
Bilancio UE 2028-2034, la proposta della Commissione
La Commissione Europea ha presentato una proposta ambiziosa per il prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione, noto come Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), un piano di spesa che delinea le priorità e gli investimenti dell’UE per un periodo di diversi anni. Attualmente, il QFP in corso (2021‑2027) ha subito una revisione intermedia nel febbraio 2024, con l’approvazione di un pacchetto da €64,6 miliardi per finanziare nuove emergenze come il sostegno all’Ucraina, la migrazione, la difesa e le tecnologie critiche. Il Parlamento, in vista della proposta, ha adottato una risoluzione a maggio 2025, chiedendo un bilancio “significativamente più ambizioso”. I deputati ritengono insufficiente l’attuale tetto dell’1 % del PIL nazionale lordo e chiedono maggiore trasparenza e coinvolgimento delle autorità locali e regionali nella nuova struttura del QFP. Le priorità includono un Fondo europeo per la competitività da €451 mld, €300 mld per l’agricoltura, €218 mld per le regioni meno sviluppate e una dotazione per difesa e spazio pari a €131 mld, cinque volte l’attuale valore. A prima vista il budget nominale sembra enorme, ma in termini reali rappresenta una contrazione rispetto al PIL: dal 1,7 % attuale a poco più dell’1,15 % considerando il debito contratto per il PNRR, che si comincerà a rimborsare.
Al centro della proposta della Commissione vi sono tre pilastri fondamentali: la sostenibilità, la digitalizzazione e la resilienza. In un’epoca di crescenti preoccupazioni climatiche e di una rapida evoluzione tecnologica, l’UE intende rafforzare il suo impegno verso un’economia più verde e un futuro digitale. Una parte significativa del bilancio è destinata a sostenere il Green Deal europeo, con investimenti mirati nella lotta ai cambiamenti climatici, nella promozione delle energie rinnovabili, nell’economia circolare e nella protezione della biodiversità. L’obiettivo è accelerare la transizione verso un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050, creando al contempo nuove opportunità economiche e posti di lavoro “verdi”. La pandemia di COVID-19 ha evidenziato l’urgenza di colmare il divario digitale e di investire in tecnologie all’avanguardia. La proposta prevede un robusto sostegno alla digitalizzazione in settori chiave come la connettività, l’intelligenza artificiale, la cibersicurezza e le competenze digitali. L’obiettivo è rafforzare la leadership digitale dell’Europa e garantire che tutti i cittadini e le imprese possano beneficiare delle opportunità offerte dal mondo digitale. La proposta mira anche a rafforzare la resilienza dell’UE di fronte a future crisi e a promuovere la convergenza economica e sociale tra gli Stati membri. Ciò include investimenti nella sanità pubblica, nella ricerca e innovazione, nella coesione territoriale e nel sostegno alle piccole e medie imprese (PMI).
La Commissione ha confermato nel 2025 una cifra di circa 300 miliardi di euro destinata all’agricoltura come parte del nuovo QFP, rispetto ai 386–387 miliardi del periodo 2021–2027, equivalenti a una riduzione nominale del ~20%, che in termini reali può tradursi in un taglio effettivo tra il 20 e il 30%. In termini percentuali del budget europeo, la quota del PAC cala dal 32 % al 16,5 % del totale QFP, mentre resta intorno al 35 % del singolo fondo aggregato erede della PAC stessa. I finanziamenti alla difesa e alle tecnologie strategiche cresceranno vertiginosamente: la mobilità militare passerà da 1,7 miliardi a 17 miliardi, mentre il nuovo Fondo per la Competitività (con difesa e spazio) ha una dotazione di circa 410 miliardi, di cui 130 miliardi destinati a difesa e spazio. È prevista una dotazione complessiva di circa 865 miliardi per un fondo nazionale e regionale unico che incorpora coesione, agricoltura e migrazione, riservando spazio anche alla crisi, clima e coesione territoriale. La nuova struttura promuove l’integrazione dei fondi per coesione e sviluppo rurale in un piano unico; alcune analisi stimano che i fondi per coesione arriveranno a circa 218 miliardi, con priorità esplicita su regioni in ritardo. Viene introdotto un crisis instrument da 400 miliardi, gestito a livello centralizzato per emergenze e shock esterni. La destinazione al clima e biodiversità si attesta a un target del 35% sul totale QFP, ma senza fondi dedicati alla biodiversità: sparisce il programma LIFE, il che solleva preoccupazioni sul follow-through ambientale.
