Due domande dopo gli attentati a Bruxelles

Sforzandoci di mettere da parte lo sgomento, l’emozione, il dolore per quello che e’ successo a Bruxelles, tralasciando, per un attimo, l’esigenza di conoscere in tempi rapidi quali le strategie, le soluzioni di tutta la UE a questi orrendi episodi di terrorismo che coinvolgono il Vecchio Continente, due semplici domande sorgono spontanee.

Come mai, dopo l’arresto di Salam Abdeslam si viene a sapere che sono previsti attentati terroristici eclatanti a Bruxelles e contemporaneamente l’ Avvocato difensore dichiara avventatamente (?) che il suo assistito aveva deciso di collaborare con le Forze di Polizia? Oggi si dice, giustamente, che tali attentati sono stati anticipati temendo che le confessioni di Salam avrebbero potuto impedire gli atti criminali che hanno insanguinato la città di Bruxelles.

Come mai solo ora e non prima le forze di sicurezza non hanno provveduto a perquisire tutte le abitazioni del quartiere Schaerbeek nel quale tutti sono convinti si annidi la maggior parte dei possibili attentatori jihadisti? Non a caso, infatti, dopo i tragici eventi, con un blitz delle forze speciali, nel corso di una limitata perquisizione, sono state trovate armi, esplosivi ed un bandiera dell’ISIS.

C’e’ qualcosa che non mi torna. Siamo certi che tutto quello a cui assistiamo, dalla inarrestabile crisi economica a quella politica, morale, ideale che investe  il mondo Occidentale nel suo complesso, dalle operazioni di guerra in Medio Oriente al susseguirsi del terrorismo in Europa sia opera solo del fantomatico Califfato? Califfato dal quale qualcuno compra il petrolio, al quale in molti vendono armi? Immaginare una ben alta regia mondiale di chi vuole far implodere l’Europa e contribuire al disfacimento della Civiltà Occidentale sarebbe frutto solo di fantapolitica?

Mi torna alla mente la famosa affermazione del grande Andreotti “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Una frase questa che circolava anche in occasione del tragico 11 Settembre quando ci si chiedeva come mai era stato possibile un attentato così eclatante in un Paese come l’America e qualcuno sottolineava la stranezza che nessun ebreo era presente nelle Twin Towers il giorno di quella indelebile tragedia che ha cambiato il mondo provocando guerre che hanno dato luogo, come conseguenza, alla fragilità dell’attuale situazione internazionale.

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

1 Commento per "Due domande dopo gli attentati a Bruxelles"

  1. Francesco Paolo Mancini | 25 Marzo 2016 a 09:17:00 | Rispondi

    Verissimo. Aggiungo: come mai, invece di parlare di questo, i Tg scioccano i cittadini di tutto il mondo con immagini drammatiche, interviste inutili e commenti che intimidiscono i cittadini e spesso esaltano gli attentatori? Immagini, e pure forti, contro parole di analisi e sintesi. Emozioni contro riflessione. Shock contro reazione: per caso qualcuno ci vuole passivi? Per caso anche questa crisi, quella morale dell’Occidente e dell’Europa, è pilotata?
    Dopo gli attentati, invece dei Tg i network dovrebbero diffondere musica. Come accaduto in un passato difficile, dal quale ci siamo risollevati. Musica, sì: non necessariamente il coro del Nabucco, però. Risponderei, con chi ci vuole chiusi in casa, con Rossini. Per ora…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*