La vita promessa (Film TV, 2018)

La vita promessa di Ricky Tognazzi dimostra che quando una fiction televisiva è girata secondo le regole del cinema il pubblico premia la qualità e la segue con passione. Tutto nasce da una vecchia idea dei benemeriti Toscano e Marotta, sceneggiata dalla bravissima Simona Izzo con la tecnica della soap-opera colta, a base di continui colpi di scena, di eventi impensati, come un vero e proprio feuilleton d’autore.

Tognazzi gira con mano ferma, avvalendosi della fotografia luminosa di Tani Canevari, tra Monopoli, Taranto, Nardò e Giuliano di Lecce, con la finzione che sia Sicilia. Molte sequenze ambientate a Napoli, quindi ci spostiamo in una finta New York, ricostruita con scenografie fantastiche, persino il porto e la statua della libertà sono fedeli riproduzioni. Interni credibili e apparato felliniano per le sequenze d’epoca che conferiscono originalità cinematografica a una vicenda tracciata con realismo magico sudamericano, commovente, intensa, che si segue con palpitante emozione.

Scriviamo queste note a metà del guado, dopo aver visto le prime due puntate – trasmesse su RaiUno domenica e lunedì 16 e 17 settembre (le successive il 24 settembre e il 1 ottobre) – ma il materiale è sufficiente per redigere un giudizio più che positivo e per invitare il pubblico a seguire le vicende della famiglia Carrizzo, emigrata negli Stati Uniti per necessità. Tognazzi ambienta la storia nella Sicilia del 1921, accenna al fascismo solo in rapidi dialoghi, mostra il mondo dei braccianti agricoli e la prepotenza degli sgherri dei padroni, infine si dedica a raccontare le vicende melodrammatiche di Carmela (Ranieri), concupita da Spanò (Arca) che le uccide il marito e le rende invalido un figlio, in fuga prima a Napoli e poi in America per rifarsi una vita. Vediamo il matrimonio per procura con il veneto Schiavon (Pennacchi), organizzato dal parroco, unico modo per poter entrare a New York e le vicende a tinte fosche nella Little Italy dove i primi mafiosi (La mano nera) fanno il bello e il cattivo tempo. Tra tante cose negative – come la morte del secondo marito – spunta un raggio di sole rappresentato da un ricco protettore come mister Ferri (Trabacchi), innamorato di Carmela, che aiuta la famiglia italiana a trovare il suo posto nel nuovo mondo mentre vorrebbe trovare uno spazio nel cuore della donna.

Il racconto, composto da un mix ben calibrato di storie d’amore romantico, tragedie violente, rapporti controversi in famiglia, ritrovamenti e perdite improvvise, è scritto con la tecnica del melodramma, avvincente e convincente, si adatta ai palati più raffinati come al consueto consumatore di fiction televisive. Siamo su un altro piano rispetto a Una pallottola nel cuore e Non lo dire al mio capo, certo. Questo è cinema puro, girato con tecnica sopraffina, fotografato con cura, ricostruito scenograficamente ai limiti della perfezione, recitato da veri attori, su tutti da una superba e solare Luisa Ranieri (Gli amici del bar Margherita, Napoli velata), coadiuvata dal bel tenebroso  Francesco Arca e dal diligente Thomas Trabacchi. Ricordiamo Lina Sastri nella parte della napoletana tutta cuore e passione trucidata dal marito e Giacomo Rizzo nei panni del parroco, superstite del cinema popolare degli anni Settanta.

Ricky Tognazzi gira un’ottima sceneggiatura confezionata dalla moglie Simona Izzo, memore dietro la macchina da presa della scuola di Pupi Avati, di cui è stato aiuto regista. La vita promessa ha tutto il profumo delle struggenti storie americane scritte dal maestro bolognese, forse la sola cosa che manca è il jazz. Resta un lavoro da vedere. E se lo avete perso, recuperatelo su RaiPlay.

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Regia: Ricky Tognazzi. Ideatori: Laura Toscani, Franco Marotta. Sceneggiatore: Simona Izzo. Fotografia: Tani Canevari. Produttori: Massimiliano Giusberti, Roberto Sessa. Case di Produzione: Pico,media, Rai Fiction. Genere: Sceneggiato TV. Durata: 4 puntate di 100′.  Prima Visione: Dal 16 settembre al 1 ottobre 2018 (Rai Uno). Interpreti: Luisa Ranieri, Thomas Trabacchi, Francesco Arca, Miriam Dalmazio, Cristina Caccamo, Francesca Di Maggio, Emilio Fallarino, Giuseppe Spata, Vittorio Magazzù, Primo Reggiani, Andrea Pennacchi, Flavio Furno, Yari Gugliucci, Marco Foschi, Lina Sastri, Tony Sperandea, Francesco Benigno, Ciro Petrone, Lollo Franco, Giacomo Rizzo, Christian Roberto, Francesco Giammarco.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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