Opus Alchymicum

Napoli, la città dai “mille colori”, metallo grezzo che sa anche trasformarsi in oro sarà la sede della mostra Opus Alchymicum, esposizione che raccoglie 100 opere di Lolita Timofeeva.

Questa mostra, che verrà ospitata nelle sale di Castel dell’Ovo dal 27 Ottobre al 2 Dicembre prossimi, rappresenta l’evento di apertura dei 100 anni di indipendenza della Repubblica di Lettonia che ricorrerà il 18 novembre 2018.

L’artista ha scelto personalmente di esporre a Napoli proprio per la vicinanza con il suo pensiero, ma soprattutto dopo aver colto l’aspetto esoterico del patrimonio artistico della Cappella di San Severo (visitata nel 2005), ne fu talmente colpita da andare più affondo nel suo pensiero e concentrarsi sull’autoanalisi delle immagini del sogno, dell’incubo e dell’allucinazione.

L’esposizione, curata da Giorgio Agnisola e organizzata da Kengarags in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e alla Fondazione La Verde La Malfa, raccoglie dipinti, disegni, sculture, installazioni e un film corto, dai quali emergono quelle atmosfere oniriche, dai colori decisi e dalle ambientazioni cupe, frutto delle suggestioni avute durante quel viaggio. Una sorta di ringraziamento nei confronti della società partenopea.

Ma per comprendere al meglio le opere e la simbologia che ne emerge, è necessario conoscere meglio Lolita Timofeeva. L’artista è di origini Lettoni, ma vive in Italia dal 1991 anche se il suo lavoro si svolge tra Bologna, Riga (sua città natale) e Catania. Il frutto del suo lavoro è dato da una formazione accademica, che la spinge ad una ricerca continua, infatti è attraverso l’analisi dei testi ermetici che è giunta alla simbologia alchemica, che emerge fortemente dalle sue opere; in più indaga anche l’onirico e il mondo della metafisica grazie allo studio dei testi di psicologia analitica e filosofia ed a questo, infatti,  si deve l’ampia presenza di simboli e archetipi nelle sue opere.

Le opere in mostra daranno al pubblico lo spunto per guardare dentro se stessi e cercare quell’oro che gli stessi alchimisti perseguivano, questo lo scopo di Opus Alchymicum che come spiega l’artista “fa riferimento al lavoro svolto dagli alchimisti medievali, i precursori della chimica moderna, relativo allo scopo definitivo della loro ricerca, il cui fine era quello di produrre l’oro della illuminazione mistica, ovvero ciò che li stimolava ad approfondire lo studio dell’arte”.

L’esposizione è patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica della Lettonia in Italia e dal Consolato Onorario della Lettonia a Napoli, vede come co-promotore Touring Club Italiano di Territorio di Bologna ed è sponsorizzata da Fondazione La Verde La Malfa, ITALò, Occitane Voyages, Berengo, Studio ed Enhars.

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