Petroliere in fiamme

Due petroliere colpite, ma non affondate, nel Golfo di Oman, hanno riscaldato al massimo un’atmosfera già molto tesa in quella delicata e vitale parte del mondo, per la quale passa una percentuale molto alta delle forniture di petrolio, etanolo e altre forme di energia dai Paesi del Golfo all’Occidente e al Giappone. La rivalità in quella zona tra Arabia Saudita (e altri Paesi del Consiglio del Golfo), di religione sunnita e sostenuti dagli Stati Uniti, e l’Iran sciita (sostenuto da Mosca) è un dato permanente e pericoloso, se non viene tenuto sotto ragionevole controllo.

L’accusa all’Iran da parte americana per gli attacchi è stata dunque immediata e scontata. Si è parlato di siluri, o di missili, lanciati da una nave della Marina iraniana, ma alcuni esperti parlano di mine. Teheran ha ufficialmente e vigorosamente smentito ogni coinvolgimento, accusando a sua volta gli Stati Uniti di voler accrescere la tensione, o qualche non specificata “terza parte” di aver agito per alimentare il conflitto USA-Iran. Tutto è possibile. Mi ha colpito un commento del Governo inglese che, pur dicendo di non aver ragioni per non credere alla versione dell’alleato americano, preannuncia una separata e autonoma inchiesta da parte di Londra.

Va notato che uno degli incidenti ha coinvolto una petroliera giapponese, poco dopo che il Primo Ministro Abe, in visita a Teheran, aveva proposto una mediazione per riaprire il dialogo tra USA e Iran, subito però respinto dalla Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Khamenei. A rendere ancora più strana la vicenda, sta il fatto che gli equipaggi delle due petroliere sono stati soccorsi sia da navi della Quinta Flotta americana che da navi iraniane. Un video diffuso dalla TV di Teheran mostra la gratitudine dei  marinai di una delle petroliere, raccolti e curati dagli iraniani, tra cui un marinaio russo.

Insomma, se la logica e la probabilità punterebbero il dito sull’Iran, molto nella vicenda resta da chiarire. Sperando che non serva a portare al punto di bollore una situazione già surriscaldata.

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