Per finanziare queste ambiziose priorità, la Commissione ha proposto anche l’introduzione di nuove fonti di entrate per il bilancio dell’UE, le cosiddette “risorse proprie”. Tra le opzioni considerate vi sono meccanismi legati al sistema di scambio di quote di emissione (ETS), un contributo digitale, e potenzialmente una risorsa basata sulle operazioni finanziarie. L’obiettivo è rendere il bilancio dell’UE meno dipendente dai contributi nazionali e più autonomo, garantendo al contempo una maggiore prevedibilità dei flussi di entrate. Inoltre, la proposta prevede l’introduzione di strumenti di flessibilità e di risposta alle crisi, che consentiranno all’UE di adattarsi rapidamente a circostanze impreviste e di affrontare sfide emergenti, come pandemie o catastrofi naturali, con maggiore efficacia.
La proposta QFP 2028–2034 redistribuisce fortemente le risorse, sottraendo all’agricoltura una parte rilevante del suo peso storico per concentrare il bilancio su difesa, competitività e coesione. Anche se gran parte del sostegno produttivo rimane “ring‑fenced”, l’effetto netto è una riduzione reale del supporto al settore primario. La riforma introduce strumenti redistributivi, ma mette a rischio la rilevanza delle politiche ambientali agricole e la governance territoriale, con reazioni dure da parte di agricoltori e rappresentanti locali. La proposta della Commissione è ora oggetto di negoziati intensi tra gli Stati membri, il Parlamento Europeo e il Consiglio. Le discussioni si concentreranno sull’entità complessiva del bilancio, sulla ripartizione dei fondi tra le diverse politiche e sulla questione delle risorse proprie. Sarà cruciale raggiungere un compromesso che soddisfi le diverse esigenze e priorità degli Stati membri, mantenendo al contempo l’ambizione e la visione a lungo termine per l’Europa. L’approvazione del QFP è un processo complesso, ma essenziale per la pianificazione e l’attuazione delle politiche dell’UE. Il risultato finale avrà un impatto significativo sulla capacità dell’Unione di affrontare le sfide del nostro tempo e di costruire un futuro più prospero, sostenibile e resiliente per tutti i suoi cittadini.
I deputati lanciano l’allarme sulla proposta per il bilancio a lungo termine e avvertono che il tetto di spesa dell’1,26% costringerà a tagli in programmi chiave. I relatori del Parlamento per il quadro finanziario pluriennale (QFP) Siegfried Mureșan (PPE, RO) e Carla Tavares (S&D, PT), insieme ai relatori sulle risorse proprie Sandra Gómez López (S&D, ES) e Danuše Nerudová (PPE, CZ), hanno rilasciato mercoledì la seguente dichiarazione congiunta in reazione alla proposta presentata dalla Commissione: “Con un bilancio pari solo all’1,26% del reddito nazionale lordo (RNL), che include lo 0,11% destinato ai rimborsi del debito NextGenerationEU, e tenendo conto dell’inflazione, l’UE resterà al palo. La proposta di bilancio non lascia fondi sufficienti per le priorità più importanti, tra cui competitività, coesione, agricoltura, difesa, adattamento climatico e investimenti per un’economia sostenibile e inclusiva. Il punto di partenza della proposta dimostra una sorprendente mancanza di ambizione. Per quanto la si voglia confezionare diversamente, si tratta in realtà di un congelamento degli investimenti e della spesa in termini reali – con in più i rimborsi per NextGenerationEU. È lo status quo, che la stessa Commissione ha sempre sostenuto non fosse un’opzione. L’attuale QFP ha chiaramente dimostrato i rischi di affiancare il rimborso degli interessi di NextGenerationEU ai bilanci dei programmi. Ciò esercita una forte pressione sulle priorità fondamentali e porta a tagli. Non si può costruire un bilancio europeo più forte sugli errori del passato. Non permetteremo che il finanziamento delle nostre priorità principali venga compromesso dai rimborsi di NextGenerationEU. Accogliamo con favore i nuovi sforzi della Commissione per superare l’attuale stallo sulle risorse proprie e presentare più opzioni per nuove fonti di entrate per il bilancio dell’Unione. Prendiamo atto delle nuove proposte, tra cui un’accisa sul tabacco, una risorsa societaria per l’Europa (CORE), e dazi sui rifiuti elettronici e sull’e-commerce. Gli Stati membri ora non hanno più scuse per non raggiungere un accordo su nuove fonti di entrata. Senza una base di entrate forte e diversificata – che includa vere nuove risorse proprie che non competano con i bilanci nazionali – l’UE non avrà i fondi necessari. Il Parlamento è pronto a utilizzare appieno tutti i suoi poteri per garantire che il prossimo bilancio a lungo termine sia all’altezza delle ambizioni e delle sfide dell’Unione, e che sia soggetto a pieno controllo democratico. Il Parlamento è pronto a impegnarsi in modo costruttivo ma anche determinato”.
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