Cronache dai Palazzi

“Il bilancio è un bene pubblico”  e servono “armonia e simmetrico bilanciamento tra risorse disponibili e spese necessarie per le finalità pubbliche”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando i nuovi magistrati della Corte dei conti. “Senza finanze pubbliche solide e stabili”, non si è in grado di “tutelare i diritti sociali in modo efficace e duraturo, assicurando l’indispensabile criterio dell’equità intergenerazionale”, ha ammonito il capo dello Stato rimembrando la portata dell’articolo 81 della nostra Carta costituzionale, riscritto nel 2012 sulla base dei criteri del Fiscal Compact europeo. Sottolineando che “il bilancio è un bene pubblico” Sergio Mattarella ha ricordato quali sono i pilastri di uno Stato-Comunità “con il pieno dispiegarsi dei diritti delle persone e la sana gestione della solidarietà fra generazioni”.

Dopo la bocciatura di quella che dovrebbe essere la prossima legge di Bilancio da parte della Commissione europea, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha a sua volta intavolato delle modifiche in Parlamento proprio per cercare di assecondare le richieste dell’Unione europea, che potrebbe prepararsi a varare una procedura di infrazione per deficit eccessivo a causa dell’elevato debito pubblico.

A proposito della manovra il governo sembra aver deciso di correggere il tiro pur tenendo ferma la percentuale del 2,4 per quanto riguarda il rapporto deficit/Pil. L’ipotesi di portare il suddetto rapporto deficit/Pil al 2,2% – un’ipotesi circolata in questi giorni, che comporterebbe un risparmio di circa 3 miliardi –  non basterebbe inoltre all’Ue che sembra chiedere almeno un 2%.

In un contesto di avvertimenti anche il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell ha affermato: “tra le fonti di rischio che possono innescare situazioni di stress in qualsiasi momento”, sia sui mercati sia sull’economia globale, vi sono anche “le trattative sulla manovra economica tra l’Italia e l’Unione europea”. Tra gli “osservati speciali” non c’è però solo il Belpaese. Davanti alla platea dell’Economic Club of New York, Powell ha citato anche il caso Brexit e i dazi tra Usa e Cina.

“Il Parlamento rimane il luogo istituzionale dove i miglioramenti alla proposta del governo possono essere realizzati e approvati”, ha affermato il ministro Tria nell’aula di Palazzo Madama. Tria ha inoltre spiegato che le priorità della manovra rimangono invariate ma occorre conciliarle con la necessità “di non divergere dalle regole europee”. Tutto ciò per evitare altri colpi bassi come quelli inflitti dalle impennate dello spread, che possono generare “effetti negativi sulla crescita e sulla politica espansiva facendo aumentare il costo di finanziamento del debito”.

I toni della trattativa tra Bruxelles e Roma si sono comunque alleggeriti e la Commissione Ue aspetta un nuovo resoconto da parte del governo italiano. I temi comunque sono anche altri, tra cui la Tav e in particolare l’immigrazione. Si discute sull’atteggiamento che il nostro Paese deve assumere nei confronti del Global Compact, il documento Onu, seppur non vincolante, contenente le linee guida per la gestione dei flussi migratori. Per Matteo Salvini l’Italia non parteciperà alla prossima firma del documento, in programma a Marrakech nel mese di dicembre. I Cinque Stelle assumono invece una posizione più dialogante. Pur non nascondendo la differenza di vedute rispetto agli alleati di governo, Matteo Salvini assicura comunque che “ci sarà una posizione comune tra Lega e Cinque Stelle”, fermo restando che “sui migranti sceglie l’Italia”.

“Sul Global compact dovremo trovare un accordo – ha affermato Di Maio -, ma non si può prescindere dalla discussione parlamentare. Vogliamo trovare una soluzione nell’interesse dei cittadini”.

