Blue Jasmine (Film, 2013)

Un film che è un chiaro omaggio a Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams, ma che risente di una situazione personale vissuta dal regista dopo un divorzio burrascoso e carico di problemi. Woody Allen scrive e dirige il film affidando all’australiana Cate Blanchett (Oscar come miglior attrice protagonista) tutte le sue ansie causate da un momento difficile. Il personaggio di Jasmine, donna che ha sposato un uomo di successo che precipita nella polvere e viene respinta da tutti è credibile in tutta la sua disperazione, così come è perfetta la britannica Sally Hawkins nel ruolo della sorella sfigata, la sola ad avere un po’ di compassione per la protagonista.

Film girato tra piani sequenze e panoramiche, intensi primi piani, visioni sfuggenti e malinconiche – da vero artista – tra New York e San Francisco, fotografate benissimo, soprattutto la seconda, in una luce giallo ocra, anticata, suggestiva, tra inquadrature marine e spiagge assolate, location ricche e quartieri poveri. Montaggio alternato tra presente e passato, con inserti che servono a far capire in diretta gli eventi capitati alla protagonista e il tracollo economico-sentimentale della sua famiglia. Colonna sonora straordinaria di Christopher Lennertz – come sempre molto curata nei film di Woody Allen – dai ritmi jazz e le suadenti sonorità al piano, che guidano lo spettatore alla scoperta di un dramma descritto con toni da commedia.

Blue Jasmine è il titolo ispirato al nome della protagonista con il colore che vuol descrivere uno stato d’animo depresso, cupo, tormentato che Cate Blanchette interpreta divinamente – tra improvvisi scatti d’ira, momenti d’angoscia e parole perse nel vuoto – per l’intera pellicola. La storia di una donna che non ha mai lavorato, sposa di un truffatore fedifrago che lei stessa manda in galera e spinge al suicidio, con un figlio che la ripudia e una sorella che prima la consola poi comprende di dover fare la sua vita senza intrusioni. La storia non a lieto fine di una donna che vede sfumare un nuovo matrimonio d’interesse per un eccesso di menzogne propinate al possibile marito.

Un film di Woody Allen, che come al solito va oltre ogni classificazione. Non è commedia – soprattutto non è commedia americana – e non è dramma, ma cinema che racconta la vita nei diversi momenti, tra personaggi che sfilano quotidianamente sul palcoscenico dell’esistenza. Da vedere.

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Regia: Woody Allen. Soggetto e Sceneggiatura: Woody Allen. Fotografia: Javier Aguirresarobe. Montaggio: Alisa Lepselter. Musiche: Christopher Lennertz. Scenografia: Santo Loquasto. Costumi: Suzy Benzinger. Produttore: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson. Produttore Esecutivo: Leroy Schecter, Adam B. Stem. Casa di Produzione: Perdido Productions. Distribuzione: Warner Bros. Durata: 98’. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America. Genere: drammatico, commedia. Interpreti: Cate Blanchette (Jasmine), Sally Hawkins (Ginger), Alec Baldwin (Harold Francis), Bobby Cannavale (Chili), Louise C. K. (Alan Munsinger), Andrew Dice Clay (Augie), Peter Sarsgaard (Dwight Westlake), Michael Stuhlbarg (dott. Flicker), Max Casella (Eddie), Alden Ehrenreich (Danny Francis), Daniel Jenks (Matthew), Max Rutherford (Johnny), Tammy Blanchard (Jane), Annie McNamara (Nora), Shannon Finn (Sharon), Ali Fedotowsky (Melanie), Glen Caspillo (tassista), Conor kelicut (amico di Chili), Tom Kemp (Nat).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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