Le elezioni tedesche

La campagna per le elezioni tedesche ormai imminente è entrata nel pieno con un dibattito televisivo tra i tre principali candidati alla Cancelleria, che rappresentano rispettivamente la CDU-CSU, il PSD e i Verdi. I sondaggi indicano che il dibattito non ha prodotto veri spostamenti nelle intenzioni di voto, che per il momento favoriscono il candidato socialdemocratico, Scholz, con il 36%, seguito dalla Baerbock dei Verdi con il 32%; Laschet, il candidato CDU, viene terzo con il 25%. Probabilmente Laschet paga l’usura del lungo regno di Angela Merkel (16 anni) e gli effetti della pandemia, la cui gestione, come un po’ dappertutto, ha avuto alti e bassi. Anche il disastro dell’Afghanistan (del quale la Germania, come l’Italia, ha ben poca colpa) avrà certo influito.

La rimonta dei socialdemocratici è un fenomeno interessante, perché avviene in controtendenza rispetto alle correnti di destra che percorrono l’Europa. Scholz, Vicecancelliere di Angela Merkel nel governo di coalizione, appartiene all’ala moderata e “di destra” del suo partito, anche se nella campagna elettorale e nel dibattito TV ha usato temi e toni più vicini a quelli della sinistra del Partito.

Anche se mancano varie settimane alle elezioni, forse si può immaginare una situazione in cui la composizione del Parlamento, senza una maggioranza assoluta, porti alla formazione di una coalizione. Questa dovrebbe essere guidata da Scholz, e varie combinazioni sono possibili sulla carta: una riedizione della “grande coalizione” con CDU-CSU non appare però, allo stato delle cose, la più probabile. I Verdi potrebbero costituire un partner plausibile, ma le loro esigenze in materia ambientalista sono intransigenti. Meno probabile che alla maggioranza si unisca la sinistra di Die Linke.

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