UE e confini orientali

Dopo la caduta del muro di Berlino e la disgregazione del blocco comunista, la UE ha perseguito una campagna di allargamento della comunità a est per favorire l’inclusione e lo sviluppo. I paesi dei Balcani occidentali potrebbero essere i prossimi ad aderire all’Unione europea. Tra i paesi candidati ci sono Montenegro, Albania, Serbia, e Macedonia del Nord, mentre Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono potenziali candidati. Per tutti i paesi che ancora non fanno parte a pieno titolo dell’Unione, sono stati stipulati accordi di libero scambio e partenariati, l’UE vuole stimolare il commercio e la cooperazione e incoraggiare il rispetto di democrazia, diritti umani e stato di diritto. Il partenariato orientale consta di un accordo quadro per la collaborazione tra l’UE e Georgia, Moldova, Ucraina, Armenia, Azerbaigian e Bielorussia.

Nel frattempo è scoppiata l’emergenza del Covid 19 e la UE è per sostenere i paesi al confine orientale con un piano da 3,07 miliardi di euro annunciato ad aprile e proveniente da risorse già esistenti. Il 15 maggio il Parlamento ha approvato 3 miliardi in forma di prestiti a condizioni favorevoli per aiutare i paesi vicini e partner a gestire le conseguenze della pandemia. I fondi sono destinati a questi paesi: Albania (180 milioni), Bosnia-Erzegovina (250 milioni), Georgia (150 milioni), Giordania (200 milioni), Kosovo (100 milioni), Moldova (100 milioni), Montenegro (60 milioni), Macedonia del Nord (160 milioni), Tunisia (600 milioni) and Ucraina (1,2 miliardi). La UE ha messo in campo anche una nuova iniziativa per la sicurezza sanitaria in collaborazione con il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie del valore di 9 milioni di euro diretta a tutti i 23 paesi del vicinato dell’UE e dell’area di allargamento. Come parte della sua risposta globale allo scoppio del coronavirus, la Commissione europea sta mobilitando un pacchetto di sostegno di emergenza per Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldavia e Ucraina: collaborare con l’OMS per fornire dispositivi medici e equipaggiamento personale come ventilatori, laboratorio kit, maschere, occhiali, abiti e tute di sicurezza. Formazione del personale medico e di laboratorio e allevamento consapevolezza nei sei paesi. Sovvenzioni fino a € 60.000 a organizzazioni della società civile per rispondere a bisogni immediati, come il sostegno alle scuole locali con apprendimento a distanza – già disponibili attraverso il “Meccanismo di risposta rapida” regionale dell’UE. Lancio del “Programma di solidarietà del partenariato orientale” per colpire le parti più colpite delle popolazioni, con sovvenzioni secondarie a organizzazioni locali più piccole.

Nella risoluzione adottata lo scorso 19 giugno, gli eurodeputati chiedono all’UE di fare di più per garantire che il processo di allargamento di questi paesi si concluda con successo. Il Parlamento europeo da sempre appoggia l’adesione dei Balcani occidentali all’UE, in una risoluzione di ottobre 2019, aveva espresso disappunto per il mancato avvio delle trattative per l’adesione di Albania e Macedonia del Nord. Gli eurodeputati avevano anche ricordato il ruolo cruciale del processo di allargamento negli sforzi per stabilizzare l’area. Dopo mesi di ritardi, a marzo il Consiglio europeo ha infine deciso di avviare i negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord. A maggio del 2019 la Commissione europea ha lanciato una consultazione sul futuro del partenariato orientale per aiutare a identificare gli obiettivi della nuova politica. Ciò ha portato a una comunicazione congiunta sulla politica del partenariato orientale oltre il 2020, adottata dai leader dell’UE a maggio 2020.

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