Magistratura onoraria, uno strumento inadeguato

Sul tema generale della Giustizia e della sua profonda crisi in Italia forse quanto non ancora scritto è la parte minore e la soluzione appare ancora lontana. L’eccessiva durata dei processi ha conseguenze pesanti sicuramente nel penale: nel penale dove la prescrizione del reato è spesso sicura con buona pace di certezza della pena e tutela della vittima, ma anche nel civile le conseguenze sono gravi. Un’impresa, prima di investire in una determinata zona, valuta tra gli fattori anche l’efficienza dei Tribunali nel decidere le cause. Basta rispondere a questa domanda per capire una delle ragioni per cui le grandi aziende siano poco propense a investire in Italia, unendola alla burocrazia e alla tassazione. Il legislatore sembra voglia provarci a migliorare la situazione della giustizia, ma non si può certo dire che i suoi tentativi riescano a sortire effetti positivi, specialmente nella scelta degli strumenti.

Torniamo con la mente a Un giorno in Pretura. Il film: quello vero con Sordi e Peppino De Filippo. Seduto accanto al Pretore Salomone Lo Russo, c’è un avvocato con cui il giudice ogni tanto interloquisce. In passato gli avvocati erano occasionalmente chiamati a sostituire in aula il Pubblico Ministero ed era una forma di collaborazione con i Giudici, utile anche ai più giovani per fare esperienza. In seguito sono entrati nei ruoli della magistratura onoraria, in pianta sempre più stabile, Vice Procuratori e Vice Pretori, fino all’avvento dei Giudici di Pace e dei Giudici onorari in Tribunali e Corti di Appello. Incarichi in teoria provvisori, poi quasi sempre rinnovati.

A queste figure, si sono di fatto aggiunti, quali operatori della giustizia, mediatori e conciliatori, vale a dire quelle figure che, prima di poter instaurare una causa, devono essere chiamati a cercare di dirimere le ragioni del contendere. In sostanza il lavoro che ogni buon avvocato sempre svolge nell’interesse proprio e del cliente, è stato regolarizzato e imposto, determinando per il cittadino, utente della giustizia, un aggravio di tempi e costi. In teoria nobili tentativi di snellire il sistema da parte del legislatore; in realtà risultati poco visibili e sono state create di figure ibride che avanzano pesanti istanze di tutela delle loro ragioni pur a fronte di alcune perplessità di metodo e ovvie conseguenze.

Mentre per i conciliatori e mediatori non sono stati previsti titoli specifici, e abbiamo visto psicologi, geometri, e sociologici frequentare corsi e iscriversi agli albi per cercare un possibile sbocco nel lavoro, i magistrati onorari devono avere almeno la laurea in Giurisprudenza. E basta, non potendo ritenere qualificanti gli ulteriori requisiti di onorabilità, mancanza di precedenti penali e così via.

Ecco quindi che, ad esempio, la via della magistratura onoraria è aperta ad una casalinga che, dopo avere cresciuto i figli, ricorda di avere conseguito illo tempore una laurea e decide di diventare Giudice di Pace, potendo così decidere anche su cause non proprio bagatellari. Allo stesso modo chi, dopo aver raggiunto la pensione, rispolvera la laurea e ottiene la nomina a giudice di Tribunale. Ma possiamo anche trovare coloro che, dopo aver fallito il concorso in magistratura, l’esame per diventare avvocato e qualche concorso pubblico, ottengono la nomina presentando una semplice domanda. E non dimentichiamo gli abilitati alla professione forense che non riescono nella stessa, ripiegando sulla magistratura onoraria. Una adeguata selezione tra avvocati qualificati potrebbe essere considerata, ma non pare neppure ipotizzata.

In tutto ciò il legislatore non si è posto, e sembra non voglia porsi, il problema dell’art. 97 della Costituzione che prevedrebbe il concorso per accedere a una funzione pubblica. E coloro che, in uno schema tipicamente italiano, ottengono un incarico per definizione provvisorio, di proroga in proroga lo vedono diventare definitivo. Ecco pertanto che sono nate svariate associazioni di magistrati onorari che, oltre a tutelare la categoria, si impegnano per ottenere garanzie previdenziali e retributive tipiche di un posto fisso. In sintesi bypassare il citato concorso per la funzione pubblica e ottenere un impiego. I recenti, costanti e ancora minacciati scioperi di giudici di Pace e altri magistrati onorari ne sono prova.

Il legislatore dovrebbe porsi quindi alcuni interrogativi se lo strumento per migliorare la Giustizia non sia intervenire decisamente sulla stessa, evitando soluzione apparentemente tampone che ben possono diventare definitive ma con strumenti non sempre adeguati.

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1 Commento per "Magistratura onoraria, uno strumento inadeguato"

  1. Gianni Dell'Aiuto | 3 Gennaio 2018 a 17:54:37 | Rispondi

    Come presagito, e come era lecito attendersi, la magistratura onoraria ha annunciato un mese di astensione dalle udienze da parte dei Giudici di Pace. Il nuovo governo non potrà prescindere da un’attenta riconsiderazione del ruolo della magistratura onoraria in una più ampia riforma della Giustizia.

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