Keoma (Film, 1976)

Keoma è l’ultimo grande western italiano girato dal più americano dei nostri registi, quell’Enzo G. Castellari – alias Enzo Girolami – che proviene da una famiglia di cineasti e che ha fatto del cinema d’azione il suo tratto di stile inconfondibile. Castellari aveva debuttato alla regia proprio con un western: il convenzionale Vado… l’ammazzo e torno (1967), pellicola intrisa di riferimenti a Sergio Leone, interpretato da un buon George Hilton, il cacciatore di taglie detto Lo Straniero.

Keoma è cinema di ben altro spessore, sia per le originali intuizioni a livello di soggetto dovute a Luigi Montefiori, sia per il modo in cui vengono realizzate le scene d’azione e composta la scenografia western. Colonna sonora country di Guido e Maurizio De Angelis che sottolinea il crescendo di suspense della pellicola e conferisce un tono malinconico e struggente alla narrazione. Castellari ritiene Keoma il suo miglior film, dove è riuscito a far emergere la sua personalità di autore, anche se la storia è di Luigi Montefiori. Il regista mette al servizio del racconto la sua grande capacità tecnica, la competenza nelle scene d’azione, per realizzare il film definitivo su un genere sul viale del tramonto.

La pellicola è intrisa del senso crepuscolare di un mondo perduto, sin dalle prime immagini, quando Keoma (Franco Nero) torna al suo paese e incontra una donna che simboleggia la morte. Due cose sono importanti per un uomo: la tua famiglia e le tue radici, dice il mezzosangue indiano alla ricerca di sé stesso, del suo passato. Keoma ritrova il padre (Berger) e i fratelli, rivive in flashback intensi il tempo dell’infanzia, osservando sé stesso bambino in lotta con i fratelli, figli di uno stesso padre, ma lui è di madre indiana, quindi un bastardo, un diverso. Regista e sceneggiatore fanno capire il grande amore che lega Keoma al padre, entrambi uomini sconfitti, provengono da un mondo in disfacimento, cercano le loro radici, un motivo di vita, una speranza per continuare. Keoma ritrova anche George (Strode), un gigante nero abbrutito dall’alcol e dalla vita che da piccolo vedeva come un esempio di forza e coraggio. Non è più il suo mondo, tutto è cambiato, ma il pistolero continua sentirsi vivo difendendo la città natale, proteggendo una donna (Karlatos) che sta per partorire da un gruppo di banditi che tiene in scacco la popolazione, privando di cure e confinando in un recinto i malati di peste.

Keoma è un film che non invecchia, anzi, con il passare degli anni migliora, come il buon vino che si conserva nelle botti di rovere. Montefiori si fa venire l’intuizione da cinema d’autore della morte che per tutto il film dialoga con il protagonista e ha le sembianze di una donna anziana che vaga per le strade polverose del vecchio West trascinando un carretto di legno. Bergman viene citato in diverse sequenze, prima tra tutte quando Franco Nero si trova immerso nella scenografia del suo passato, vede il padre giovane e i fratelli, osserva gli eventi che ha vissuto e ricorda le ferite ancora aperte.

Castellari gira un film d’azione a base di ralenti e sequenze visionarie, riprese mai scontate ma scene catturate da angolazioni insolite, evocativi piani sequenza, fantastiche carrellate e duelli memorabili. Geniale la crocefissione di Keoma nel bel mezzo della piazza come se fosse un moderno Gesù Cristo che osserva il padre morto tra le braccia dei fratelli (una sorta di deposizione). Straordinaria la citazione shakespeariana (la filippica di Antonio contro Bruto) quando uno dei fratelli – dopo la vendetta – arringa il popolo contro Keoma, colpevole di aver causato la morte del padre, un rispettato pistolero. Finale che sconcerta ma che conclude bene una storia senza speranza di redenzione, dove il pistolero resta un vendicatore non voluto, un eroe non richiesto che continua a cercare sé stesso per le strade del mondo. Piccolo capolavoro.

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Regia: Enzo G. Castellari. Soggetto: Luigi Montefiori. Durata: 105’. Genere: Western. Sceneggiatura: Luigi Montefiori, Enzo G. Castellari, Mino Roli, Nico Ducci. Fotografia: Aiace Parolin. Montaggio: Gianfranco Amicucci. Effetti Speciali: Giovanni Corridori. Scenografia. Carlo Simi. Costumi: Carlo Simi. Trucco: Alfonso Gola. Musiche. Guido e Maurizio De Angelis. Casa di Produzione: Uranos Cinematografica. Distribuzione: Far International Films. Interpreti: Franco Nero (Keoma), William Berger (William John Shannon), Woody Strode (George), Olga Karlatos (Lisa), Orso Maria Guerrini (Butch Shannon), Gabriella Giacobbe (la morte), Antonio Marsina (Lenny Shannon), John Loffredo (Sam Shannon), Donald O’ Brien (Caldwell), Leon Lenoir (il dottore), Wolfango Soldati (Wolf), Victoria Zinny (maitresse), Alfio Caltabiano (pistolero).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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