L’arma di Trump

Il 15 settembre esce “Rage” (Rabbia) il nuovo libro su Trump del leggendario giornalista del Watergate, Bob Woodward. Basato, a quanto preannunciato, su interviste con lo stesso Presidente e altre fonti dell’Amministrazione, tutte debitamente registrate.

CNN e Washington Post ne hanno date alcune anticipazioni, tra le quali quella, esplosiva, dell’ammissione di Trump che già da febbraio-marzo sapeva della gravità mortale del Covid 19, ma aveva volutamente minimizzato il rischio “per non creare il panico”.  La Casa Bianca non ha finora smentito questa notizia (né può farlo, se le parole del Presidente sono state registrate da Woodward). In sé, la scelta minimizzatrice di Trump potrebbe essere giudicata (e non pochi la giudicheranno) spiegabile e magari saggia, se purtroppo non fosse stata seguita per mesi da una linea intesa a smentire sistematicamente le più alte Autorità ed esperti sanitari del Paese e combattere l’OMS, cercando di impedire o di vanificare le misure di prudenza pur indispensabili.

Ma si tratta, dopotutto, di un atteggiamento già noto e conflittuale. Tra le rivelazioni del libro, ce n’è invece una nuova e che merita di essere molto più attentamente analizzata e che ha, se corretta, una portata ben maggiore per il mondo intero. Secondo Woodward, Trump gli avrebbe dichiarato, già nel febbraio scorso, che gli Stati Uniti dispongono attualmente di un’arma assoluta, capace di imporre il dominio americano sul mondo. Si tratterebbe di un’arma nucleare, l’ipotesi è che sia montata su missili installati su satelliti, in grado quindi di colpire rapidamente qualsiasi punto della Terra, ma per ora è solo una speculazione. Gli alti gradi militari USA non hanno finora né confermato né smentito, qualcuno in privato si è limitato a mostrare sorpresa che il Presidente abbia parlato a un giornalista di un tema che normalmente si ritiene ultrasegreto. Esperti fuori dell’Amministrazione hanno invece messo in dubbio le affermazioni di Trump, osservando che un sistema d’arma di tanta difficoltà è inverosimile sia stato sviluppato (come Trump si è vantato) nei tre anni della sua presidenza e in un segreto senza precedenti. E dove sarebbero stati presi gli enormi  finanziamenti necessari, senza l’approvazione o almeno la conoscenza del Congresso?

A chi credere? Non si può dubitare della serietà e veridicità di Bob Woodward, ma siamo di fronte all’ennesima vanteria, all’ennesima bravata del Presidente, sia elettorale (per fedeltà al motto di campagna “Facciamo l’America di nuovo grande”), sia per creare dubbio e paura nei potenziali nemici degli Stati Uniti? Ma come mai Trump ne ha dato la notizia a un solo giornalista e non ha ricorso a pubbliche dichiarazioni o al metodo a lui carissimo degli annunci per tweet? O effettivamente gli Americani sono riusciti a sviluppare un’arma, la cui ricerca era forse in corso da tempo?

Se non si trattasse solo di un bluff, destinato a essere dimenticato in poco tempo, saremmo di fronte a un fatto di importanza capitale per il mondo, non solo per i nemici dell’America, ma anche per i suoi amici, ed è da sperare che sia prima o poi chiarito.

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