Cronache dai Palazzi

Tregua all’interno del governo ma non la pace. L’estate bollente rende bollenti anche i rapporti tra i maggiori azionisti di maggioranza, mentre in campo europeo si profila un avvicinamento tra i Cinque Stelle e il Pd non gradito dal Carroccio. Entrambi i vicepremier sembrano comunque pronti al dialogo e soprattutto entrambi vogliono evitare la crisi. Di Maio ribadisce che non ha alcuna intenzione di far cadere il governo mentre Salvini afferma: “Mi correggo, Luigi è una brava persona”. Tutto ciò mentre il premier Conte minaccia di chiudere i battenti se i due leader non raggiungeranno un accordo. Salvini chiede il via libero su Sicurezza bis, autonomia, giustizia e cantieri. In particolare Sicurezza bis dovrebbe essere approvato entro il 13 agosto. Il leader della Lega rimprovera alcuni ministri Cinque Stelle per “non avere fatto nulla” e afferma: “Così l’Italia non va avanti”.

Per Di Maio, invece, le varie voci messe in giro dalla Lega non fanno altro che far fuggire gli investitori generando problemi per il sistema economico italiano. In fondo Di Maio teme che Salvini voglia tornare presto alle urne anche se entrambi hanno affermato di voler andare avanti con l’esperienza di governo. Sui social il vicepremier grillino ha invitato Salvini a scegliere “tra l’interesse del partito e quello del Paese”. Nel caso tutto finisca Di Maio comunque puntualizza: “Non andremo con il Pd”.

Nel frattempo il capo dello Stato, Sergio Mattarella ha chiesto di spiegare i motivi di un’eventuale crisi, dopodiché si dovrà vedere se esiste una maggioranza alternativa che appare essere una prospettiva non proprio probabile. Per il Colle occorre evitare che scatti l’esercizio provvisorio e tranquillizzare Bruxelles che comunque attende i contenuti della prossima manovra entro il 15 ottobre. In caso d’inadempienza potrebbero scattare le clausole di salvaguardia con pesanti conseguenze per le tasche degli italiani, come ad esempio l’aumento dell’Iva.

Per andare alle urne in settembre e mettere al sicuro la Finanziaria occorrerebbe comunque aver già sciolto le Camere (termine ultimo il 20 luglio per poter votare tra il 15 e il 22 settembre) quindi sembra proprio che gli “azionisti” del governo siano intenzionati ad andare avanti nonostante i continui litigi e punti di divergenza, come sull’Autonomia regionale, che i Cinque Stelle vorrebbero senza “spaccare” il Paese. “L’autonomia è nel contratto e si deve fare, in modo equilibrato”, ha sottolineato Di Maio. Ed ancora, sul salario minimo tanto voluto dai pentastellati e la flat tax che i leghisti mirano a inserire nella prossima legge di Bilancio. “Sulla flat tax siamo tutti d’accordo e siamo sicuri che la Lega la porterà nella legge di Bilancio come promesso”, senza però che “per farla si tolgano soldi agli italiani, ha affermato Di Maio auspicando inoltre “una riflessione ampia sulla prossima manovra economica a nome del governo e non solo a nome di un partito”.

“La Commissione che presiederò monitorerà molto da vicino la situazione in Italia. Obiettivo comune è quello di investire nella crescita senza però contravvenire alle regole esistenti”, ha sottolineato la neoeletta presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha ribadito il rispetto delle regole da sfruttare nella loro potenzialità. “Nel Patto di stabilità e crescita ci sono regole per un buon motivo – ha spiegato la neopresidente -. Queste regole devono essere mantenute ma c’è anche molta flessibilità nella struttura regolatoria che noi dovremmo utilizzare senza rompere le regole”. Riferendosi alla flessibilità concessa dal 2015 al governo di Roma, von der Leyen ha assicurato: “Cercherò sempre un approccio aperto e costruttivo con l’Italia”. Per quanto riguarda la questione immigrazione nel Mar Mediterraneo la presidente del Parlamento europeo afferma di comprendere la richiesta del governo di Roma per una “riforma del sistema disfunzionale di Dublino”, che obbliga il Paese di primo approccio a prendere in carico la richiesta d’asilo. “Posso capire che i Paesi del confine esterno non vogliono essere lasciati soli nella gestione della sfida migratoria. Meritano la nostra solidarietà”, ha sottolineato von der Leyen. Però “una volta che le persone si avventurano in questi viaggi della morte abbiamo l’obbligo di aiutarli”, anche se “salvare vite umane non risolve nulla al problema principale”, ha puntualizzato la presidente. “Quando i rifugiati sono sulla costa bisogna essere chiari: chi arriva irregolarmente e non ha il diritto di chiedere asilo, dovrebbe tornare indietro”. Per quanto riguarda poi la redistribuzione dei migranti “serve una condivisione equa della questione”. In generale se gli Stati si scagliano l’uno contro l’altro si rischia semplicemente “un blocco” senza poter arrivare ad una soluzione concreta.

Sul fronte interno, per quanto riguarda le autonomie regionali, a proposito di scuola è passata la linea dei Cinque Stelle sopprimendo l’articolo 12 del testo Stefani che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale come richiesto in precedenza dalla Lega. “Sono lieto di annunciare che abbiamo fatto significativi passi avanti sulle autonomie. Intravediamo la dirittura finale”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. La settimana prossima il provvedimento sarà portato in Cdm. “Era un impegno del contratto di governo condiviso da M5S e Lega”. Per il presidente del Consiglio il modello della scuola è “fondamentale e non può essere frammentato e proprio per questo motivo “i governatori non avranno tutto quello che hanno chiesto”. Il premier ha anche annunciato che la prossima settimana dovrà essere necessariamente sciolto “un nodo politico” che “è quello dei beni culturali”. Risorse finanziarie e soprintendenze saranno oggetto di una nuova riunione molto probabilmente lunedì.

È stato infine approvato il cosiddetto “codice rosso” giudiziario a protezione dei minori e delle donne vittime di violenza. “Un primo importante passo” per una grande “rivoluzione culturale”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte attraverso Facebook. Palazzo Madama ha in pratica dato il via libera al disegno di legge che modifica il codice penale e quello di procedura penale con 197 sì e 47 astenuti (tra cui il Pd e LeU). Le nuove norme favoriscono indagini più celeri e pene più pesanti per coloro che abusano di donne e minori, per gli stalker (fino a 6 anni di carcere) ma anche per coloro che pubblicano o diffondono immagini private senza consenso (revenge porn) – da 1 a 6 anni di carcere più una multa da 5 a 15mila euro -; ed ancora per chi sfregia il volto della partner o del partner (da 8 a 14 anni di carcere, se la vittima muore scatta l’ergastolo), e per chi costringe ad un matrimonio forzato (5 anni di carcere, 6 se si tratta di minori). Si rischia fino a 7 anni di carcere se i maltrattamenti avvengono all’interno dell’ambiente familiare e le sanzioni diventano più pesanti se i vessati sono minori, donne in stato di gravidanza, disabili e quando il responsabile usa un’arma.

“Ora le donne potranno chiedere e ottenere giustizia entro tre giorni”, ha affermato la penalista, nonché ministra, Giulia Bongiorno. Le nuove norme prevedono infatti che il Pm ascolti la parte lesa entro 72 ore mentre le vittime avranno più tempo per denunciare, non più 6 ma 12 mesi.

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