Lega e FdI verso il Polo sovranista

E così Berlusconi, nel giro di una intervista è riuscito a vendicarsi di chi, ai tempi, sgretolò il sogno del Popolo della Libertà. Dopo mesi di silenzio, la proposta elettorale del Cav ha di fatto isolato Alfano e Meloni, mettendo anche la Lega in una posizione di svantaggio. Ma se l’ex delfino sta cercando di riconvertirsi per salvare la poltrona, nel partito della Meloni si stanno vivendo attimi di terrore.

Nonostante l’ottimo trend di crescita degli ultimi anni, il partito nato dalle ceneri di Alleanza Nazionale, dai sondaggi risulta essere ben al di sotto della soglia condivisa dai principali attori della riforma elettorale del 5%. L’exploit di Arcore ha di fatto mischiato le carte in gioco e ora la Meloni deve trovare la strada per tornare alla Camera.

Di fronte ad un accordo politico che ormai corre come un treno verso l’approvazione in Parlamento, a destra si deve trovare una strategia per riuscire a confermare la presenza in Parlamento e i leader di Lega e FdI stanno seriamente pensando ad un piano per contare più di Berlusconi in caso il centrodestra dovesse raccogliere un buon risultato e quindi imporsi per la formazione del nuovo Governo.

L’ipotesi più probabile, Salvini permettendo, è quella di una lista sovranista che possa unire Lega e Fratelli d’Italia sotto un unico vessillo e proporsi come alternativa all’europeismo di Renzi e Berlusconi. Diversamente, se Salvini dovesse decidere di correre da solo per misurarsi su tutto il territorio per comprendere quale percorso di “nazionalizzazione” la Lega debba perseguire, Giorgia Meloni potrebbe tentare in extremis di riunire tutte quelle forze di destra sociale (i vari Alemanno e Storace) che pur avendo un passato burrascoso con l’ex Ministro, potrebbero, in ragione della Legge elettorale, deporre le armi per riunirsi e tentare di superare lo sbarramento del 5%.

Insomma, Berlusconi sembra davvero aver spiazzato tutti e soprattutto è riuscito nel difficile tentativo di ritornare ad imporsi nel panorama politico e contemporaneamente ridimensionare i concorrenti nel centrodestra.

L’ondata lepenista sembra ormai ridimensionata e, a meno di particolari stravolgimenti nelle politiche francesi, l’effetto traino sembra ormai svanito. Se davvero dovesse concretizzarsi la lista sovranista, non è però da escludere che qualche forzista possa non accettare l’accordo con Renzi e pensare ad un paracadute con Meloni e Salvini. I due potrebbero rimpolpare le proprie file e il Segretario federale della Lega avrebbe finalmente il pretesto per abbandonare la causa del nord per un progetto di respiro nazionale.

Diverso il discorso per il Senato dove probabilmente i due partiti potrebbero presentarsi da soli in quanto, il quorum su base regionale, potrebbe prevedere geometrie variabili più efficaci della lista unica.

Di fatto, ci si prospetta una estate davvero rovente sia sul piano delle intese politiche, che sulla possibilità di iniziare la campagna elettorale sotto l’ombrellone. La sensazione però è che alla fine prevarrà la voglia di rivalsa più che le singole velleità.

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