Negli occhi dei gorilla

Trieste – La scienza sin dai banchi di scuola ci ha insegnato che discendiamo dalle scimmie; che siamo, così come spiega la teoria dell’evoluzione di Darwin, il frutto di cambiamenti ed adattamenti all’ambiente che ci circonda. Davanti a questa teoria sono tante le persone perplesse e incredule, così come tante vedono solo la presunta superiorità dell’animale umano sulle altre specie viventi.

Così, purtroppo spesso, capita di vedere animali maltrattati, seviziati e usati a mo’ di inneschi incendiari, come nella incresciosa e vile vicenda dell’incendio che in questi giorni sta massacrando il Vesuvio. Questa falsa convinzione che l’essere umano sia superiore alle altre specie ha spinto Deborah Arbulla, Nicola Bressi e Margherita Barnabà ad organizzare una mostra, site specific, dedicata al progetto di Jo-Anne McArthur, Rachel’s Promise. Negli occhi dei gorilla.

L’esposizione, inaugurata lo scorso 11 Luglio presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, mette in relazione gli scatti relativi ai gorilla con quelli degli uomini, in cui le differenze man mano che si segue il percorso si fanno sempre più sottili, il progetto della fotogiornalista canadese McArthur segue le opere di Rachel Hogan, conservatrice di primati britannica, che ha dedicato parte della sua vita a trovare una giungla-casa per i gorilla, in Camerun, presso l’Ape Action Africa con cui collabora.

Le foto esposte in mostra, insieme a due video-slide show, sono di forte impatto; riprendono varie attività e differenti momenti della vita e dell’interazione tra i primati e gli uomini, in alcune compare anche la fotografa che da osservatrice diviene osservata.

Le sensazioni che scaturiscono da queste immagini sono di varia natura, secondo i curatori, Nicola Bressi e Margherita Barnabà, a volte si avverte un certo imbarazzo nel trovarsi occhi negli occhi con i gorilla, imbarazzo che, sempre secondo i curatori, è dovuto alla netta vicinanza delle due specie, sembra di vedere negli occhi di questi gorilla tutte le loro emozioni, e imbarazzarsi dunque nel riconoscere quelle a noi più familiari. Ma la sensazione che spesso emerge in determinate condizioni, sulla quale puntano particolarmente anche i curatori, è la vergogna di trovarsi faccia a faccia con un simile, soprattutto quando il suo sguardo incrocia il nostro da dietro le sbarre di una gabbia.

Osservando i gorilla – entrambe le specie Gorilla gorilla e Gorilla beringei – soprattutto con la costanza di uno studioso, si nota subito come i vari comportamenti siano molto simili a quelli umani, come il modo di procurarsi cibo e le varianti che hanno nel mangiarlo, come si servano di diversi strumenti per poter ottenere i risultati che si sono prefissati, il modo che hanno di socializzare tra loro e con le altre specie. Tutto ciò ad una persona cosciente da motivo di abbandonare ogni pregiudizio e provare una vicinanza maggiore verso questi primati.

Grazie alla testimonianza di questi scatti ripercorriamo la realizzazione della promessa di Rachel Hogan ai gorilla, assistendo al loro passaggio da gabbie di spostamento alla loro nuova casa, la giungla di 1 Km per 1 Km, osservando le varie reazioni di questi gorilla e della loro protettrice si entra in una sfera intime e privata, tanto da toccare con mano le loro emozioni.

La mostra, che si concluderà il 22 Ottobre, è stata realizzata con la collaborazione di RAVE East Village Artist Residency, progetto che beneficia del supporto della Regione Autonoma FVG e di Vulcano unità di produzione contemporanea.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

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