Germania ed Europa

Vediamo i risultati delle elezioni tedesche a mente fredda, al riparo dalle attese isterie di tanta parte della nostra stampa, abituata a vedere l’albero e non il bosco.

Prima constatazione: la Merkel ha vinto, con un distacco di 12 punti sui socialisti e di 20 sull’estrema destra. Se da noi un partito raggiunge il 33%, lo definiremmo un trionfo. E questo avviene dopo tre periodi consecutivi di governo, in un mondo in cui chi governa è quasi sempre penalizzato. D’altra parte, perché avrebbe dovuto perdere la Cancelliera? Le cose in Germania vanno bene, l’economia tira, la disoccupazione è insignificante, restano  il problema dell’immigrazione e quello, ad esso legato, della sicurezza, ma di questo parleremo più avanti.

Seconda constatazione: i socialisti sono scesi al minimo storico. Perché? Colpa di Martin Schulz? In parte, forse, ma la realtà è che nell’Europa e nel mondo di oggi le vecchie, stantie ricette di sinistra non convincono più. La gente sente che i problemi sono altri e che la sinistra non sa o non vuole affrontarli. Osservo tuttavia che anche in Germania la sinistra ha un’infinita capacità di autodistruggersi: se SPD e Die Linke avessero unito i loro voti, costituirebbero una forza decisiva.

Terza constatazione: l’estrema destra di AfD ha ottenuto un risultato senza precedenti, con circa il 13% dei voti. Ha vinto? Ha trionfato? No: in democrazia vince chi ha la maggioranza e governerà. Però il fenomeno non va sottovalutato, anche perché è presente in altri Paesi europei, come la Francia e l’Italia, per non parlare degli USA, tanto da far pensare che sia ormai fisiologico. Solo chi non ha occhi per vedere non ne comprende il perché. La Merkel lo ha capito e ne ha anche identificato correttamente le ragioni: molto più che il nazionalismo o una impossibile nostalgia per il passato, è il senso di insicurezza per l’invasione di immigranti extraeuropei, con i conseguenti problemi. E ha già annunciato che partirà al recupero di una parte dei voti della destra estrema con una politica di maggior controllo. Da noi qualcuno griderebbe subito: “Orrore! Insegue l’estrema destra!”. No, è una semplice questione di buon senso. L’Europa è già arrivata da tempo ai limiti massimi di capienza e di sopportazione degli elementi alieni e deve ripensare seriamente la propria politica e stabilire limiti chiari e invalicabili. Persino il Papa se ne è accorto.

Ultima constatazione: liberali e verdi, due forze moderate e democratiche, hanno avuto un buon risultato: 147 seggi complessivi, quelli che forse permetteranno alla Merkel di governare (anche se lei, come è naturale, cercherà la “Grande coalizione”).

Vediamo ora le conseguenze di tutto questo sull’Europa. Sono allibito dai primi commenti di un autorevole giornalista, Stefano Folli, che su La Repubblica già si straccia le vesti. Piano! Se il voto tedesco era “anche” un voto pro e contro l’Europa, l’Europa ha stravinto, in termini di percentuali e di rappresentanza. Solo un po’ più di un tedesco su dieci ha votato contro, due se alla destra estrema si vuole associare la sinistra estrema. E la Merkel ha subito dichiarato che sull’Europa non si discute. Punto. Tutto il resto sono cavillazioni.

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