Viaggio da paura (Film, 2015)

Un film che non ti aspetti e che sarebbe molto utile – se il pubblico lo vedesse davvero – per sfatare un sacco di luoghi comuni sugli arabi, per mettere in guardia sui pericoli della guerra civile siriana e sulle tragedie che funestano Nord Africa e vicino Oriente. Ma lo vedranno in pochi, come sempre capita per le pellicole importanti e per i libri fondamentali, confinando un’opera cinematograficamente e didatticamente valida alle salette d’essai o ai coraggiosi cinema all’aperto di provincia, gestiti da sensibili associazioni culturali.

In sintesi la trama di questo film diretto da Alì F. Mostafa. Tre amici di diverse nazionalità (Egitto, Siria e Arabia Saudita) residenti ad Abu Dhabi si rivedono dopo alcuni anni di separazione e decidono di intraprendere un viaggio pieno di percoli alla volta di Beirut, per rendere omaggio alla tomba di un amico morto dopo un bombardamento. “Non è importante la meta del viaggio ma il tempo che passeremo insieme”, dice uno dei tre amici, vero e proprio leitmotiv di una pellicola che segue il mito di Kerouac, puro cinema on the road, girato da Ali F. Mostafa (1981), promettente regista-sceneggiatore degli Emirati Arabi, nato da padre di Dubai e madre londinese, che rappresenta una generazione di intellettuali in cerca di modernità e cambiamento. Il viaggio dei ragazzi alla ricerca del passato porta lo spettatore a esplorare diverse culture, a partire dai tre protagonisti, per continuare con la repressiva Arabia Saudita, la più tranquilla Giordania e una Siria sconvolta dalla guerra civile. I ragazzi si metteranno nei guai con la polizia saudita, accusati di omosessualità (per un equivoco) e di ubriachezza, ma anche con l’esercito regolare siriano e con i ribelli, che prima li cattureranno, poi decideranno – per opposti motivi – di lasciarli andare. È evidente che per quel che riguarda la questione siriana il regista sta dalla parte dei ribelli, così come sostiene gli sforzi della Primavera Araba per il cambiamento.

Il viaggio è il tema portante, ma anche l’amicizia virile che unisce tre ragazzi spinti ad affrontare una vera e propria avventura per pregare sulla tomba di un amico morto, per scacciare un fantasma del passato. Per placare un senso di colpa che lo fa soffrire e per vedere la tomba dell’amico, uno dei ragazzi lascia a casa la moglie che attende un bambino, un altro (immaturo e tecnologico) racconta una pietosa bugia a una madre iperprotettiva, mentre l’ultimo – un dee-jay che contesta il padre ma non i suoi soldi – fugge da ogni responsabilità.

Viaggio da paura (molto meglio il titolo originale della versione internazionale: From A to B) dipinge un quadro dei paesi e della cultura araba non stereotipato e affatto conforme a quello che certa stampa politicizzata vorrebbe trasmetterci. Una commedia intrisa di vita vera, realistica e grottesca, a tratti drammatica e commovente, fotografata in modo straordinario nel deserto africano e accompagnata da una colonna sonora a base di musica etnica che da sola vale il prezzo del biglietto. Da vedere (se ci riuscite).

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Regia: Ali F. Mostafa. Soggetto e Sceneggiatura: Mohamed Hefzy, Ronnie Khalil, Ali F. Mostafa. Fotografia: Michel Dierickx. Montaggio: David Zavadescu. Musica: Gregory Caron, Hannes De Maeyer. Scenografia: Pera Abousleiman. Trucco: Merle Cangokce. Art Director: Nasser Zoubi. Produttori: Paul Baboudjian, Mohamed Hefzy, Ronnie Khalil, Alì F. Mostafa, Gino Vassalli, Rula Nasser, Majid Al Ayari. Interpreti: Fahad Albutairi, Shadi Alfons, Fadi Rifaai, Madeline Zima, Wonho Chung, Leem Lubani, Maha Abou Of, Yousra El Lozi, Abdoulmohsen Alnemr, Ahd, Christina Ulsparre, Iman Al Shaybani. Titolo Originale: From A to B. Genere: Commedia, Avventura. Durata: 108’. Paesi di Produzione: Emirati Arabi Uniti, Giordania, Libano.

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 [NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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