UE e rifugiati ucraini

L’invasione russa dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, ha provocato una delle più gravi crisi umanitarie della recente storia d’Europa. La popolazione civile ucraina è oggetto di bombardamenti e violenze, milioni di persone sono sfollate, sia all’interno del Paese che negli Stati confinanti, principalmente in Polonia, ma anche in Romania, Slovacchia, Ungheria e Moldavia. Circa il 90% sono donne e bambini, i quali sono anche esposti ad un alto rischio di violenza e abusi, come traffico di essere umani, contrabbando e adozioni illegali. La crisi dei rifugiati innescata dalla guerra ha dato vita a ondate di solidarietà e mobilizzazione in tutta Europa, con l’UE e i suoi Stati membri in prima linea che hanno fornito soccorso agli sfollati e supportato i Paesi al confine con l’Ucraina.

Secondo gli eurodeputati, mentre più di due milioni di rifugiati fuggono dalla guerra in Ucraina, soprattutto verso l’UE, gli Stati membri devono continuare a mostrare solidarietà. La Commissaria Ylva Johansson ha sottolineato la straordinaria pressione che grava sui Paesi UE che condividono i confini con l’Ucraina: Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania, così come la Repubblica di Moldavia. L’UE ha risposto con l’attivazione all’unanimità da parte del Consiglio del meccanismo di protezione temporanea, nel fornire solidarietà in tutta l’UE e nel sostenere l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e la Croce Rossa, che operano sul campo, e con l’attivazione di 500 milioni di euro in aiuti umanitari. Le agenzie dell’UE forniscono personale e competenze supplementari a sostegno degli Stati membri: ad esempio, 49 agenti di Frontex sono stati inviati alle frontiere tra UE e Ucraina e tra Moldova e Ucraina, e altri 162 in Romania. La missione dell’UE di assistenza alle frontiere è stata ricollocata a Chisinau e ora fornisce sostegno diretto ai valichi di frontiera.

Il 24 marzo, gli europarlamentari hanno approvato una proposta della Commissione relativa a un’azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE) per redistribuire i fondi disponibili ai Paesi UE che offrono protezione alle persone in fuga dall’aggressione russa. A questo potrebbero aggiungersi 10 miliardi di euro addizionali dal programma REACT-EU, un fondo creato per fungere da ponte tra le misure di emergenza Covid e i fondi di coesione. Il Parlamento ha inoltre prorogato di un anno, ovvero fino alla metà del 2024, il periodo in cui operano il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e il Fondo Sicurezza interna. L’estensione consente ai Paesi UE di ridistribuire urgentemente i fondi inutilizzati per far fronte all’afflusso di rifugiati dall’Ucraina. Si prevede di sbloccare circa 420 milioni di euro per fornire ulteriore supporto in termini di alloggi, cibo, assistenza sanitaria o personale aggiuntivo. Ulteriore assistenza, consistente in forniture mediche, tende e generatori di corrente, è stata inviata agli Stati confinanti e all’Ucraina attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE e le scorte mediche di RescEU.

Durante la sessione plenaria del 23-24 marzo, gli europarlamentari hanno inoltre convenuto di fornire alla Moldavia un supporto finanziario per l’accoglienza dei rifugiati, oltre alla concessione di aiuti macro-finanziari per coprire parte delle sue necessità di finanziamento esterno. Il 1° marzo, con una risoluzione adottata durante la plenaria straordinaria, il Parlamento ha accolto favorevolmente l’attivazione della Direttiva sulla protezione temporanea per la prima volta dalla sua entrata in vigore nel 2001. La direttiva mira a concedere immediata protezione temporanea all’interno dell’UE alle persone che fuggono dalla guerra in Ucraina, inclusi i cittadini ucraini, cittadini di Paesi terzi, apolidi o persone con permesso di soggiorno nel Paese. Il Parlamento ha adottato una risoluzione per richiedere diverse misure per proteggere i minori e i giovani in fuga dalla violenza e per facilitare la loro integrazione nelle comunità del paese ospitante. Il testo non legislativo è stato adottato con 509 voti favorevoli, 3 contrari e 47 astensioni: “Ogni minore ha il diritto di essere protetto dalla violenza, dallo sfruttamento e dagli abusi“.

I deputati raccomandano che alle frontiere siano presenti i responsabili della protezione dei minori per individuare rapidamente e accuratamente i minori vulnerabili, e registrare la loro identità e nazionalità così come i loro bisogni specifici. I servizi, tra cui il sostegno psicosociale, il sostegno alla salute materna, la protezione contro la violenza di genere, il rintracciamento della famiglia e il sostegno al ricongiungimento familiare, dovrebbero essere garantiti all’interno dei sistemi nazionali di protezione, incluso l’accesso a tutti i servizi di base e un’assistenza adeguata. I deputati chiedono inoltre la nomina di un tutore per i minori non accompagnati e separati e i minori in assistenza istituzionale. I servizi di protezione minori nel paese di accoglienza dovrebbe monitorarli continuamente per garantirne il benessere e la localizzazione dopo il loro arrivo. I paesi ospitanti dovrebbero garantire l’accesso all’istruzione e alla sanità per i minori in fuga dall’Ucraina alle stesse condizioni previste per i bambini nei paesi ospitanti. I deputati chiedono anche meccanismi di ricollocazione che diano priorità al ricongiungimento familiare e alla ricollocazione dei minori vulnerabili, come ad esempio il meccanismo di solidarietà per i trasferimenti medici intra-UE di bambini e giovani che necessitano di cure e terapie salvavita immediate.

Commentando la situazione umanitaria, la Presidente Roberta Metsola ha proseguito: “Milioni di persone sono scappate dall’Ucraina. Altri milioni sono sfollati all’interno del paese. Dobbiamo essere pronti, ma soprattutto dobbiamo essere disposti a fare tutto il necessario per dare un futuro senza timori a chi arriva ai nostri confini. Dobbiamo guidare gli sforzi. Il volto dell’Europa che dobbiamo mostrare deve essere quello dei cuori e delle case aperte. Un’espressione tangibile del nostro stile di vita europeo: coniugare la compassione con la forza. E’ necessario trovare soluzioni pratiche e percorribili per i dossier su asilo e migrazione che sono rimasti bloccati per troppo tempo. Adesso è il momento di rafforzare la nostra unità prima di trovarci di fronte a una situazione impossibile da gestire e di doverci nuovamente rivolgere ai nostri cittadini con delle scuse sul perché non ce l’abbiamo fatta”.

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