Cronache britanniche

Londra – Il 2014 sarà un anno di difficili sfide per il governo Cameron. Continuare a ridurre il debito senza uccidere la ritrovata crescita, il referendum sull’indipendenza della Scozia e le elezioni europee sono certamente i tre passaggi più delicati sui quali il PM verrà “testato” nell’anno appena iniziato.

Nel suo massaggio inaugurale d’inizio anno Cameron ha teso una mano agli scozzesi sostenendo che la costruzione di un Regno Unito più forte non può prescindere dall’unione con i cugini. Inoltre, il premier ha ribadito che il governo s’impegnerà “doppiamente” per favorire la crescita e creare nuovi posti di lavoro, riducendo il peso fiscale sulle aziende e sostenendo tutti i piccoli imprenditori definendoli i veri “eroi della nazione” (non a caso Cameron ha scelto come sfondo per il suo videomessaggio una fabbrica). Il PM, ha anche avvertito, che “abbassare la guardia” sui conti pubblici ridurrebbe di nuovo la nazione sulle ginocchia, in un più o meno esplicito criticismo nei confronti della gestione della crisi in altri Paesi europei come la Francia, e in netto contrasto con l’agenda politica proposta dai laburisti. Di fatto, Cameron ha sottolineato con forza che il suo programma economico sta funzionando e che il governo è stato capace di risollevare un’economia ridotta in cenere dalla grande crisi, riportandola a un “punto di svolta dietro l’angolo”.

Certamente un’altra questione importante che Cameron dovrà affrontare sarà quella della guida del partito, infatti, la sua leadership è stata più volte messa in discussione: la spaccatura dei conservatori sull’intervento in Siria, sui matrimoni gay e sul futuro del Paese in Europa non ha indubbiamente contribuito a far trascorrere sonni tranquilli all’attuale premier. La coalizione con i liberaldemocratici sembra farsi sempre più scricchiolante, con Clegg che in un parallelo discorso inaugurale alla nazione ha fatto appello a ritrovare uno spirito europeista, suggerendo che rimanere nell’UE significherebbe più ‘lavoro, commercio e prosperità’ per tutti i britannici.

Un’altra gatta da pelare per Cameron sarà la controversa gestione dell’immigrazione che marca un’ulteriore “rottura” tra la politica europeista degli alleati di governo e quella ultra anti-UE di alcuni conservatori. La proposta di irrigidire l’accesso alla sanità e ad altri benefits è un chiaro segnale lanciato dal premier che vuole scoraggiare i “malintenzionati welfare tourists”, in primis bulgari e rumeni, ad arrivare nel Regno Unito senza un “progetto economico” sostenibile. Le accuse verso la politica anti-migratoria del governo sono state innumerevoli, c’è chi, come Radu Bumbacea, presidente della società degli studenti rumeni all’università di Cambridge, addirittura si spinge a definirla un’allarmante “versione Nazi” moderna.

Il 2014 non si prospetta quindi essere un anno facile per Cameron, che in vista delle elezioni europee dovrà anche continuare a difendersi dall’ascesa e dall’attacco dell’UKIP party, pronto a sfruttare qualsiasi passo falso del governo. Un’eventuale mala gestione su tutti questi fronti potrebbe risultare fatale alle aspirazioni di riconferma del premier a soli diciotto mesi dalle elezioni generali.

©Futuro Europa®

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