Online i papiri del Museo Egizio di Torino

Esempio perfetto di tecnologia al servizio della cultura. Per la grande gioia della comunità scientifica internazionale e dei semplici appassionati, qualche giorno fa il Museo egizio di Torino ha annunciato di aver messo su una piattaforma open data la sua collezione di preziosissimi papiri.

La collezione conta ben 500 manoscritti integri e oltre 17 mila frammenti che costituiscono una delle più grandi collezioni al mondo nonché la più grande in assoluto per quanto riguarda l’Era pre ellenistica. Al momento, on line sono consultabili previa registrazione 230 papiri e 50 sono navigabili da tutti senza obbligo di accesso al portale.

Turin Papyrus Online Platform (TPOP) è il nome del progetto che ha permesso al Museo di Torino di postare i papiri e che ha richiesto l’intervento e la collaborazione di prestigiosi atenei mondiali: Monaco di Baviera, Leiden, Copenaghen, Uppsala, Liegi, Basilea e Lipsia. Il progetto TPOP, nato nel 2015, ha vinto, per la categoria Ricerca, il “Premio Europa nostra”, nell’ambito del European Heritage Award.

La realizzazione di questo progetto, rappresenta una conferma della tendenza da parte di musei di tutto il mondo a digitalizzare archivi e collezioni sia per sopperire al problema della deperibilità dei documenti sia per rispondere alla sempre maggiore domanda da parte del pubblico di poter accedere a materiali di difficile consultazione.

Per voce del direttore del Museo, Christian Greco, sappiamo che trasferire nel web i papiri è stato un lavoro molto complesso in quanto, i restauratori, hanno dovuto sfilare i frammenti dalle teche, li hanno messi in sicurezza, li hanno fotografati per poi essere elaborati in metadati i quali hanno provveduto, attraverso a un catalogo digitale, ad indicizzarli in base alla tipologia di disegni, scritti e natura della pergamena ed infine li hanno postati.

Ogni scheda contiene, oltre all’immagine fotografica ingrandibile di entrambe le facciate del papiro, anche la trascrizione dei contenuti, la traslitterazione in caratteri geroglifici, le informazioni sul reperto e la sua storia. La maggior parte dei testi presenti sono in ieratico (la forma di scrittura dell’antico Egitto più utilizzata nel quotidiano) ed appartengono al gruppo di papiri legati al sito archeologico di Deir el-Medina.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

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