Donne di marmo per uomini di latta (Film, 2016)

Roger A. Fratter continua a indagare l’universo femminile, dopo Rapporto di un regista su alcune giovani attrici e Tutte le donne di un uomo da nulla, mettendo in primo piano l’erotismo e il contrasto di personalità tra uomo e donna. Abbiamo incontrato il regista bergamasco per fare qualche domanda e avere la sua interpretazione autentica in merito all’ultimo lavoro.

Hai cominciato con il genere puro. Perché questo passaggio repentino al cinema d’autore?

È stato un passaggio naturale, e non è stato l’unico nella mia lunga esperienza professionale. Ogni volta che mi sono lanciato a girare un film ho cercato sempre di andare oltre i limiti del genere. Sono cresciuto col cinema italiano: western, giallo, azione di Leone, Fulci, Castellari ma anche con i film di Antonioni, Petri, Zampa. Ho sempre fatto i film in maniera libera a seconda dell’ispirazione del periodo che stavo vivendo. Per me il cinema è quello italiano del passato… da lì traggo ispirazione.

Spiegaci il perché di questa tua particolare attenzione all’universo femminile.

Ho frequentato molte donne nella mia vita e posso dire di conoscere bene la femminilità (uno dei miei ultimi film infatti si intitola Femminilità (in)corporea). Spesso le donne mi dicono che ho un lato femminile nascosto molto accentuato e questo le fa sentire a loro agio e soprattutto capite quando parlano con me. Quindi spesso si sono avvicinate e confidate, mi hanno raccontato le loro storie personali, ecco perché sovente sono loro le vere protagoniste dei miei film, traggo ispirazione dai loro racconti. I personaggi femminili che creo per i miei film hanno una forte personalità, sono donne molto determinate, quasi mai succubi dell’uomo, donne anche violente, a volte negative… ma mai insignificanti. Nella vita privata comunque la donna mi ha sempre affascinato, fin da ragazzo. Io sono molto maschio (questo posso dirlo tranquillamente) ma ho probabilmente una sensibilità che mi permette di capire il vero animo femminile e quindi poi di raccontarlo nei film, anche se con i miei personaggi (maschili e femminili) non sono molto indulgente.

Come scegli le tue attrici che sono sempre bellissime e affascinanti?

Le scelgo facendo provini in maniera molto seria, non certamente per la bellezza. Quella conta ma viene dopo, serve di più il fascino. Devono essere anche molto brave e spontanee, ma soprattutto determinate e adatte al ruolo. Infatti sono molto diverse a seconda dei film che fanno e del personaggio che interpretano. Non ho mai amato gli stereotipi. Spesso vengono da esperienze teatrali.

A quali registi del passato ti ispiri?

Ti faccio alcuni nomi ma a dire il vero non mi ispiro a nessuno di loro, almeno consapevolmente: Zulawski, Petri, Antonioni, Leone, Fulci… Come vedi c’entrano poco l’un con l’altro. Per questo credo di avere un mio stile personale, nel bene e nel male.

Progetti per il futuro.

Fare altri film liberi. Come tutti quelli che ho fatto finora.

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Scheda film – Regia: Roger A. Fratter. Soggetto e Sceneggiatura: Roger A. Fratter. Fotografia: Lorenzo Rogan. Operatori: Lorenzo Rogan, Stefano Ravanelli. Fotografo di Scena: Marco Paciolla. Scenografia: Celso Albavilla. Trucco: Lahila Laveaux. Montaggio: Roger A. Fratter. Direttore di Produzione: Alban Herizei. Musiche Originali: Massimo Numa, Luciano D’Addetta. Distribuzione Home Video: Foglio Cinema. Durata: 89’. Genere: Drammatico, Erotico, Psicologico. Titolo Internazionale: Marble Women for tin men. Interpreti: Liana Volpi (Roberta), Valentina Di Simone (Simona), Magda Lys (Francesca), Gloria Gordini (Clara), Roger A. Fratter (Giorgio), Anna Palco (Diana), Mery Rubes (proprietaria del night), Beata Walewska (Cinzia), Debby Love (Lucia), Gisy Bergamo (cliente edicola), Giusepe Cardella (Trussani), Massimiliano Aresi (Alessandro), William Carrera (Carlo), Giuliano Melis (scultore), Mark Provera, Max Bezzati, Maurizio Quarta, Fulvio Piavani, Beatrice Chieu, La Dany.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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