Cronache dai Palazzi

Il Consiglio dei ministri ha varato il “decretone” che dà il via libera a Reddito di cittadinanza e “quota cento”, i due provvedimenti bandiera della maggioranza giallo-verde. Nel 2019 sono previsti circa 4,68 miliardi di euro di coperture, oltre ai 2 miliardi preventivati per il Rei (Reddito di inclusione).

Per poter percepire il Reddito di cittadinanza occorre essere cittadini italiani, europei o comunque risiedere in Italia da almeno 10 anni dei quali gli ultimi due continuativi. Occorre inoltre presentare un ISEE non superiore a 9.360 euro annui; un patrimonio immobiliare, al di là della prima casa di abitazione, fino ai 30.000 euro annui; ed inoltre un patrimonio finanziario che non superi i 6 mila euro o i 20 mila se in famiglia sono presenti delle persone diversamente abili. Nessun componente del nucleo famigliare deve infine essere proprietario di un’auto immatricolata nei sei mesi precedenti di oltre 1600cc di cilindrata (250cc per le moto), e nemmeno una barca. In pratica se si ha un auto nuova non si ha diritto al sussidio: uno dei “paletti” che sono stati messi per prevenire un inopportuno flusso delle richieste. Pene molto severe inoltre per coloro che dichiarano il falso, fino alla reclusione da 2 a 6 anni.

L’importo massimo del Reddito di cittadinanza è 500 euro, al quale occorre aggiungere una cifra di 280 euro  se si è in casa in affitto o 150 euro se si è in una casa della quale si sta pagando un mutuo. Se si è proprietari di una casa la cifra massima del sussidio è quindi 500 euro. Una somma integrativa spetterà alle famiglie con al loro interno una persona diversamente abile. In definitiva, per un cittadino single, il Reddito di cittadinanza può raggiungere al massimo i 780 euro. Mentre un pensionato over 65 al di sotto della soglia di povertà, che vive da solo e non ha una casa di proprietà, potrà beneficiare di una pensione di cittadinanza di 780 euro –  dei quali 150 per pagare l’affitto – per integrare la pensione minima. La pensione di cittadinanza sarà erogata al posto della pensione di invalidità e ne potranno beneficiare anche 255mila famiglie con disabili. Secondo le stime di Palazzo Chigi il 47 per cento dei beneficiari del Reddito di cittadinanza sarà al Centro-Nord e il 53 per cento al Sud e Isole.

Sono quasi sei miliardi di euro le risorse necessarie per supportare il Reddito di cittadinanza nel 2019, che nel 2020 diventeranno 7,5 e quasi 8 nel 2021. Tutto ciò per “combattere la povertà” come ha affermato il leader pentastellato e vicepremier Luigi Di Maio. Come si legge nel testo del “decretone”, tredici articoli (su 27) del quale sono dedicati alla misura bandiera dei Cinque Stelle, il Reddito di cittadinanza è un provvedimento “di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto di lavoro…” (articolo 1 del maxi decreto). Una misura economica che dovrebbe dare i primi frutti a fine aprile, rispettando quindi il tempismo delle Europee di maggio, in piena campagna elettorale.

Le domande per il Reddito di cittadinanza potranno essere presentate da marzo. Il sito internet sul quale reperire tutte le informazioni utili per quanto riguarda la documentazione necessaria sarà on line a febbraio, mentre il mese successivo sarà possibile compilare le domande sul web. Il sussidio verrà erogato a partire dal mese successivo alla domanda. Ci si potrà anche recare alle Poste o presso un Caf. La domanda sarà esaminata entro 5 giorni dall’Inps. Non è previsto alcun sostegno per chi è in carcere né per chi è ricoverato in una struttura sanitaria pubblica. Il Reddito di cittadinanza potrà richiederlo anche chi gode del Reddito di inclusione (Rei) ma a quel punto occorrerà scegliere tra i due sussidi.

I 780 euro verranno caricati su una carta, “Card RdC”, una prepagata fornita da Poste che verrà caricata mese per mese. “Chi non spenderà entro il mese i soldi della card, li perderà: il Reddito è una misura anche per aiutare commercianti e piccoli negozi”, ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio. Con la card non si potrà giocare d’azzardo e per i beneficiari sono previste anche delle agevolazioni per quanto riguarda tariffe elettriche e trasporti.

