Il caso Cuomo

Il Governatore di New York, Andrew Cuomo, democratico, è seriamente nei guai. Una indagine svolta dal Procuratore Generale dello Stato ha portato alla conclusione che egli è colpevole di comportamento sessuale improprio e aggressivo con almeno undici donne del suo ufficio e che inoltre lui e i suoi principali collaboratori hanno svolto un’azione di sistematiche rappresaglie e intimidazioni a danno delle persone che lo hanno denunciato. Il Procuratore Generale di New York (una donna, democratica) ha sentito centinaia di testimonianze e scritto un rapporto di oltre 170 pagine.

In verità, nessuno ha accusato Cuomo di vera e propria violazione, o del genere di atti di cui fu (inutilmente) accusato Trump, che si è salvato pagando in alcune circostanze somme consistenti per comprare il silenzio delle sue accusatrici. Il Governatore è accusato di aver l’abitudine di toccare, accarezzare, fare commenti impropri e così via. Lui si è difeso sostenendo che  cercare un contatto fisico con la gente è una sua abitudine, che si applica a tutti, e ha fatto diffondere video nei quali lo si mostra appunto effusivo con la gente, compreso persone come Al Gore o Robert de Niro. E ha accennato anche alla sua “italianità” che lo porterebbe quasi geneticamente a rapporti calorosi con la gente.

La questione ha due aspetti: legale e politico. Dal punto di vista legale, bisognerà vedere se l’accusa riuscirà a sostanziarsi in modo credibile (le prime inchieste mostrano che meno di un terzo della gente, specie tra gli elettori democratici,non  crede alla colpevolezza). Politicamente è un’altra faccenda. Cuomo, Governatore da dieci anni e al suo terzo mandato, è molto popolare per il suo stile risoluto ed efficace, venuto fuori soprattutto nella gestione della pandemia. C’era infatti qualcuno che pensava a lui come a un possibile candidato dopo Biden. Ma ora i principali esponenti del suo partito, da Biden a Nancy Pelosi, gli hanno voltato le spalle chiedendogli di dimettersi, e nella stessa Assemblea dello Stato di New York si è avviata la procedura per l’impeachment. Difficile pensare che tutto finisca in una bolla di sapone, dimostrandosi una di quelle “caccia alle streghe” non nuove nella politica, specie americana.

Peccato, però, da un punto di vista italiano. Ho conosciuto bene il padre di Andrew, Mario Cuomo, anch’egli Governatore negli anni Ottanta e tra i democratici di maggior peso. La strada per la Casa Bianca gli fu di fatto chiusa (per sua propria scelta) dal pregiudizio ancora diffuso contro gli italo-americani, ritenuti sempre in odore di mafia (lo stesso pregiudizio distrusse Geraldine Ferraro, candidata alla Vicepresidenza con Walter Mondale). È una specie di maledizione, che un giorno o l’altro finirà, come è finita quella contro i cattolici o i negri. Ma, purtroppo, comportamenti come quello, innocente o colpevole, di Andrew Cuomo non fanno che prolungarla e confermarla.

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