Che bella giornata (Film, 2011)

Che bella giornata è il secondo film interpretato da Luca Medici, in arte Checco Zalone, dopo l’esaltante debutto con Cado dalle nubi (2009). Regista sempre Gennaro Nunziante, che scrive la storia e la sceneggia insieme al comico pugliese, questa volta ispirandosi alla più stringente attualità: Guerra del Golfo e terrorismo arabo.

Un film on the road, come sarà consuetudine anche per i successivi, forse un vero e proprio stile del regista. La macchina da presa immortala suggestivi paesaggi lombardi (Alserio, Robecchetto con Induno, Cuggiono, Turbigo, Carate Brianza), alternandoli alla Puglia (immancabile la Polignano a Mare tanto cara a Zalone, ma anche Monopoli e Alberobello), per ambientare il climax narrativo tra Milano e la Brianza, con un finale tutto romano (Piazza san Pietro).

Che bella giornata racconta le gesta di Checco, ragazzo pugliese che vive in Brianza insieme alla famiglia meridionale, coltiva il sogno di fare il carabiniere, ma viene regolarmente bocciato agli esami dal colonnello Mazzini (Marescotti). Il povero Checco s’impiega come buttafuori in discoteca insieme all’imbranato Giovanni (Ballerina), ma non si rassegna, e grazie a una raccomandazione cardinalizia finisce a lavorare come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano, Madonnina e museo compresi. Va da sé che tutto è un pretesto per dare il via ai molti qui pro quo comici e alle malefatte di Checco, spalleggiato da un improbabile cardinale (Solenghi) e da un amico prete, oltre che dal diretto superiore Mazzini, che si prende un esaurimento nervoso. Checco conosce Farah, una terrorista araba che si finge innamorata per vendicarsi – insieme al fratello – degli occidentali, colpevoli di averle massacrato la famiglia.

La commedia assume toni romantici, affronta argomenti seri e di grande attualità, ma lo fa con assoluta leggerezza, con il consueto repertorio di battutacce sopra le righe e di canzoncine ai limiti del trash. “Voi vivete in Islam?”, chiede Zalone mentre i terroristi arabi lo deridono. L’amore trionfa, in ogni caso, la bella araba finisce per rinunciare alla vendetta, conquistata dai modi familiari del clan pugliese di Checco che la ospita per un battesimo, rimpinzandola di cibo e curandole con premura una fastidiosa malattia. Completano la commedia il sacerdote amico di Checco che lavora come guida del Duomo di Milano ed è innamorato dell’arte, l’amico imbranato che cerca a tutti i costi una compagna (Checco gli rifila una sua orrenda spasimante), Solenghi nei panni di un cardinale veneto e come voce di Papa Benedetto, oltre a uno straordinario Rocco Papaleo, padre di Checco, soldato in missione nel Golfo ma con compiti culinari.

Che bella giornata è una frase scritta dalla ragazza araba a Checco in un momento romantico, un modo per dimostrargli che non gli era del tutto indifferente. Altri momenti comici del film sono dovuti alla presenza del cantautore Caparezza, obbligato a cantare per un battesimo alcune canzoncine fuori repertorio, persino Non amarmi e Sarà perché ti amo, duettando con Mariangela Eboli, fidanzata reale di Luca Medici, nella finzione la cugina Susi. Caparezza alla fine canta anche il suo Vieni a ballare in Puglia, collaborando alla riuscita colonna sonora di un film che registra tra le cose migliori una fotografia nitida e coloratissima.

Grande incasso (oltre 30 milioni di euro) per una pellicola che può dirsi la meno riuscita tra le quattro realizzate dall’accoppiata Nunziante-Medici, ma che resta un esempio di come si possa fare commedia ispirandosi alla realtà contemporanea, senza grandi pretese ma pure senza troppe volgarità.

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Regia: Gennaro Nunziante. Soggetto e Sceneggiatura: Gennaro Nunziante, Luca Medici. Fotografia. Federico Masiero. Montaggio: Pietro Morana. Scenografia: Sonia Peng. Costumi: Mary Montalto. Musiche: Luca Medici. Produttore Pietro Valsecchi. Case di Produzione: Taodue, Medusa Film, Sky Cinema. Durata: 92′. Genere: Commedia. Interpreti: Luca Medici (Checco Zalone), Nabiha Akkari (Farah), Rocco Papaleo (Nicola), Isabelle Adriani (Mercedes), Anna Rita Del Piano (Anna Capobianco), Ivano Marescotti (colonnello Gismondo Mazzini), Tullio Solenghi (cardinale Rosselli), Giustina Buonomo (nonna Rosa), Herbert Ballerina (Giovanni), Anna Bellato (Maria), Cinzia Mascoli (Rosella Mazzini), Mehdi Mahdloo (Sufien), Matteo Reza Azchirvani (terrorista arabo), Hossein Taheri (altro terrorista arabo), Edoardo Pavese (questore), Caparezza (se stesso), Michele Alhaique (don Ivano), Bruno Armando (capo Intelligence), Anis Gharbi (altro terrorista arabo), Mariangela Eboli (Susi).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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