Nel frattempo la Camera ha approvato il provvedimento più atteso dalla Lega dando il via libera alla legge di conversione del decreto sicurezza, con 396 sì e 99 no. Alla maggioranza si sono uniti Forza Itala e Fratelli d’Italia, mentre il Pd è rimasto all’opposizione. Spaccati i 5Stelle e questo fatto dimostra la frattura interna alla maggioranza giallo-verde sulla questione migranti. “Un altro pezzo del contratto del governo è stato realizzato. Abbiamo assunto precisi impegni di fronte agli italiani e continueremo a rispettarli”, ha esultato su twitter il premier Giuseppe Conte, mentre Matteo Salvini si è dichiarato “contento” e “soddisfatto” per “una giornata memorabile”. Tra le principali novità del provvedimento l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari sostituito dai “permessi speciali temporanei”. Gli stranieri potranno trattenersi nei Centri di permanenza fino a 180 giorni (in passato erano massimo 90 giorni). In mancanza di posti, viene introdotta inoltre la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture che non siano i Cpr, e la possibilità di trattenere i richiedenti asilo negli hotspot. Addio al permesso di soggiorno per motivi umanitari e sono previsti permessi speciali temporanei per motivi di salute; calamità nel Paese d’origine; atti di valore civile; vittime di tratta; violenza domestica; sfruttamento. Per quanto riguarda la protezione internazionale verrà negata o revocata in sussistenza di diversi reati: violenza sessuale, lesioni gravi, rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto, traffico di droga. La protezione verrà inoltre sospesa o negata dopo una condanna in primo grado. La cittadinanza italiana, invece, verrà negata o revocata per reati di terrorismo e verrà accolta soltanto se il richiedente dimostra di conoscere la lingua italiana. Per quanto riguarda i negozi etnici, inoltre, i sindaci delle diverse città, potranno disporre fino a 30 giorni di limitazioni per quanto riguarda gli orari dei cosiddetti esercizi commerciali interessati da “fenomeni di aggregazione notturna”. I sindaci dovranno decidere se tali “fenomeni” rappresentino o meno un rischio per l’ordine pubblico.

Il Cdm ha infine varato anche il cosiddetto “Codice rosso”, per il quale si è particolarmente battuta il ministro Giulia Bongiorno: una corsia preferenziale per le denunce, indagini più celeri sui casi di violenza alle donne e l’obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni. E per finire corsi di formazione specifici per le forze di Polizia affinché sappiano relazionarsi nel migliore dei modi alle donne vittime di violenza.

In definitiva l’“equilibrio di bilancio” evocato dal presidente Mattarella deve andare a braccetto con tutta una serie di diritti civili da garantire ai cittadini italiani. “Una delle sfide più impegnative del tempo in cui viviamo sta proprio nella ricerca di un contemperamento tra esigenze di bilancio e tutela dei diritti sociali sanciti dalla Costituzione”, ha sottolineato il capo dello Stato, tra cui il diritto al lavoro e quindi la lotta alla disoccupazione e alla povertà che per i 5Stelle si traducono in Reddito di cittadinanza. “Diritti incomprimibili che devono essere salvaguardati, con priorità su altri interessi, anche di fronte a pressanti esigenze di bilancio”.

In definitiva, con Bruxelles il ministro Tria ha dichiarato di mirare ad “una soluzione condivisa e ottimale senza rinunciare alle nostre priorità” e ha definito la prossima manovra “moderatamente espansiva”. Dai banchi dell’Europa Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, ha a sua volta ricordato che “le sanzioni sono un fallimento per il Paese che le subisce, ma la flessibilità ha dei limiti, quello delle regole”.

Dopo la crisi del 2008, ha spiegato il ministro Tria in Senato, “siamo ancora lontani dal Pil e dalla disoccupazione di 10 anni fa. Nel frattempo è aumentata in modo insopportabile l’area di povertà e del disagio sociale e non sono stati raggiunti l’obiettivo di riduzione del debito né il pareggio di bilancio”. Obiettivi che il governo Conte dovrebbe realizzare in questo frangente delicato, come ben sanno anche i sindacati convocati a Palazzo Chigi per discutere della manovra il prossimo 10 dicembre.

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