Sulle tracce del Profumo

Fratta Polesine – Inaugurazione della mostra Storia del Profumo, Profumo della Storia, che coinvolgerà sicuramente un pubblico esteso tra cultori del profumo e no. Le essenze entrate a far parte del nostro quotidiano, accessibili ormai a tutti e in vendita anche nei supermercati, una volta erano appannaggio di una piccola elite ed erano spesso legate ad usanze religiose. La mostra, curata da Federica Gonzato con Chiara Beatrice Vicentini, Silvia Vertuani e Stefano Manfredini, ci condurrà attraverso varie tappe storiche dalle origini del profumo ai giorni nostri, tra rituali sacri e profani, per meglio apprezzare queste preziose essenze e magari usarle con maggiore consapevolezza.

L’esposizione allestita presso il Museo Nazionale Archeologico nella palladiana Villa Badoer di Fratta Polesine, oltre ad esporre i preziosi cofanetti che custodivano i pregiati profumi (aryballoi, alabastra e lekythoi) ci mostrerà anche formulari, farmacopee e documenti rarissimi. Verranno percorsi quasi tremila anni di storia passando per diverse civiltà, greca, romana, araba, egiziana, un excursus che attraverso, l’ausilio di strumenti multimediali, offre un esperienza sensoriale unica e coinvolgente.

La parola profumo, che ha origine dal latino per fumum, significa letteralmente attraverso il fumo e fa riferimento all’uso delle fumigazioni sacre che si facevano per onorare gli Dei o defunti. Più tardi le essenze iniziarono ad essere usate per mitigare l’odore corporeo, data la scarsa possibilità di poter usufruire spesso dell’acqua per lavarsi. Con gli anni la valenza cosmetica delle essenze acquisto sempre più piede, così si iniziarono a studiare varie composizioni e sperimentare l’estrazione di nuovi oli essenziali. Ad oggi il profumo è diventato un business con cifre a molti zeri. Si pensi alla Rosa Centifolia coltivata dalla famiglia Muol a Grasse in Provenza (Grasse è anche il paese natio del protagonista del romanzo Il profumo di Patrick Süskind) , su cui la casa profumiera Chanel possiede l’opzione per i prossimi 100 anni. Per ottenere l’essenza, ingrediente base di Chanel n. 5, viene utilizzata una tonnellata di petali.

In Italia, il centro nevralgico della produzione profumiera era Venezia dove, nel 1555,  venivano fatte arrivare spezie ed essenze da paesi lontanissimi affinché potessero essere lavorate dai maestri essenzieri, ritenuti così bravi da essere interpellati dai nobili di tutto l’Occidente; fu sempre a Venezia che venne editato I Notandissimi Segreti de l’Arte Profumiera, primo ricettario ufficiale dell’arte cosmetica.

La mostra, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara, il Polo Museale Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, rappresenta anche la possibilità di annusare, come esperti profumieri, le varie fragranze quasi tutte di origine vegetale permettendo di conoscere più da vicino le loro caratteristiche.

©Futuro Europa®

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