Ancora gli Inglesi!

Negli ultimi giorni, una nuova nuvola si è addensata sui rapporti tra l’UE e la Gran Bretagna, dopo che la firma a fine dicembre dell’accordo di separazione, ratificato dal Parlamento di Londra, pareva aver risolto tutti i problemi, almeno dal punto di vista legale. Ora, inaspettatamente, il governo britannico ha annunciato di voler rinviare l’applicazione di una delle clausole politicamente fondamentali, che riguardano la controversa – e complicatissima – questione delle frontiere commerciali tra la Repubblica Irlandese e l’Irlanda del Nord. Non è possibile entrare qui nel merito della questione, che è estremamente tecnica. Quello che conta è il metodo: i termini dell’accordo possono essere modificati, derogati, sospesi, solo d’intesa tra le due parti. Procedere unilateralmente è una prova ulteriore dell’arroganza, ma anche della malafede, inglese e, alla fine, dell’inaffidabilità del governo Johnson, fatto di gente visceralmente antieuropea e sciovinista (e, come ha scritto The Guardian, di ex-allievi di Eton e di Oxford, che si ritengono una classe che crede che tutto le sia concesso, compreso mentire).

Naturalmente la Commissione Europea ha reagito con durezza, anticipando azioni legali. Il Parlamento Europeo, che doveva ratificare l’accordo a metà marzo, ha deciso di rinviare il dibattito di varie settimane, senza precisare una data, facendo capire che, nelle condizioni attuali, potrebbe anche negare la ratifica, per cui la GB si ritroverebbe senza accordo. Il governo Johnson ha minimizzato il problema, quasi si trattasse di un dettaglio tecnico, non capendo (o  fingendo di non capire) che il problema è di serietà e di credibilità, necessarie per qualsiasi rapporto tra due parti.

È probabile che il problema trovi una soluzione, anche se la pazienza di Bruxelles diminuisce a vista d’occhio, ma insomma, l’accordo è stato firmato poco più di un mese fa e deve durare anni, immaginiamoci quali altri giochetti farà il governo di Sua Maestà.

E parlando di  credibilità, la cosa assurda è che Boris Johnson si è permesso di criticare la decisione (sacrosanta) di Mario Draghi di bloccare l’esportazione di vaccini Astra-Zeneca all’Australia (un Premier italiano che mostra i denti non è una cosa molto comune). Proprio lui che aveva riservato agli inglesi tutta la produzione dell’Astra-Zeneca, creando una crisi nella campagna di vaccinazione europea! Ma quando si tratta della GB, e soprattutto di questo governo di spocchiosi, niente può davvero stupire.

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