Centrodestra, cercasi leader

AAA nuovo leader del centrodestra cercasi. È questo il messaggio che potrebbe apparire su un qualsiasi sito di inserzioni per trovare chi, molto probabilmente, potrebbe sfidare Renzi il prossimo anno per lo scranno di Palazzo Chigi.

In effetti, benché Salvini vada in giro per il Paese con i cartelli “Salvini premier” di trumpiano richiamo, pochi (e forse nemmeno lui) credono che questa sia una strada percorribile. Di certo alla corsa per diventare il nuovo reggente della coalizione corrono in tanti, ma nessuno sembra soddisfare le pretese di quello che sembra ancora l’unico leder del centrodestra, ossia Berlusconi.

Lui, che di delfini ne ha fatto una mattanza, non riesce a trovare chi possa essere degno di succedergli al trono, qualcuno che possa avere dialettica, prestanza, carisma e una certa preparazione. Ma in attesa della clonazione, la corsa del 2018 deve essere affrontata e possibilmente vinta. I numeri dei sondaggi sembrano dare speranza ad un centrodestra che negli ultimi anni ha sofferto parecchio e che lentamente sta cercando di ridarsi una identità ormai perduta. Le divisioni di vedute stanno certamente complicando il percorso perché i venti populisti che soffiano in Europa, in Italia si fanno più forti e a vacillare sono i partiti le cui radici si insinuano nella sabbia.

Ma, come detto, qualcuno va trovato e la ricerca sembra ancora lunga e complicata. Dopo le avance di Silvio nei confronti del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, da qualche giorno sembra circolare il nome del Ministro Calenda, moderato, non lontano da quel mondo dell’imprenditoria che piace tanto a Berlusconi. Probabilmente si tratta dell’ennesima boutade, ma dal chiaro valore politico. Il Cavaliere è di centrodestra ma non vuole cedere agli estremismi di Lega e Fratelli d’Italia, che potrebbero tra l’altro mettere in seria difficoltà la posizione di Forza Italia all’interno del PPE.

Il messaggio che anche la candidatura di Zaia ha significato, è quella che per guidare la coalizione e successivamente vincere le elezioni, non si può parlare soltanto alla pancia degli scontenti, ma è necessario dare voce al popolo degli astenuti che di fatto rientrano nel grande minestrone dei “moderati”.

E allora chi guiderà la coalizione? Berlusconi ha in mente un nome che è quello di Silvio Berlusconi. Oggi non vede alternative, ma se la Corte di Strasburgo non dovesse riabilitare l’ex Premier, allora sarà necessario trovare qualcuno all’altezza. E sicuramente si dovrà attingere dal mondo dell’imprenditoria, qualcuno che abbia fatto scuola, magari nella galassia Fininvest, o che in ogni caso sappia ben rappresentare le necessità della piccola impresa, vera ossatura del Paese.

Ovviamente le carte rimangono coperte. Il congresso del PD tiene paralizzati tutti gli avversari che devono avere la certezza di chi sarà lo sfidante, poi, con grande sforzo, troveranno un programma comune e solo all’ultimo tireranno fuori il candidato. D’altronde, le incognite sono ancora troppe e probabilmente Berlusconi, spera nell’effetto 1994 per sbaragliare gli avversari.

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