Addio ad un anno funesto

Ho vissuto tutti i decenni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Ci sono state paure, tensioni, terribili guerre locali, una interminabile Guerra Fredda e talvolta il mondo è parso sull’orlo del precipizio (pensiamo alla crisi dei missili di Cuba). Ci sono state anche catastrofi naturali che parevano frutto dell’ira divina, o epidemie come Ebola e AIDS. Ma non ricordo nessun anno così funesto per tutta l’Umanità come quello che sta per chiudersi (non per niente, un anno bisestile; anche il 2016 aveva portato qualche pessima notizia, come l’elezione di Trump e la Brexit, premesse di non pochi drammi). È forse una inguaribile illusione umana pensare, malgrado tante smentite, che il passaggio da un foglio del calendario ad un altro porti a un rinnovamento e a cambiamenti in meglio, ma il nostro spirito ha bisogno anche di questi appigli alla speranza per non deprimersi troppo.

C’è qualche ragione di sperare che questa volta le illusioni non saranno del tutto frustrate? Forse sì, lo sciagurato 2020 si è chiuso con qualche buona notizia: la caduta di Trump, l’accordo UE-GB, ratificato a stragrande maggioranza (521 contro 73) il 30 dicembre dal Parlamento britannico (buon segno per la generale coscienza emersa in ambedue i principali partiti dell’esigenza di rapporti normali con i vicini europei) e, soprattutto, l’approvazione già ottenuta o in corso dei principali vaccini contro il Coronavirus e l’inizio della vaccinazione in molte parti del mondo. Un altro fatto positivo emerso in quest’anno sta nella ritrovata solidarietà tra i 27 membri dell’UE e dal ruolo centrale assuntosi dalla Commissione Europea nella lotta alla pandemia e nella ripresa economica.

Matureranno questi frutti nel 2021?  In Italia, per esempio, saprà la classe politica superare per un po’ le sue beghe corporative e fare il bene di tutti? Vedremo. La vecchia saggezza direbbe che il peggio non è mai morto. Ma alla vigilia di un nuovo Anno del Signore ci si lasci almeno sperare (e pregare) per un po’ di luce al di là del tunnel.

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