I beneficiari dovranno però impegnarsi nella ricerca di un lavoro in quanto “nessuno potrà restare sul divano – ha sottolineato Di Maio – chi è in grado di lavorare, dovrà attivarsi stipulando il Patto per il lavoro e il Patto per la formazione, nessuno potrà commettere abusi”. Ed inoltre, chi nell’ultimo anno si è licenziato (se non per giusta causa) non potrà ricevere il sostegno. Chi otterrà il reddito di cittadinanza dovrà in pratica firmare un “Patto per il lavoro” nei centri per l’impiego, dove potrà trovare i “navigator” che lo supporteranno nella ricerca di un’occupazione. Si può rifiutare un’offerta di lavoro al massimo due volte. La prima entro 100 chilometri dalla residenza, la seconda entro 250 chilometri. Dopo 12 mesi anche la prima offerta sarà entro 250 chilometri e dopo 18 mesi l’offerta potrà essere in tutta Italia. Le aziende che assumeranno a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del sussidio potranno avere sgravi fiscali di importo fino a 18 mensilità di Rdc (Reddito di cittadinanza). L’incentivo sarà più cospicuo se saranno delle donne o dei soggetti svantaggiati ad essere assunti.

Per quanto riguarda invece “quota 100” – il provvedimento bandiera dell’altra metà della maggioranza giallo-verde – riguarda il periodo 2019-2021 e nel caso in cui le uscite supereranno le disponibilità stanziate (3,9 miliardi per “quota 100” nel 2019), il governo dovrà prontamente intervenire tagliando altri capitoli di spesa del ministero del Lavoro. Se tutto ciò si rivelasse insufficiente dovrà essere studiata una vera e propria altra manovra. La Ragioneria generale dello Stato ha sottolineato la necessità di un attento monitoraggio della spesa e il pronto intervento da parte di Palazzo Chigi.

Sono 290 mila le domande attese per la pensione anticipata e l’articolo 27 del maxi decreto dispone che sia l’Inps, ogni due mesi nel 2019, e ogni tre mesi nel 2020 e nel 2021, a raccogliere i dati sulle domande di pensione, effettive, con “quota 100”, da comunicare tempestivamente ai ministeri del Lavoro e dell’Economia. Come si legge in apertura del Titolo II dedicato alle pensioni, “quota 100” sarebbe attuata “in via sperimentale, per il triennio 2019-2021”. Si parte dal primo aprile per i privati con i requisiti assorbiti entro il 2018. I dipendenti pubblici, invece, percepiranno i primi assegni dal primo agosto e i lavoratori della scuola dal primo settembre. È prevista la “Pace contributiva”, ossia è possibile riscattare periodi di buco contributivo per massimo 5 anni, e il riscatto del periodo di laurea potrà essere ottenuto da chi non ha più di 45 anni d’età e ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Il costo del riscatto risulterà detraibile in cinque quote annuali per il 50 per cento. È previsto inoltre un patto generazionale per cui, in virtù dei Fondi di solidarietà bilaterali costituiti tra imprese e sindacati, potranno essere erogati assegni a coloro che lasciano il lavoro fino a tre anni prima di “quota 100” (59 anni di età e 35 di contributi), qualora siano previste delle assunzioni. Nel 2019 resta anche l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico per percepire il quale servono 63 anni di età  e 30 o 36 anni di contributi, e rimane in vigore l’“opzione donna”.

È questo il pacchetto tanto studiato e voluto da Palazzo Chigi e dai due partiti della maggioranza giallo-verde con alla guida i due vicepremier, Salvini e Di Maio, e il premier Conte, il quale ha messo in pratica attente e delicate manovre di mediazione. Negli ultimi mesi la “diarchia” iniziale si è trasformata in una effettiva “triarchia” di governo, soprattutto alla luce del dialogo ritrovato con l’Unione europea.

Per Matteo Salvini  è “un passaggio storico” e per Luigi Di Maio “nasce il nuovo welfare state in Italia. In sette mesi abbiamo realizzato le due misure più importanti del contratto di governo”, ha affermato il leader pentastellato. Reddito di cittadinanza e quota cento “non rispondono a estemporanee promesse elettorali – ha assicurato infine il presidente del Consiglio – ma costituiscono un progetto di politica economica e sociale di cui il governo va fiero”.  A proposito di pesi e contrappesi, il 70 per cento del decretone, circa 17 pagine, è dedicato al Reddito di cittadinanza, il restante 30 per cento, le ultime cinque pagine, alla riforma delle pensioni e quindi a “quota 100”.

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