“La cosa più bella di Firenze è McDonald’s”

La famosa frase di Andy Warhol forse non è una provocazione, ma un qualcosa su cui riflettere profondamente. Non è tanto l’aforisma di un’artista, forse provocatorio, ma un’idea e un modo di essere che potrebbe incidere sulle nostre vite; se non l’abbia già fatto. Che cosa è in realtà Mc Donald’s?  Diciamo che questo nome è la punta di un iceberg non solo nel food, ma proprio nello stile di vita che, partendo dagli Stati Uniti, si è allargato nonostante interi movimenti che remano contro. Gruppi vegani hanno addirittura cercato di boicottare sale cinematografiche dove si proiettava il film sulla vita del creatore di questo impero.

Mc Donald’s è stato forse il primo passo di un concept che oggi annovera anche Starbucks, Kentuck Fried Chicken, Burger King e tutte le altre catene di un food standardizzato e contrario a una diversa cultura che continua ad andare contro, ma intanto ha la certezza di dover convivere con l’idea. Se davvero è più buono e sano un panino con la porchetta o una bruschetta con il pomodoro, e probabilmente non vi sono dubbi, chiediamoci come mai nessuno abbia pensato ad aprire catene intitolate ai prodotti delle vecchie, sane, genuine merende di una volta. Qualcuno potrebbe sostenere che prevale la legge del profitto, della scarsa qualità, della cucina grassa e satura o, infine, dell’effetto devastante che hanno sui bambini i giocattoli degli Happy Meal. Probabilmente non è così, altrimenti avremmo assistito a graduali chiusure di molti ristoranti fast food e, viceversa, annoveriamo costanti nuove aperture.

Starbucks, leader di quello che in molti in Italia chiamano il beverone o bibitone, la ciofega o la tazza di acqua sporca, dopo la prima apertura a Milano è in odore di altri successi che, per carità, non vanno a sminuire il valore e l’abitudine dell’italico espresso, ma ancora inducono a ripensare il concept che è dietro a queste catene. Catene che nascono sotto l’egida del fast food ma che, quando non hai veramente fretta, ti permettono un pit stop prolungato, di relax e con un qualcosa in più.

Che cosa offrono? Dove è quella differenza che porta milioni di persone a sedersi in un fast food invece che a cercare il piccolo ristorante con prodotti tipici? E come mai la catena Americana è presente praticamente in tutto il mondo tranne in alcune eccezioni che, probabilmente dimostrano la validità dell’Idea? Tolta infatti l’Islanda non troviamo il Mc in Yemen, Ghana, Zimbabwe, Bolivia e poche altre eccezioni inclusa la Corea del Nord.

Non vogliamo negare che Mc Donald’s sia business allo stato puro e, al contempo, non si ha notizia di qualcuno che sia morto a causa degli hamburger serviti. Unica notizia sembra un bambino morto per reazione allergica, e al momento dell’ordinazione chi lo accompagnava non aveva indicato eventuali problemi. Considerato che, secondo un calcolo del 2013 su scala mondiale, ogni giorno venivano preparati oltre due miliardi di panini, si parla di cifre impressionanti. Teniamo poi conto che queste realtà multinazionali sono costantemente sotto osservazione, tiro e mira di associazioni dalle più differenti sfaccettature. Possono permettersi di correre rischi di cause miliardarie o attacchi alla loro reputazione? Siamo seri per favore. Cibo spazzatura? Ognuno è libero di chiamarlo come vuole, ma possibile che tutti i milioni di clienti dei Mc si stiano sbagliando?

Ma cosa accade quando entriamo in un Mc Donald’s? Troviamo certezze. Chi decide di mangiare al Mc sa che spenderà pochi euro; sua l’eventuale scelta di abbondare. Sa che nessun cameriere gli imporrà di lasciare il tavolo subito dopo aver consumato. I ragazzi potranno restare ad ascoltare musica sui loro cellulari e, magari, qualcuno può usare quei tavoli per leggere un libro o un giornale. È immagine meno rara di quanto si creda. C’è la certezza di avere il Wi-Fi e, in alcuni ristoranti, la possibilità di ricaricare il cellulare. Tutti servizi e piccole attenzioni alla clientela che raramente, se non mai, possiamo trovare al bar o in un ristorante.

Aggiungiamolo alla sicurezza che, quando viene ordinato un menù, sappiamo esattamente quello che troveremo nel vassoio. Difficile avere brutte sorprese: anche nel ristorante di fiducia può accadere che, una volta, la pasta sia scotta o troppo salata. Al Mc credo sia ipotesi che rasenti la fantascienza vedere un hamburger differente dagli altri.

Come detto, Mc Donald’s è la punta di un iceberg che alcuni delle vecchie generazioni possono non comprendere e in molti delle nuove vivranno per non accettarlo o criticarlo. Ma resta un punto fermo di piccole e grandi certezze.

Chissà che cosa voleva dire Warhol con la sua provocazione. In ogni caso possiamo pensarci, con calma, davanti ad un menù con doppio cheeseburger.

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