Un anno di Politica, cosa rimane?

Nel bene o nel male, la politica in Italia sembra non annoiare mai. Il 2016 è stato un anno intenso che ha consacrato l’ascesa del Movimento 5 Stelle e il (forse) declino di Renzi a seguito del recente Referendum. È stato l’anno appunto delle consultazioni popolari e del voto nelle grandi città con importanti entrate nel mondo della politica e dolorosi addii di grandi personalità pilastri della storia repubblicana italiana.

L’anno appena trascorso sarà ricordato anche per uno storico addio: quello tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini divisi dal peso di una poltrona di governo, persa malamente dopo la crisi post-referendaria. Questo è stato l’anno della legge sulle unioni civili che ha letteralmente spaccato il paese in due, con milioni di persone in piazza a difendere, da una parte e dall’altra i propri ideali di famiglia e civiltà.

Ma in particolare ricorderemo questo periodo storico per la definitiva consacrazione del Movimento 5 Stelle sulla scena politica italiana. Dopo il duro colpo della perdita del fondatore Gianroberto Casaleggio, guru e ideologo del movimento, Grillo ha condotto magistralmente una campagna elettorale per le Amministrative della scorsa estate che ha visto la storica vittoria su tutte a Torino e Roma. La presa della Capitale, nei suoi mille problemi, ha dato e sta dando filo da torcere a tutto il Movimento che, dopo gli entusiasmi iniziali, sta iniziando a fare i conti con la dura realtà.

Le elezioni amministrative hanno anche portato ad un riassetto del centrodestra, lacerato da mille protagonismi e che ha visto bocciare Giorgia Meloni come Sindaco di Roma e con l’ascesa politica di Stefano Parisi, candidato a Milano, il passaggio di un’altra meteora che sarebbe stato – a detta di Berlusconi – nuovo astro del centrodestra. Un 2016 parabola anche per l’ex Cavaliere, fermato da una importante operazione al cuore e che per il riposo forzato, ha quasi perso Forza Italia, divisa da mille personalismi e spaurita dall’assenza del Leader. Il Referendum del 4 dicembre ha portato con sé il ritorno dell’ex premier che è riuscito a ricucire quel che basta per tirare avanti il suo partito.

E poi il Referendum costituzionale. Una campagna durata praticamente 365 giorni, iniziata a gennaio con le votazioni in Parlamento e culminata dopo la pausa estiva con quasi tre mesi di estenuante campagna elettorale. Partita in cui tutti si sono giocati tutto e a perdere è stato Renzi. L’ormai ex premier ha accettato la sconfitta, si è dimesso e ora medita la sua vendetta.

Però quest’anno appena passato ha lasciato molte cose in sospeso che passerà in consegna al 2017 e prima fra tutte la riforma del sistema elettorale. Il nuovo esecutivo, d’intesa con parte dell’opposizione avrà il compito di rifare la legge elettorale, in attesa della Consulta e magari della Magistratura, così che si possa definire un panorama politico sommariamente definito.

Porta con sé un centrodestra senza leader o meglio, con l’usato garantito. Questi mesi hanno mostrato come Berlusconi sia ancora il centrodestra e il problema di leadership rimanga un nodo da sciogliere abbastanza rapidamente.

Insomm,a un anno passato intenso e probabilmente un 2017 ancora più impegnativo, soprattutto se, come auspicato dal Capo dello Stato, questo sia l’anno delle Elezioni politiche. Difficile dirlo ma la fragilità del sistema politico, la volatilità dei partiti, e la ritrovata partecipazione degli italiani alla vita politica del Paese (l’affluenza al Referendum ne è una prova), dimostrano, come detto, che la politica in Italia, non fa annoiare mai.

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