Non si vive di solo migranti

La lega che nei sondaggi schizza al 30%, l’Europa che discute sul tema dei migranti dopo i “porti chiusi”. L’avvento di Salvini al Viminale, sta facendo vivere al popolo del carroccio una luna di miele che dura dal 4 marzo scorso e che sembra non voler terminare.

Sicuramente al Ministro dell’Interno deve essere riconosciuta la capacità, dopo anni di totale torpore, di aver rimesso al centro del dibattito europeo il tema dei migranti, costringendo soprattutto chi metteva le mani davanti agli occhi a doversi occupare del problema.

Ma ora, dopo mesi di bombardamento mediatico, da settembre sarà necessario cominciare ad intervenire su temi di carattere economico. Il primo maldestro tentativo di Di Maio ha prodotto soltanto l’ira della classe produttiva del Paese, soprattutto al Nord, che continua a sperare di vedere nel DEF la tanto decantata “flat tax”.

Già, perché se al momento gli italiani sono meritatamente concentrati sulle proprie ferie, al ritorno in settembre nel pieno delle attività, lavoratori ed imprenditori vorranno cominciare a vedere i primi interventi per il rilancio economico del Paese.

Salvini sa che il suo elettorato del nord si aspetta più incisività sulle tematiche di fisco e lavoro e sa altrettanto che non potrà continuare a in maniera monotematica a sostenere solo la politica antimigranti per sempre.

Se non dovesse trovare una soluzione per tempo, il rischio è di arrivare alla competizione europea del prossimo maggio già in fase calante mettendo a rischio tutto il lavoro fatto. Inoltre, l’evidente politica assistenzialistica di Di Maio rivolta al suo elettorato del Sud potrebbe ulteriormente complicare il rapporto tra Governo ed elettori portando già dall’autunno alla prematura fine della luna di miele.

Fino ad oggi la strategia comunicativa di Salvini è stata estremamente efficace, più di quella di Di Maio che  fatica a penetrare nel cuore degli imprenditori. Ciò è evidente anche dall’impennata nei sondaggi del partito leghista che ha praticamente raddoppiato i propri consensi dal 4 marzo mentre i 5 stelle, dopo una lieve flessione si sono stabilizzati sotto la Lega.

Che il Bilancio dello Stato sia il punto di svolta sia per gli equilibri di Governo che nel rapporto con i cittadini sembra ormai cosa certa e sicuramente, visto l’atteggiamento sui migranti, la contrattazione con l’Europa per la flessibilità e le risorse non sarà certamente una passeggiata.

Ora sarà tutto rimandato a dopo la pausa estiva e sicuramente la strada che porterà alla prossima tornata elettorale vedrà ulteriori cambiamenti politici che modificheranno gli equilibri di potere tra partiti. Di certo se Salvini non dovesse cogliere il momento giusto per il cambio di marcia potrebbe intraprendere la rischiosa strada già percorsa dal Renzi.

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