UE, la Convenzione di Cotonou

L’ACP è un Gruppo di Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico che interagisce tramite accordi di partenariato con l’Unione Europa, la nascita avvenne istituito con la Convenzione di Lomé del 1975 e fu confermato dalla Convenzione di Cotonou del 2000. Il gruppo si è via via allargato passando dai 46 unitisi nel 1975 ai 79 nel 2012 (48 paesi dell’Africa subsahariana, 16 dei Caraibi e 15 del Pacifico).

L’organizzazione dell’ACP è simile a quella della UE, prevedendo tre organi di tipo politico e decisionale: il vertice dei capi di Stato e di governo, il Consiglio dei ministri e il comitato degli ambasciatori. I tre organi sono in rapporto gerarchico, dal 2005 i paesi ACP hanno inoltre un’assemblea parlamentare.

La su richiamata Convenzione di Cotonou è un accordo bilaterale tra l’Unione europea e il gruppo degli stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, firmata a Cotonou, in Benin, il 23 giugno 2000. Formato da 100 articoli e con durata ventennale, è soggetto a revisione ogni 5 anni; elementi innovativi sono stati l’inserimento di parti sociali dei paesi in via di sviluppo negli organismi e la creazione di aree di libero scambio.

Oltre gli APE (Accordi di Partenariato Economico), la UE con la Convenzione di Cotonou si avvale della facoltà di proporre accordi economici differenti a seconda dello stato di sviluppo del singolo stato o della sua appartenenza ad una particolare zona geografica. In occasione della revisione del 2010, la UE con la decisione 2010/648/CE ha introdotto temi quali la sostenibilità ambientale e della pesca e della sicurezza. Temi quanto mai importanti considerando che ACP riunisce oltre 700 milioni di abitanti di cui la metà vivono in condizioni di estrema povertà. Per raggiungere gli obiettivi previsti la UE ha stanziato 13,5 miliardi di euro attingendo al Fondo Europeo di Sviluppo, con l’intento non solo di arrivare ad accordi economici, ma attraverso lo sviluppo migliorare e promuovere stabilità e progresso sociale degli aderenti ACP. Scendendo nel dettaglio è doveroso distinguere le due direttive principali all’interno del quadro globale, mentre l’Accordo di Cotonou si concentra essenzialmente sulla matrice economica, per lo sviluppo sociale che si vuole promuovere spesso si adoperano altri organismi ed iniziative come Approccio Globale per la Migrazione e la Mobilità, l’Agenda Europea sulla Migrazione, il Fondo per la Pace in Africa e il Fondo Fiduciario di Emergenza per l’Africa. Tali obiettivi sono anche compatibili con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite nella sua Agenda 2030 e rispettano le ambizioni dei Paesi ACP.

Il funzionamento del partenariato è affidato agli organi istituzionali previsti dalla Convenzione di Cotonou, i ordine gerarchico troviamo il Consiglio dei ministri ACP-UE che è l’istituzione suprema e riunisce una volta l’anno, alternativamente a Bruxelles e in un paese ACP (formato da membri del Consiglio dell’UE, un membro della Commissione ed un membro del governo di ciascuno Stato ACP). Dal Comitato degli ambasciatori ACP-UE con l’incarico di assistere il Consiglio dei ministri e controllare l’attuazione dell’accordo di Cotonou. Dal Comitato di cooperazione per il finanziamento dello sviluppo ACP-UE che esamina l’attuazione della cooperazione per il finanziamento dello sviluppo e ne segue i progressi. Dal Comitato ministeriale misto ACP-UE per il commercio dove si discutono i temi commerciali e si superano gli eventuali problemi insorti. Infine abbiamo l’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, organo consultivo paritario formato da rappresentanti UE e ACP. Tende a favorire democratizzazione e coesione sociale, oltre ad avanzare proposte e valutare gli accordi commerciali.

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