrere all’interruzione di gravidanza senza consenso dei genitori ed il congedo mestruale (a carico dello Stato) la cui durata è a discrezione del medico.

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