La quinta colonna

La grande maggioranza del mondo civile condanna Putin come un criminale, pronto a rischiare la pace in Europa e nel mondo per soddisfare le sue dispotiche ambizioni. Eppure, anche in Occidente c’è chi si ostina a difenderlo e magari a esaltarlo. Sono quelli che i tedeschi, con un nuovo termine, chiamano i “Putinversteher”, cioè quelli “che capiscono Putin”.

La cosa incomprensibile è che fra questi ci sia anche una parte della sinistra estrema, come in Francia il comunista Melanchon, che di tutto accusa, non l’aggressore ma l’aggredito, e, beninteso, gli Stati Uniti e l’Europa. Si tratta del vecchio riflesso antiamericano e anti-NATO che era logico ideologicamente ai tempi dell’URSS  “patria dei lavoratori e del socialismo” e nemica dell’imperialismo capitalista, ma assurdo ora, a favore di un despota megalomane dichiaratamente di estrema destra e spregiatore dei più elementari diritti umani, che ripete uno a uno i passi funesti di Hiitler: un despota che spende il 14% del suo bilancio in armi, cioè in strumenti di distruzione e di morte, mette in galera i suoi oppositori, reprime con la forza ogni manifestazione anche pacifica dii dissenso e fa assassinare chi gli è contro.

Ma la cosa veramente disgustosa è che tra i “putinversteher” ci sono anche dei fieri nazionalisti, tra cui peggiore di tutti Donald Trump, e con lui Marine Le Pen e il razzista Eric Zemmour (meno male che da noi Salvini e la Meloni hanno subito adottato la posizione corretta). L’ex Presidente americano ha dichiarato sin dall’inizio che Putin è un genio e un saggio, poi, senza timore di contraddirsi, ha detto che Mosca non avrebbe “osato” invadere l’Ucraina se lui fosse rimasto alla Casa Bianca. Certo, non ne avrebbe avuto bisogno: Trump in quattro anni ha regalato a Putin su un piatto d’argento il Medio Oriente, ha cercato di scassare la NATO e l’UE e l’Ucraina gliela avrebbe servita senza battere ciglio, a parte forse un po’ di sbruffonate, come quella del “ii mio bottone nucleare è più grosso del tuo”; aria fritta visto che non ha impedito alla Corea del Nord di aumentare considerevolmente il proprio arsenale nucleare, né a Maduro di opprimere il popolo venezuelano.

Tutto questo sarebbe bassa politica o puro folclore, se in realtà non ci trovassimo di fronte a quella che un senatore francese ha definito: La “Quinta Colonna”. Una Quinta Colonna che opera da anni in Occidente, sostenuta dalla propaganda e dal denaro moscovita, diretta a minare o corrodere come un tarlo la solidità della nostra democrazia e delle nostre istituzioni.

Naturalmente, nei paesi liberi (a differenza di Russia, Cina, Cuba etc.) le opinioni e la loro espressione non possono essere perseguite. Ma, al di là della tragica vicenda ucraina, che purtroppo terminerà con la vittoria del male, dovremo stare tutti molto attenti a che la Quinta Colonna non riesca a farci rimettere in causa le istituzioni democratica e, più ancora, le istituzioni occidentali alle quali dobbiamo settant’anni di sicurezza e di sviluppo.

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