Italia delle Regioni

“A me sembra che tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa. La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione. È fuori discussione che bisogna vaccinare. Si può fare molto di più rispetto a quello che già stiamo facendo rispetto a questa situazione. Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni”. Lo ha detto Guido Bertolaso, consulente del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana per il Piano Vaccinale, intervenendo in una conferenza stampa a Palazzo Pirelli di Milano.

“Il contagio è partito molto più veloce di prima a causa delle varianti. Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta rischiamo di essere travolti. Noi come altre parti d’Italia”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dicendo che la variante inglese “pare quasi essere un nuovo virus per diffusione e categorie d’età”.

“Dobbiamo contrastare e circoscrivere il contagio con misure più restrittive su indicazioni che la sanità regionale ci dà. Senza misure la curva continuerebbe a crescere. Rispetto alle precedetti volte le limitazioni della zona arancione classica non bastano più, per come il virus corre rapidamente. Dobbiamo stringere oggi e farlo subito per augurarci di non farlo più dopo”. Così Bonaccini, facendo il punto sulle zone rosse. “Sono decisioni difficili, me ne prendo tutta la responsabilità. Occorre agire adesso per un pericolo che ha rialzato la testa con le varianti”.

“Le Regioni e le Province autonome si augurano di collaborare presto con il Governo Draghi al piano di rilancio del nostro Paese”, dichiara Donatella Tesei (presidente Regione Umbria), coordinatrice della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni, nel corso di un’audizione alla 5° e 14° Commissione del Senato. Sul Recovery Fund le Regioni intendono espletare il proprio ruolo istituzionale e trasformarsi in un volano per mandare avanti, unificare e semplificare sul territorio gli investimenti nell’ambito sempre d priorità condivise fra i livelli istituzionali. Vogliamo essere anche un punto di riferimento nella programmazione degli investimenti, perché siamo in grado non solo della messa a terra dei progetti ma di coniugare la loro specificità rispetto alle esigenze territoriali”.

“Insomma il complesso sistema della programmazione del Recovery e le sue tempistiche di attuazione implicano un coordinamento che metta insieme il ragionamento sulle cose da fare (la programmazione) con quello di come fare le cose (l’attuazione). Voglio anche ricordare – aggiunge Tesei – che le Regioni hanno delle competenze esclusive e concorrenti assegnate dalla Costituzione in molti dei temi e settori toccati dalle risorse del Recovery. Non è quindi pensabile che siano prese decisioni senza neanche una preventiva discussione con il livello istituzionale competente su aspetti qualificanti come la dimensione territoriale e quella attuativa. E’ pertanto da chiarire quale deve essere il ruolo istituzionale delle Regioni e delle Autonomie locali in materia di PNRR. E’ ormai chiaro che il nuovo Governo intende rivedere l’impianto ed il merito, le Regioni sono pronte a lavorare su priorità delle cose da fare e l’integrazione e complementarità degli strumenti da utilizzare”.

Serve una strategia integrata. “Le Regioni – evidenzia Tesei – da luglio 2020 ricordano che Recovery Plan, REACT EU e Programmazione 2021-2027 sono tre parti di una stessa questione, e l’integrazione e la complementarità tra questi strumenti è una questione strategica. Serve una visione complessiva comune. Del React EU – vero supporto per fronteggiare l’emergenza e favorire la ripartenza – non si è mai parlato con il precedente Governo. Nel PNRR consegnato al Parlamento, il suo utilizzo sembra già “deciso”, senza prevederne un’allocazione nella programmazione regionale, nonostante fonti della Commissione europea segnalino che esso debba essere usato anche nelle programmazioni regionali. Mentre della Programmazione 2021-2027 non sono mai stati affrontati i nodi politici della complementarità e dell’integrazione dei contenuti e delle risorse finanziarie tra questi strumenti. Bisogna affrontare queste partite insieme e prevedere meccanismi in cui un maggiore sforzo finanziario sia preso in carico dal Governo e non gravare sui bilanci regionali. E’ inoltre ancora poco chiaro il livello di dettaglio degli interventi scelti. Ora serve un diverso metodo di lavoro, un disegno condiviso della governance, un confronto serrato su progettazioni, allocazioni territoriali e competenze istituzionali. Le nostre proposte sono sul tavolo da mesi, ma non abbiamo mai avuto interlocuzioni istituzionali”.

“Poi servono le riforme, che sono necessarie ad attuare gli strumenti e rispettare i tempi di spesa. Servono riforme rivolte a snellire i procedimenti e a semplificare e razionalizzare le norme. E’ indispensabile una riforma del codice degli appalti che renda più veloce ed efficace l’esecuzione dei progetti. Servono delle semplificazioni in materia di autorizzazioni e delle procedure di spesa per il sistema delle Regioni e degli Enti Locali, “ingessato” dall’attuale normativa. C’è inoltre l’esigenza di un ‘Piano di rafforzamento amministrativo’ nazionale con l’immissione di nuove forze fresche e di un Fondo rotativo per la progettazione, perché solo una progettazione anticipata e seria permette la messa a terra con celerità degli interventi. Le Regioni e le Province autonome sono pronte – conclude Tesei – alla sfida per rilanciare l’Italia e renderla capace di spendere le risorse europee, siamo quindi in attesa di un confronto con il Governo che ci permetta di trasferire il nostro lavoro e di renderlo concreto nell’ambito di una leale collaborazione istituzionale”.

In ambito dei Comuni Italiani, il presidente Anci Antonio Decaro ha dichiarato  al ministro Brunetta: “Si proceda con assunzioni straordinarie con regole semplificate. La necessità di poter procedere urgentemente ad assunzioni straordinarie con regole semplificate”: questa l’esigenza che il presidente dell’Anci Antonio Decaro rappresenta in una lettera inviata al ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, alla quale allega un documento elaborato dall’Associazione.

Decaro ricorda il ruolo dei Comuni ”per la ripresa socio-economica e la competitività del Paese” e come “le politiche per il personale della PA ed in particolare dei Comuni e delle Città Metropolitane, assumono un ruolo determinante e strategico, soprattutto alla luce delle maggiori competenze e professionalità richieste per attuare i progetti del Recovery Plan”. Malgrado questo “sono i Comuni e le Città Metropolitane che, negli ultimi 12 anni, hanno perso circa il 25 per cento del loro capitale umano”. Da qui la richiesta di Decaro, che si dice pronto ad incontrare il ministro, di procedere al “reclutamento straordinario di personale dedicato anche all’attuazione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, in deroga alle regole vigenti, e forte semplificazione delle procedure assunzionali”.

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