Raguseo (R-Everse): Recruiting out of the box

R-Everse è una società di Ricerca e Selezione del Personale che opera in modo nuovo. Specializzazione assoluta e digitalizzazione dei processi sono le parole chiave. Affrontano il settore pensando fuori dai soliti schemi tradizionali, “Recruiting out of the box” come recita il loro payoff.  Per saperne di più abbiamo intervistato uno dei due fondatori, Alessandro Raguseo.

R-Everse è giovane ma si basa su un background professionale importante.

Io e Daniele Bacchi, l’altro fondatore di R-Everse, abbiamo vent’anni di esperienza professionale in questo settore, e l’abbiamo convogliata in R-Everse, azienda che oggi esiste da poco più di 2 anni, e ci troviamo a combattere con aziende che sono in questo ramo da 20 anni. Abbiamo tre sedi, di cui una in Germania, e il nostro team oggi supera i 40 dipendenti e crescerà ulteriormente nel 2019.

R-Everse è una società di ricerca e selezione personale, ma di tipo particolare, giusto?

La differenza tra noi e i nostri competitors sta nel fatto che per soddisfare le necessità di candidati altamente specializzati gli altri cercano di avere internamente specializzazioni in tutti i settori, non sempre risultando efficaci. Mentre noi abbiamo introdotto un meccanismo diverso. Abbiamo creato una rete di persone altamente specializzate che chiamiamo Scout, dei manager che lavorano in aziende prestigiose e che collaborano con noi per svolgere il colloquio tecnico ai nostri candidati prima che li presentiamo all’azienda cliente. Se ad esempio un nostro cliente cerca un infermiere, un recruiter potrebbe valutare il candidato per le sue soft skills, ovvero le competenze relative alla personalità e alla motivazione, ma non avrebbe la competenza tecnica per sapere se questo è in grado di svolgere il suo compito al meglio nel momento del bisogno. Proseguendo l’esempio, qui in R-Everse chiediamo ad un Capo Sala dell’ospedale S.Orsola di fare una valutazione tecnica del nostro candidato infermiere per capire se ha le competenze tecniche necessarie.  Quindi la valutazione tecnica viene svolta da un altro tecnico, con maggiore esperienza del candidato.

Quindi la differenza sostanziale tra voi e gli altri competitors sul mercato è proprio nel colloquio tecnico che svolgete ai candidati, se ho compreso bene.

Esatto, quando gli esaminatori tradizionali tengono un colloquio per esempio ad un informatico, si tratta di qualcuno che probabilmente non ha mai scritto una riga di codice nella sua vita, quindi i candidati escono dai colloqui chiedendosi se le loro capacità siano state pienamente comprese. Il fatto invece di confrontarsi con un tecnico che parla lo stesso linguaggio, pone il candidato in una comfort zone, trovandosi a colloquio con una persona che ha le sue stesse competenze, ma ad un livello più alto, a cui il candidato aspira ad arrivare.

Altra particolarità che vi contraddistingue è che chiedete anche al candidato un voto sullo Scout.

Esatto, dopo il colloquio chiediamo all’esaminato di dare un voto all’esaminatore, perché possa farci sapere se lo Scout ha condotto il colloquio ad un buon livello tecnico; ma non solo, indaghiamo anche sulla gestione complessiva del processo. In caso di voto negativo ci attiviamo e cerchiamo di capire cosa è successo per risolvere i problemi, ma bisogna dire che tale eventualità è decisamente molto rara.

Gli Scout come li trovate?

Spesso ci cercano loro contattandoci dal nostro sito, altre volte li individuiamo noi; ovviamente ricevono un compenso ma essendo profili senior già ben retribuiti dalle loro aziende la loro spinta viene soprattutto dal vedere riconosciuta la loro professionalità, dal poter aiutare un giovane talento a trovare la sua strada, e dal collaborare con una realtà nuova e densa di soddisfazioni.

La risposta del mercato HR a questo vostro approccio innovativo è stata buona in sintesi?

La migliore che potessimo aspettarci. Il modello di business su cui si basa R-Everse si sta rivelando un’ottima soluzione per gli HR manager di realtà di ogni tipo, dalle più piccole alle più strutturate.

Un vostro cliente di rilievo è Datalogic, i cui risultati presenterete all’HR Innovation Forum di Bologna.

Il caso Datalogic è molto interessante: si tratta di un’azienda storica che ci ha chiesto di affiancarla nel progetto di raddoppiare il personale del loro reparto R&D, Ricerca & Sviluppo. Trovare così tanti ingegneri, figure tecniche super-specializzate, non è semplice neanche per una realtà prestigiosa come Datalogic. Il progetto sta dando ottimi risultati, sono più di 70 gli ingegneri che abbiamo selezionato e che oggi lavorano con successo in Datalogic. E per il 2019 ci sono molte altre posizioni aperte. All’HR Innovation Forum parlerò di questo progetto e delle innovazioni che stanno arrivando in questo campo.

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