Le elezioni amministrative

Andrea De Cillis ha già fatto su queste colonne un’analisi del voto di domenica scorsa che condivido pienamente, ma che credo vada completata e affinata. Innanzitutto, credo – come Renzi – che sarebbe un errore considerare il Movimento 5 Stelle scomparso o fortemente ridimensionato sul pino nazionale. In secondo luogo, è certo che la Lega è stata trainante al Nord, ma non esiste al Sud, per il quale Forza Italia resta l’asse portante del Centro-Destra e quindi non penso che Salvini possa imporre la propria leadership e la propria linea sul piano nazionale.

Ma il punto centrale per me è che, per giudicare veramente il peso delle rispettive forze (centro-destra, centro-sinistra e 5 stelle) occorre guardare non a chi ha vinto o perso nei vari comuni (che tra l’altro sono più di mille) ma conoscere la somma globale dei voti, e quindi la relativa percentuale, ottenuta da ciascuna a livello nazionale. Visto che si tratta di un “campione” di oltre 9 milioni di elettori, questo è il dato veramente indicativo. Capisco che l’esistenza di liste civiche o di coalizione rende la cosa meno agevole, ma sicuramente i principali partiti certamente li conoscono e ne fanno elemento importante nei loro calcoli, ed è sulla loro base che si muoveranno le cose nei prossimi mesi e che si definirà la legge elettorale con cui si voterà l’anno prossimo.

Eppure, per quanto  abbia cercato, nessun organo di stampa riporta questo dato essenziale, che deve esistere presso il Ministero dell’Interno (può darsi che mi sia sfuggito, se così attendo smentita). Spero che qualcuno ci pensi e che magari a colmare la lacuna nelle sue puntuali e intelligenti analisi, sia il bravo De Cillis e comunque il nostro quotidiano, rimasto tra i più seri e capaci di approfondimento.

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2 Commenti per "Le elezioni amministrative"

  1. Andrea De Cillis | 14 Giugno 2017 a 14:58:15 | Rispondi

    Ringrazio l’Ambasciatore per la citazione e proverò a spiegare brevemente per quale motivo queste elezioni possano essere estremamente indicative per le elezioni Politiche.
    innanzi tutto è necessario separare l’analisi su due piani. il dato aggregato è spesso di difficile definizione in quanto molto spesso intervengono dinamiche di carattere personale nella scelta dei candidati che non rispecchiano il dato politico. il “voto d’opinione” (Lega) è decisamente limitato, ma più efficace del voto di protesta (M5S) ciò si evince osservando le preferenze espresse che benchè leggermente superiori nel primo caso, sono praticamente assenti nel secondo.
    l’importanza delle persone in una elezione amministrativa fu evidente durante le elezioni di Milano dello scorso anno dove, una Forza Italia in difficoltà raccolse oltre il 20% dei consensi grazie ad una lista estremamente competitiva con molte preferenze personali.
    insomma ritengo che le variabili in campo nelle elezioni amministrative siano troppe per poterle valutare sul piano politico nazionale.
    diversamente ritengo che dicano molto sulla salute di un partito e sulla capacità di selezionare la propria classe dirigente. Candidati inadatti e liste poco competitive presuppongono l’incapacità di partiti e movimenti di creare una classe dirigente politica capace di produrre proposte di governo credibili, motivo per il quale da troppo tempo a livello nazionale si è deciso di eliminare il voto di preferenza creando una evidente scollatura tra eletti e territorio.
    pertanto in conclusione ritengo che il Movimento 5 Stelle, nonostante possa contare su un ampio consenso nazionale, abbia un serio problema di selezione della classe dirigente, reso evidente da questa tornata amministrativa che nel medio periodo potrebbe condizionare i dati elettorali. In Italia il partito carismatico ha da Berlusconi ad oggi mostrato tutti i suoi limiti evidenziati da risultati elettorali spesso contrapposti tra dimensione locale e dimensione nazionale dando sostanzialmente al Partito Democratico (unico vero Partito nella sua accezione più classica) che nonostante le mille vicissitudini riesce a garantire una omogeneità di risultati sia sul piano locale che nazionale.

  2. Giovanni Jannuzzi | 15 Giugno 2017 a 17:56:37 | Rispondi

    Sono del tutto d’accordo. del resto avevo anch’io rilevato la difficoltá di ottenere dati aggregati. Tuttavia resto sorpreso che nessun organo della grande stampa abbia fatto, sia pure il tentativo, visto che dovunque si presentavano liste definite di centro-destra o di centro-sinistra. Penso anch’io che il Movimento 5 stelle ha un problema di selezione della classe dirigente, visto che quella messa insieme finora ha dimostrato incapacità ad amministrare (il solo che aveva qualche qualità, Pizzarotti, è uscito dal Movimento). Non credo sia possibile dire come questo peserà sul piano nazionale alle prossime legislative. Osservo che la grave carenza del Movimento verrebbe fuori con maggiore contundenza in collegi uninominali, mentre sul piano generale la gente non andrà a guardare troppo da vicino le liste, fidandosi genericamente del Movimento.
    Un’altra questione secondo me da approfondire è cosa vuole la Lega. È ancora separatista o soltanto antieuropea? E Berlusconi, se si allea ad essa, diventerà eurofobo o resterà sulle linee del PPE? Insomma, i temi sono molti e aperti e continuo a deplorare che, salvo eccezioni, la stampa continui a ignorarli.

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