Nuovo anno, nuovo movimento. Dopo diversi anni passati nel limbo della politica, l’opportunità di fare un ottimo risultato alle prossime elezioni politiche ha portato il movimento di Grillo a rivoluzionare completamente la propria struttura. Dopo aver passato lo scettro a Di Maio, il nuovo leader ha iniziato ad apportare importanti modifiche che di fatto portano i 5 stelle nell’alveo dei partiti politici tradizionali.
Innanzitutto, il capo del movimento ora sarà anche Segretario e Tesoriere dell’Associazione Movimento 5 Stelle che tra l’altro cambia sede dalla città natale del comico ligure, Genova, al cuore dell’attività politica nazionale, Roma. Inoltre, il Non-Statuto viene stravolto: via il vincolo di non fare alleanze e apertura agli indagati. Quest’ultimi, se non per reati gravi, saranno valutati, di caso in caso, per una possibile candidatura. Apertura necessaria, visti i molti esponenti oggi accusati a vario titolo all’interno del movimento. Con la necessità poi di trovare una classe dirigente che risponda più alle esigenze di carattere elettorale, sarà possibile anche pescare candidati tra i non iscritti alla piattaforma, attingendo dalla mistica “società civile”, senza contare che, per esigenze di cassa, anche i nuovi eletti dovranno versare una quota al partito per le funzioni fondamentali.
Insomma, una vera e propria rivoluzione copernicana quella del movimento nato dalla protesta contro un sistema politico da loro definito logoro e lontano dalle esigenze dei cittadini che però, a fronte di una legge elettorale nuova e con prospettive completamente diverse da 5 anni fa, ha deciso di uniformarsi a quel sistema tanto criticato.
I sondaggi elettorali mostrano una situazione estremamente delicata con un centrodestra prossimo ad una maggioranza ma con una campagna elettorale di 3 mesi che potrebbe ancora rivelare colpi di scena inaspettati. E l’apertura alle alleanze è la dimostrazione più eclatante che i 5 Stelle vogliono mostrarsi al Paese come una forza responsabile e pronta a guidarlo, anche aprendo ad alleanze in nome della stabilità politica.
Se questa metamorfosi dovesse dare i frutti sperati, si prospetterebbe per il movimento di Grillo un cambiamento totale e una apertura all’istituzionalizzazione della propria attività tramutandosi in Partito del sistema che però dovrebbe restare fedele alla sua rivoluzione della politica. I prossimi mesi saranno determinanti per chiarire le posizioni dei vari partiti ma soprattutto del risultato delle elezioni.
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