UE, obiettivo 2050 emissioni zero

All’indomani della “lettera” con la quale dieci Paesi, tra cui l’Italia, chiesero alla Commissione Europea, lo scorso autunno, di ridurre fino ad arrivare a zero emissioni nette di gas serra entro il 2050 e riveda il target a breve termine con il quale le ridurrà del 40% entro il 2030, e all’indomani dell’approvazione della Strategia a lungo termine: Comunicazione della Commissione del 28 novembre 2018 “Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva  e climaticamente neutra” entro il 2050 – (COM 2018 0773), lo scorso marzo è stata approvata dal Parlamento Europeo la Risoluzione sul cambiamento climatico: visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra in conformità dell’Accordo di Parigi (2019/2582-RSP – 14/3/2019).

A preoccupare la Commissione sono stati soprattutto gli effetti sull’economia del cambiamento climatico in atto, al di là di quelli strettamente ambientali. “Aumento dell’instabilità in tutte le sue forme”: in definitiva è questo, per la Commissione il fattore che dà la misura della gravità del pericolo rappresentato dal superamento e raggiungimento di livelli non più gestibili di inquinamento ambientale. Aumento della frequenza dell’intensità di eventi metereologici estremi, siccità, tifoni, uragani, ondate di calore, incendi devastanti hanno causato perdite di vite umane, ma non solo, anche alle economie dei territori colpiti.

Obiettivo della Strategia a lungo termine UE per la riduzione ed eliminazione dei gas ad effetto serra è quello di confermare l’intento e il ruolo dell’Europa di guida tra i Paesi impegnati a scongiurare i danni ambientali al nostro Pianeta con una gestione della fase di transizione che sia “socialmente equa oltre che economicamente efficiente” al di là, naturalmente, del risultato dichiarato della riduzione dell’inquinamento tout-court. Contemporaneamente la UE vorrebbe offrire ai cittadini UE una percezione del “passaggio a zero emissioni” che sia positivo mettendo in luce le opportunità che una trasformazione di questo tipo offre anche sul versante economico, offrendo una panoramica delle prospettive future che potenzialmente saranno disponibili.

Più che di una promozione di nuove politiche si tratta di un “aggiustamento di rotta”, del voler impostare l’azione in materia di clima ed energia in funzione degli obiettivi definiti con l’Accordo di Parigi anche per consentire alla UE di presentare alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) una strategia ambiziosa entro l’inizio del 2020 come stabilito con l’Accordo di Parigi.

La Commissione vorrebbe coinvolgere le Istituzioni UE, i parlamenti nazionali, le imprese, le organizzazioni non governative, le comunità locali, i territori, le città, i singoli cittadini, ma, soprattutto coinvolgere i più giovani, trasformando questa occasione come ulteriore opportunità per cementare il senso di coesione e di appartenenza alla UE, affinché ciascuno possa dare il proprio contributo al conseguimento di questo risultato, incoraggiando e promuovendo con lo spirito di emulazione i protagonisti dello scenario geopolitico internazionale  a fare lo stesso.

Tra l’altro, si tratta di un’opportunità di sviluppo per l’occupazione e il lavoro importante: la transizione verso un regime a zero emissioni di gas serra “se gestita bene e col sostegno adeguato per regioni, settori, cittadini più vulnerabili può creare 2,1 milioni di posti di lavoro aggiuntivi entro il 2050 nell’Unione Europea”. E, in prospettiva, si sta pensando di creare un “Fondo per una transizione giusta” per sostenere le Regioni più coinvolte dalla decarbonizzazione come ad esempio le Regioni produttrici di carbone. Allo stesso modo dovrebbero essere potenziati i “pozzi di assorbimento” e le riserve naturali come le foreste rispetto alle tecnologie di assorbimento del carbonio che comporterebbero notevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare rispetto alle tecnologie di assorbimento del carbonio che ancora non sono state mai utilizzate su larga scala.

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