Italia delle Regioni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo alla Conferenza “Italia delle Regioni” svoltasi alla Villa Reale di Monza, ha affermato: “Il riconoscimento della Conferenza delle Regioni quale organo comune delle Regioni e delle Province Autonome è un importante passo in avanti sulla strada della collaborazione, con l’esito di conferire maggior peso al sistema regionale, agevolando l’espressione di posizioni condivise. Desidero sottolineare come, per la prima volta, venga stipulata un’intesa con il consenso unanime delle regioni ai sensi dell’ottavo comma dell’articolo 117 della Costituzione. Una disposizione quest’ultima che riconosce alle Regioni la facoltà di stipulare intese, da ratificare con legge regionale, per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con l’individuazione di organi comuni”. Durante la pandemia la “Conferenza delle Regioni ha svolto un ruolo di grande rilievo, costituendo per il Governo un interlocutore fondamentale, in grado di mediare tra le diverse sensibilità regionali e di assicurare quell’unità di intenti e di posizioni indispensabile in un momento così critico per i cittadini”.

Per il Capo dello Stato, “il ruolo istituzionale delle Regioni è risultato sensibilmente accresciuto dalla riscontrata capacità di adottare indirizzi comuni e di operare, pur senza ignorare le differenze, con l’affermazione di un principio di responsabilità nazionale espressa dai territori”. Inoltre, “la Conferenza si è dimostrata la sede idonea ad assumere decisioni e a individuare soluzioni con rapidità, rafforzando il consenso in merito a scelte, ripeto, non facili ma necessarie”.

Tutte le Regioni e le Province autonome hanno sottoscritto l’Intesa prevista dalla Costituzione (art.117), individuando come organo comune la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, rafforzando il Patto istituzionale Regioni davanti al Presidente della Repubblica.

“Davanti al Presidente della Repubblica è stato un onore rinnovare il Patto di collaborazione tra tutte le Regioni sottoscrivendo l’Intesa di costituzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, secondo quando previsto dall’articolo 117 ottavo comma della Costituzione”, ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Quarantuno anni fa, i Presidenti di Regione – ha ricordato Fedriga – decisero di dar vita alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, consapevoli che solo attraverso una stretta collaborazione e condivisione si potessero rappresentare al meglio nei confronti del Governo e del Parlamento le “ragioni” delle Autonomie territoriali”.

L’articolo cinque della Costituzione include “nei principi fondamentali tanto l’unità e l’indivisibilità della Repubblica, quanto il riconoscimento e la promozione delle Autonomie locali”.  “L’autonomia – rileva Fedriga nel discorso davanti al Capo dello Stato – è uno dei princìpi fondamentali della nostra Repubblica, è altrettanto vero che tale principio è vitale e fecondo se coordinato, collegato e integrato in un’ottica di unità e collaborazione”. Quindi Fedriga sottolinea “l’importanza di affidare alla Regione il ruolo di organo di collegamento tra lo Stato e le autonomie locali” e come “il riconoscimento delle Regioni nella Costituzione” avvenisse nella nuova “democrazia italiana, come elemento di rafforzamento, e non di disgregazione, dell’unità”.

Le posizioni delle Regioni, osserva Fedriga, oggi sono “raggiunte sempre all’unanimità, senza distinzioni politiche o territoriali. Le istanze di una Regione diventano le istanze di tutte, proprio nel nome della massima valorizzazione dell’autonomia”. L’esperienza della pandemia “ha significato un momento di crescita”, confermando che “solo l’unità e la condivisione potevano indicarci possibili soluzioni e così abbiamo iniziato a ritrovarci ogni giorno, ad ogni ora, per condividere insieme linee, azioni e strategie”.

Per Fedriga il Pnrr è oggi un “momento straordinario di potenziale sviluppo del nostro Paese”, quindi occorre una visione chiara “degli interventi per i singoli territori, verificando ed incrociando gli investimenti con la programmazione regionale” per rendere ogni azione più spedita, più efficace”.  Sono da verificare “le ricadute degli investimenti sui territori regionali per garantire uno sviluppo omogeneo ed evitare che vi siano aree prive o quasi di interventi significativi”. È pertanto “necessario rafforzare la collaborazione interistituzionale, perseguendo una logica di integrazione delle politiche pubbliche”.  Poi Fedriga, sul PNRR osserva “abbiamo l’opportunità di superare i nodi strutturali che da troppi anni limitano le potenzialità di crescita del Paese e indeboliscono la coesione sociale”. Ma è necessaria anche “una forte semplificazione, normativa ed amministrativa”.

Fedriga ribadisce lo spirito di collaborazione delle Regioni anche con il nuovo Governo, così come è avvenuto nel passato, “consci dei bisogni e delle esigenze delle realtà da noi amministrate”. Le Regioni rappresentano – aggiunge Fedriga – “proprio quel valore di pluralismo che è portatore di innovazione e creatività”, sono “Istituzioni dedicate a rispondere ai bisogni dell’ambiente, allo sviluppo locale, alla riduzione del disagio sociale, alla garanzia dei livelli delle prestazioni sanitarie, alla innovazione”. Costruiamo l’unità nazionale, ognuno con “la propria specificità e in un’ottica di solidarietà e interdipendenza”.

“In tale prospettiva – spiega Fedriga – vanno lette oggi anche le iniziative intraprese da alcune Regioni per il riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia previste dall’articolo 116, comma terzo, della Costituzione, quali possibili punti di approdo nella ricerca di forme di governo territoriale avanzate, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e della perequazione infrastrutturale, all’insegna di un nuovo equilibrio tra unità e differenziazione. Crediamo che la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nel rispetto delle procedure previste dalla legge e delle competenze del Parlamento e del Governo, possa rappresentare un organismo nel quale insieme condividere i principi generali di questa riforma”.

Il Titolo V della Costituzione “è rimasto parzialmente incompiuto: già all’indomani dell’entrata in vigore della riforma costituzionale, le Regioni evidenziarono al Governo l’opportunità di procedere immediatamente alla costituzionalizzazione del sistema delle Conferenze. La costituzionalizzazione delle Conferenze ormai non è più differibile. Per questo ci impegneremo ad adottare ogni utile iniziativa per far rientrare nel solco costituzionale la disciplina dei rapporti tra lo Stato e le Regioni”.

Per questi motivi viene sottoscritta “l’intesa ai sensi dell’articolo 117, ottavo comma, della Costituzione, al fine di rafforzare la collaborazione in tutte le competenze e le funzioni da esercitarsi negli ambiti di comune interesse, di conferire piena espressione istituzionale alla Conferenza delle Regioni, riconoscendone il ruolo fondamentale per l’interlocuzione con il Governo, con il Parlamento e le istituzioni comunitarie”.

Infine, anche nel ricordo di Jole Santelli e Roberto Maroni, Fedriga ha riaffermato – davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – che “con la stipula dell’intesa, le Regioni si impegnano a servire le nostre Istituzioni con il più alto senso di responsabilità per la promozione sociale, culturale, economica del Paese”.

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