IT – Chapter One (Film, 2017)

Non ero molto convinto prima di entrare in sala, quando ho preso posto a sedere lo ero ancor meno, perché il pubblico presente non era molto tranquillizzante: torme di adolescenti urlanti che mangiavano pop-corn e bevevano Coca Cola. Mi sembrava d’essere tornato ai tempi del vecchio cinema Sempione quando passava i film di Godzilla e noi ragazzini accompagnavamo le gesta del mostro con grida e applausi. Ecco, lo scenario della mia visione di IT – Chapter One è stato proprio questo: grida, applausi, risate, tifo da stadio… roba non da cinefili, ma insomma, che ben venga se è il prezzo da pagare per far tornare al cinema le nuove generazioni!

Dicevo che non ero molto convinto, ma mi sono ricreduto dopo poche sequenze, perché l’apparizione del clown terrificante dal tombino e la morte del ragazzino mentre segue la barchetta di carta è da antologia del cinema horror. Il romanzo di Stephen King – la prima parte, che copre l’adolescenza dei ragazzi – è rispettato a dovere, la sceneggiatura è perfetta, priva di punti morti, la tecnica di regia ottima, da regista esperto di film de paura (come li chiamava Fulci). Andrés Muschietti, argentino, allievo di Del Toro, dopo il buon successo de La madre, si conferma buon autore di thriller e valido confezionatore di prodotti ad alta tensione.

Il nuovo It è molto superiore alla miniserie televisiva in due puntate, girata nel 1980 da Tommy Lee Wallace, perché quel vecchio lavoro aveva il limite di dover essere adatto alla visione di un vasto pubblico. Il nuovo It di Muschietti, invece, è vietato ai minori di 14 anni, può parlare con crudo realismo di ragazzini perfidi e bulli, di genitori violenti e pedofili, di mostri che uccidono bambini e di orrore viscerale senza mezzi termini. Il clown demoniaco, interpretato da Bill Skarsgard, è straordinario per quanto è credibile e terrificante. La sua apparizione apre una spirale di orrore che coinvolge una città maledetta dove scompaiono ragazzini che un demone conduce a galleggiare nel vuoto di un orribile pozzo. Il gruppo di adolescenti sconfigge il mostro dimostrando di non avere paura, basandosi sul motto l’unione fa la forza.

Morale vecchia come il mondo, ma non siamo qui ad analizzare una pellicola d’autore, solo puro cinema horror, quindi dobbiamo dire che il regista assolve bene il compito di incutere paura. Non è facile, in un genere dove ormai è stato detto tutto, riuscire a rivitalizzare un capolavoro letterario sfornando una pellicola che appassiona e terrorizza al punto giusto. C’è persino una storia d’amore tra adolescenti, trattata con gusto e sobrietà, così come il regista inserisce un messaggio forte contro il bullismo. Ambientato nell’America del 1980.

Girato tra Toronto e New York, ma ricostruita fedelmente Bangor, città del Maine che ha ispirato il romanzo capolavoro di King. Da vedere, nonostante il clima da stadio e i ragazzini poco cinefili. Pronta la sceneggiatura della seconda parte, che si svolgerà ai giorni nostri, modificando il lasso temporale del romanzo che andava dal 1957 al 1980.

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Regia: Andrés Muschietti. Durata: 135′. Genere: Horror. Soggetto: Stephen King. Sceneggiatura: Chase Palmer, Cary Fukunaga, Gary Dauberman. Fotografia: Chung-hoon Chung. Montaggio: Jason Ballantine. Musiche: Benjamin Wallfisch.  Produttore: Seth Grahame-Smith, Barbara Muschietti, David Katzenberg, Dan Lin, Roy Lee. Produttore Esecutivo: John Silk, Marty P. Ewing. Casa di Produzione: Warner Bros. Pictures, New Line Cinema, Vertigo Entertainment, KatzSmith Productions, Lin Pictures. Distribuzione: Warner Bors Pictures (Italia). Interpreti: Jaeden Lieberher, Bill Skarsgard, Wyatt Oleff, Jeremy Ray, Sophia LIllis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs, Nicholas Hamilton, Jackson Robert Scott.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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