L’Adolescente di Michelangelo al Rhinoceros

Questa settimana segnaliamo a Roma un evento da non mancare assolutamente. Fino al 10 marzo prossimo, presso Rhinoceros, sede della Fondazione Alda Fendi-Esperimenti, è esposto L’Adolescente di Michelangelo.

Preziosissimo prestito del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. È la prima delle opere che arriveranno nella Capitale, con cadenza annuale, a sancire così l’inizio della collaborazione tra la Fondazione Alda Fendi-Esperimenti e il celeberrimo museo russo. Lo scopo è incrementare i rapporti culturali tra la Russia e l’Italia, con prestiti di opere e l’assegnazione di borse e soggiorni di studio.

Il capolavoro michelangiolesco arriva in Italia per la seconda volta in 230 anni. La prima risale al 2000 quando è stato esposto agli Uffizi di Firenze. A Roma è la prima volta. Considerata la mancanza di documentazione sull’opera, l’utilizzo di un marmo di seconda mano – fatto inusuale per Michelangelo che utilizzava sempre marmo di altissima qualità – la sua incompiutezza, si è discusso per lungo tempo sull’attribuzione dell’opera ma alla fine sono stati tutti concordi sull’attribuzione al Maestro. In primis, si è tenuto conto del delicato periodo storico in cui Michelangelo lo ha realizzato. Era il 1530 circa, era in atto la caduta della Repubblica di Firenze ed il Maestro ha avuto evidente difficoltà a procurarsi un marmo migliore. La stessa posa del giovane, chiuso su stesso, pensieroso, è espressione del grande sconforto vissuto dall’artista in quel momento.

Per dare il massimo risalto alla scultura, sono stati chiamati i premi Oscar Vittorio e Francesca Storaro. Un suggestivo candeliere artificiale esalta le forme e la muscolatura del giovane accovacciato, posto su un basamento più alto. Senza contare il contesto in cui è collocata l’opera. La bellezza del Palazzo storico del 1600, che accoglie l’opera michelangiolesca, suddiviso in sei piani e 3.500 metri quadrati ristrutturato dall’architetto francese Jean Nouvel e l’area del Foro, anch’essa ristrutturata e riqualificata (l’illuminazione dell’Arco di Giano è sempre ad opera di Vittorio e Francesca Storaro).

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