Italia delle Regioni

Nell’ambito delle azioni promosse dal ministero della Transizione ecologica a favore della mobilità sostenibile, i Comuni dell’Anci organizzano, dal 24 al 30 settembre prossimi, la V Conferenza Nazionale Anci sulla Mobilità Sostenibile.

A causa dell’emergenza sanitaria l’evento è stato strutturato e suddiviso in un ciclo di cinque momenti dedicati, il principale dei quali si terrà in presenza presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma, nella giornata inaugurale del 24 settembre prossimo. A seguito dell’emergenza Covid-19, la mobilità urbana ha incrementato la sua forte caratterizzazione di settore determinante per le nostre città. Elemento di forte impatto nella quotidianità della comunità e vivace condizionamento all’azione ed efficienza amministrativa dei Comuni o delle Città metropolitane, essa, in questo particolare momento, è divenuta cruciale in tutte le sue diverse declinazioni. Con la crisi sanitaria sullo sfondo, il 2020 e il 2021 hanno visto e stanno vivendo molte novità ed accelerazioni nell’intera filiera della mobilità, sia sul piano normativo, sia per quanto attiene allo sviluppo di iniziative ed opportunità per gli enti locali. Ciò richiede un approfondimento comune e riflessioni condivise, a partire dalla sfida del Piano di Ripresa e Resilienza.

L’evento principale è dedicato alla rivoluzione che sta vivendo il tema della mobilità, con una particolare attenzione alla riforma del trasporto pubblico locale e alla necessaria e intelligente integrazione di offerta pubblica, collettiva e privata, come alternativa all’utilizzo nuovamente crescente dell’automobile privata, alla multimodalità, alla digitalizzazione e al mobility management. Ulteriori argomenti che si è scelto di approfondire e discutere sono: la pianificazione della mobilità e il rafforzamento delle competenze interne degli enti territoriali, le novità normative e le iniziative per diffondere la mobilità ciclabile e attiva, la diffusione della micromobilità, la “mobilità scolastica”.

Sul fronte dei Centri per l’impiego le Regioni sono impegnate nel piano straordinario, ove occorre maggiore collaborazione istituzionale. Le Regioni sono fortemente impegnate nel complesso processo di rafforzamento dei Centri per l’impiego proprio per questo, rispetto ad alcune osservazioni riportate da organi di informazione, sentono la necessità di ristabilire la verità sui contenuti e sui tempi dell’iter attuativo in una logica di piena collaborazione interistituzionale tra i livelli di governo. E’ stato questo l’obiettivo di una informativa della Commissione lavoro, coordinata dall’assessore Alessandra Nardini della Regione Toscana, alla Conferenza delle Regioni, presieduta da Massimiliano Fedriga.

Nonostante che le Linee Guida per l’attuazione a livello regionale del Piano e per le modalità di rendicontazione della spesa siano state rese disponibili dall’amministrazione centrale solo nel mese di settembre 2020, la maggior parte di loro ha approvato in via definitiva il piano regionale attuativo del Piano Straordinario nazionale. Questo ritardo nella definizione delle linee guida nazionali ha condizionato inevitabilmente l’operatività delle Regioni, che hanno potuto quindi definire in modo compiuto i propri dispositivi solo a partire dall’ultimo trimestre del 2020, in alcuni casi procedendo all’aggiornamento dei piani inizialmente definiti.

Una parola chiara va necessariamente spesa sulle procedure di assunzione del personale aggiuntivo dei Centri per l’Impiego: le Regioni, per un concreto e radicale rafforzamento professionale dei Centri, contano di superare nel mese di dicembre 2021 le 4.500 unità a fronte dell’obiettivo di arrivare ad oltre 11.000 operatrici e operatori aggiuntivi ma va ricordato e rimarcato che il rallentamento nell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione del personale è stato dovuto all’irrompere della pandemia e al fatto che i concorsi pubblici sono stati sospesi per legge per quasi tutto il 2020, impedendo così anche il completamento delle procedure già avviate, senza contare che il contingentamento delle presenze ha reso i concorsi più lunghi e complessi, con particolare riferimento alle prove scritte.

Per le Regioni è inoltre fondamentale la copertura stabile degli oneri di funzionamento connessi alle assunzioni di personale; a questo proposito si attende il decreto di riparto di tale stanziamento che, essendo previsto solo per l’anno 2021, non appare risolutivo della problematica. In tal senso le Regioni hanno più volte presentato proposte emendative per superare tale impasse.

Appare poi urgente un’azione condivisa per l’adeguamento delle sedi e dei locali adibiti a Centri per l’impiego per i quali si registra un avanzamento della spesa ancora contenuto. Infine occorre uno sforzo condiviso per rafforzare le competenze tecniche e gli organici dei Centri per l’impiego e delle Agenzie regionali.

Infine le Regioni sono in attesa di riprendere rapidamente il lavoro con il Ministro del Lavoro Orlando sulla definizione del Programma di Garanzia di Occupabilità dei lavoratori (GOL) e ribadiscono la volontà al confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali attualmente in redazione, visto la stretta correlazione con le politiche attive.

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